lunedì 28 gennaio 2019

I NUOVI EROI



Non è facile commentare quanto possa scrivere una nuora sulla propria suocera. Se non li avessi conosciuti entrambi scuoterei la testa. In un contesto dove è più facile che l’uomo si avvicini alla sua natura animale , che far emergere il bene che c’è in ciascuno di noi. Una bella lezione , ma soprattutto una donna eccezionale e lo ha dimostrato nei suoi lunghi 106 anni senza perdere mai la fede.


Mamma

La visita del Cardinale Arcoivescovo di Milano Delpini
permettimi per un’ultima volta di chiamarti mamma, perché non potrò mai più chiamare nessuno così.  Per me, che sono tua nuora, sei stata una vera madre.
Una certa mentalità vede la mamma come una fata turchina impegnata ad accontentare, viziare e cercare di rendere felici figli piccoli e no. Tu non eri così, tu eri una madre che ha cresciuto i figli con affetto, fermezza - e dicono anche un po’ di severità - ma hai saputo indicare loro una strada  che in primis è la via della fede, ma anche un esempio di bontà, rettitudine, tolleranza, solidarietà e rispetto di se e degli altri.
Poi   si  sa  che  i  figli  prendono   tante    strade   ma  questo     capitale   di  valori non  l’hanno   perso  e  continuano ad esprimerlo nelle loro famiglie e nella società.
Io   ho tanti   ricordi   di   te   che   potrei  parlare   per   ore,   ma   quello   che   preferisco   ricordare   è   la   tua serenità.     Quando venivo a trovarti, in un periodo della mia vita anche abbastanza affannato, ti  ho sempre trovato serena, accogliente, seduta vicino alla TV e con il rosario a portata di mano, e  per prima cosa mi proponevi di bere un caffè insieme (una caffettiera mai meno di sei tazze, non so forse pensavi che potesse arrivare ancora qualche figlio).
In tanti anni non ti ho mai sentito parlare male di nessuno, meno che mai dei figli, delle nuore, dei generi e dei nipoti che amavi molto e loro ti adoravano. Anche   quando   succedeva   che   non   condividevi  le   nostre   scelte,   le   hai  sempre   accettate.  Vi  hai sempre trovato un lato positivo o comunque hai sempre sperato che  alla fine saremmo  tornati alla strada che ci avevi indicato.
Il   tuo   maggiore   obiettivo   è   sempre   stato   che   nella   famiglia   ci  fossero  pace   e   concordia   e  l’hai ottenuto. Non so se fosse perfetta, ma non avrei voluto che fosse diversa, e anche nell’ultima fase della sua vita, quando è stata in verità un po’ insofferente verso le “badanti”, io capivo che per una persona  che ha sempre badato a se stessa e agli altri non era facile “dipendere”. Direi che andata meglio con la casa di riposo, dove è riuscita a creare rapporti   con qualche ospite, con il personale e con i medici che le hanno  dimostrato  affetto e rispetto.
Ha amato la vita, che è stata lunga e difficile ma con tanti eventi felici (che ha accolto con gioia) e anche con tanti dolori  e lutti      che  ha  affrontato sempre con fede e coraggio.
L’ultima prova, che è stata la peggiore per lei, è ciò che è successo ad Ambrogio. Ha pregato tanto e almeno ha avuto la grazie di andarsene prima. Sappiamo       che   ci  aspettano    altri momenti       difficili ma    li  affronteremo    insieme    come      ci  hai insegnato.
Mamma, so che non sarò mai come te, però resti il mio modello.
Un ultimo abbraccio da tutti noi.

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