Non è facile commentare quanto possa scrivere una nuora sulla
propria suocera. Se non li avessi conosciuti entrambi scuoterei la testa. In un
contesto dove è più facile che l’uomo si avvicini alla sua natura animale , che
far emergere il bene che c’è in ciascuno di noi. Una bella lezione , ma soprattutto
una donna eccezionale e lo ha dimostrato nei suoi lunghi 106 anni senza perdere
mai la fede.
Mamma
La visita del Cardinale Arcoivescovo di Milano Delpini |
Una certa mentalità
vede la mamma come una fata turchina impegnata ad accontentare, viziare e cercare
di rendere felici figli piccoli e no. Tu non eri così, tu eri una madre che ha
cresciuto i figli con affetto, fermezza - e dicono anche un po’ di severità -
ma hai saputo indicare loro una strada che
in primis è la via della fede, ma anche un esempio di bontà, rettitudine,
tolleranza, solidarietà e rispetto di se e degli altri.
Poi si
sa che i
figli prendono tante
strade ma questo
capitale di valori non
l’hanno perso e continuano
ad esprimerlo nelle loro famiglie e nella società.
Io ho tanti
ricordi di te
che potrei parlare
per ore, ma
quello che preferisco
ricordare è la
tua serenità. Quando venivo a trovarti, in un periodo
della mia vita anche abbastanza affannato, ti
ho sempre trovato serena, accogliente, seduta vicino alla TV e con il
rosario a portata di mano, e per prima
cosa mi proponevi di bere un caffè insieme (una caffettiera mai meno di sei
tazze, non so forse pensavi che potesse arrivare ancora qualche figlio).
In tanti anni non ti
ho mai sentito parlare male di nessuno, meno che mai dei figli, delle nuore,
dei generi e dei nipoti che amavi molto e loro ti adoravano. Anche quando
succedeva che non
condividevi le nostre
scelte, le hai
sempre accettate. Vi hai
sempre trovato un lato positivo o comunque hai sempre sperato che alla fine saremmo tornati alla strada che ci avevi indicato.
Il tuo
maggiore obiettivo è
sempre stato che
nella famiglia ci
fossero pace e
concordia e l’hai ottenuto. Non so se fosse perfetta, ma
non avrei voluto che fosse diversa, e anche nell’ultima fase della sua vita,
quando è stata in verità un po’ insofferente verso le “badanti”, io capivo che
per una persona che ha sempre badato a
se stessa e agli altri non era facile “dipendere”. Direi che andata meglio con
la casa di riposo, dove è riuscita a creare rapporti con qualche ospite, con il personale e con i
medici che le hanno dimostrato affetto e rispetto.
Ha amato la vita,
che è stata lunga e difficile ma con tanti eventi felici (che ha accolto con
gioia) e anche con tanti dolori e
lutti che ha
affrontato sempre con fede e coraggio.
L’ultima prova, che
è stata la peggiore per lei, è ciò che è successo ad Ambrogio. Ha pregato tanto
e almeno ha avuto la grazie di andarsene prima. Sappiamo che
ci aspettano altri momenti difficili ma li
affronteremo insieme come
ci hai insegnato.
Mamma, so che non
sarò mai come te, però resti il mio modello.
Un ultimo abbraccio da
tutti noi.
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