mercoledì 25 gennaio 2017

TEREZIN




    La Giornata della memoria – non la posso dimenticare mai. Me la ricorda la signora Helga Hošková che conosco bene e che ho rivisto recentemente. Insieme agli ebrei, nei campi di concentramento ci sono stati anche appartenenti alla “razza pura” ma ‘colpevoli’  di qualche altro ‘delitto’. Un rappresentante di questa categoria, uno per tutti, è Maximilian Kolbe, un sacerdote polacco che si è offerto di morire al posto di un padre di famiglia. E’ morto di fame e di sete dopo quasi una settimana. Scusate un parallelo dei nostri giorni: i morti sotto l’albergo di …. saranno forse morti per le cause analoghe, lì si è aggiunto anche il freddo.
   Fra i diversi campi di concentramento mi sembra più atroce quello che si trovava in Cecoslovacchia a Terezín. Vi venivano portati soprattutto i bambini, nei casi sporadici accompagnati dalla mamma, come nel caso della signora Helga. Hitler ne fece una vetrina per il mondo. E’ vero che vi erano i musicisti che potevano suonare, i bambini avevano una scuola improvvisata e recitavano un’opera teatrale “Brundibár”. Esiste un filmato, girato a Terezín,  che veniva proiettato in tutto il mondo, che doveva dimostrare che i campi di concentramento erano in realtà i campi di lavoro dove la gente stava bene e si divertiva. Peccato che il cibo e le piante nelle finestre apparivano solo durante i giorni delle riprese; le piante per nascondere le camerate con i letti a castello e lo squallore in cui vivevano i bambini. 
   Come era veramente l’ambiente di Terezín ce lo hanno fatto vedere i disegni della signora Helga Hošková pubblicati anche in Italia con il nome “Disegna ciò che vedi”. Il padre della signora che lei non ha più visto da quando è stato separato dalla moglie e dalla figlia, le ha detto al momento dell’ultimo saluto questa frase: “disegna ciò che vedi”. E lei che è riuscita mettere i fogli di carta e le matite colorate nella sua valigetta, si è messa a disegnare. All’inizio non tralasciava nessun particolare e usava tanti colori per poi passare al bianco e nero e allo schizzo per le scene orribili come la donna che si butta sul filo spinato con la corrente elettrica per suicidarsi  oppure la scena in cui si riceve il biglietto che indica che si deve partire per Auschwitz e morire nelle camere a gas. I suoi disegni sono stati murati a Terezín e dopo la guerra per fortuna ritrovati. Anche la signora Helga è stata fortunata. Con la sua mamma che teneva sempre per mano è sopravvissuta a tutti gli orrori e oggi è una delle poche che può ancora raccontare cosa sono stati veramente i  campi di concentramento nazisti.  
   Anche se ci piacerebbe dimenticare e a volte stentiamo credere che l’uomo è stato capace di comportarsi peggio delle bestie, continuiamo a raccontare ai giovani che il male esiste e nella storia recente si è manifestato nei campi di sterminio. Dobbiamo ricordare a noi e a loro che tutti dobbiamo continuamente scegliere da che parte stare. Chi diceva ai bambini di Terezín quando chiedevano “dove è la mia mamma” ‘vedi quel fumo, quello è la tua mamma’ ha avuto una sua libertà e una sua responsabilità come ce l’abbiamo tutti noi. Oggi ci tocca non girare la testa quando i terremotati ci chiedono aiuto e fare l´offerta se non possiamo andare ad aiutarli personalmente. Ogni epoca ha il suo male ma anche i suoi testimoni. Come lo è per me la signora Helga Hošková.

Marineo, 25.01.2017                                         Růžena Růžičková  

1 commento:

  1. Carissima Ruzena , grazie a te , al tuo articolo su questo blog , abbiamo celebrato la giornata della Shoah con i nostri alunni delle classi 5* , riflettendo sulla vita e la figura di Helga , leggendo il Suo diario e osservando i Suoi disegni che rendono VIVO anvora oggi ,il ricordo degli anni terribili treascorsi a Terezin e successivamente ad Auschwitz.
    Grazie a te abbiamo avuto modo di offrire ai nostri alunni una nuova figura e nuovi medsaggi su cui riflettere nella giotnata della memoria.
    E siccome tutto ciò ha interessato molto i ragazzi, ti contattero' prestissimo x un incontro a scuola con te.
    Un affettuoso abbraccio e... ancora grazie ! Rosa Maria D'Anna

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