sabato 20 giugno 2015

PIANTO ANTICO



Il nespolo viaggiatore
C’è chi piange per le albicocche, chi tendendo la mano verso un melograno io piango per le mie nespole. A Ravenna ho un giardino di dieci metri quadrati per metà occupato da un enorme nespolo che piantai a Milano quando nacque mia figlia. Ci ha seguito nel nostro girovagare e quando il clima di Milano lo minacciò lo portai a Ravenna spostando il grande vaso in cerca dell’angolo giusto. Lo trovai dopo due anni e li lo piantai. Ora è enorme e produce una quantità industriale di nespole che raramente riusciamo a mangiare vuoi perché se sei a Milano o a Marineo non puoi essere a Ravenna vuoi perché sembra che gli uccelli del posto ne vanno matti vuoi perché la nostalgia è una componente che ci nutre la vita.  Ho imparato presto a comprimere la mia nostalgia. Fui aiutato da un ritmo di lavoro infernale e dalla lontananza dalle cose che alimentano la tua nostalgia. Dove mi trovo trovo , trovo sempre albicocche e nespole o i frutti del posto …  ho vissuto in non so quanti paesi e sempre “mi sono sentito uno del posto”. Non ho abboccato alla trappola dell’emigrante che dopo cinquantanni ritorna e per prima cosa vorrebbe cambiare il suo paese e non si accorge che è lui che è cambiato e quindi i suoi cinquantanni fuori gli sfumano perché non è né indigeno né straniero.

Nessun commento:

Posta un commento