sabato 21 settembre 2013

LA MISSIONE TRA GLI SLAVI DEI SANTI CIRILLO E METODIO



     La Biblioteca Ambrosiana ha ricordato nei giorni 19. e 20.09.2013 un altro importante anniversario dell’anno 2013: dopo il convegno di maggio dedicato al Costantino il Grande e il suo Editto di Milano del 313 ora si ricordano 1150 anni dall’arrivo dei due santi fra gli Slavi per evangelizzarli. In effetti al convegno hanno partecipato gli studiosi di svariati Paesi, non solo slavi come la Polonia, la Russia, la Bulgaria, la Repubblica Ceca e la Croazia ma sono intervenuti anche i relatori  italiani, rumeni, austriaci ed americani.
     Il primo giorno  è stata presentata una notevole opera del professor Aleksander Naumow e dei suoi collaboratori che fa parte della Biblioteca spirituale europea e che presenta i due missionari come patroni di Occidente e di Oriente. Era interessante seguire lo sviluppo del loro culto nella Chiesa cattolica e quella Ortodossa attraverso i secoli.  In seguito la professoressa russa Olga Sedakova spiegava come la lingua paleoslava dalla quale san Cirillo ha inventato la scrittura è rimasta una lingua solo ecclesiale che è completamente differente dal russo corrente. Qualcuno ha paragonato questa lingua antica al “latino slavo”, una radice comune dalla quale sono nate tutte le lingue slave, quelle occidentali che scrivono con le lettere latine e quelle orientali che hanno conservato il cirillico. (Solo per informazione: la scrittura che si usa oggi nella lingua russa, bulgara, ucraina ecc. porta il nome di san Cirillo ma non è esattamente quella che lui ha inventato. Un suo alunno Clemente la modificò e le diede il nome del suo maestro) .La professoressa faceva però notare che in latino si esprimevano anche gli scrittori pagani e quindi non riguardava solo il linguaggio sacro mentre proprio la lingua slava che si usa tuttora durante le funzioni religiose ortodosse è riservata esclusivamente a questo scopo ed è quasi incomprensibile al popolo. Serve solo per pregare Dio. Potremmo supporre che l’Ortodossia avrebbe bisogno di un Concilio Vaticano II con la sua riforma della liturgia e l’introduzione della lingua locale (che ha rivalutato l’idea di san Cirillo:  ogni popolo deve capire le Sacre Scritture); ma questo è una idea nostra. Il professor Pavel Ambros dell’Università di Olomouc in Repubblica Ceca si è soffermato su un certo universalismo del culto di questi due santi e sulla tradizione locale che valorizza la ricchezza di ogni popolo.  Ricordava la grande influenza della tomba dei santi – quella di san Cirillo si trova a Roma nella chiesa di san Clemente e quella di san Metodio a Velehrad in Moravia- i luoghi che  emanano una energia sacra e spingono i fedeli a chiedere la protezione dei loro patroni. Parlava della presenza vivificante per la quale il culto locale diventa universale poiché ogni credente può seguire l’esempio dei due patroni d’Europa e sentirsi responsabile nel suo ambiente. In questo senso l’eredità dei santi Cirillo e Metodio, per il relatore,  è molto attuale  e può creare una piattaforma per l’incontro della memoria secolarizzata e quella spirituale per parlare ad ogni uomo. Durante la seconda giornata del convegno gli studiosi hanno concentrato l’attenzione sulla tradizione letteraria e la questione dell’alfabeto come l’eredità dei santi Cirillo e Metodio. Interventi molto interessanti che non possiamo commentare in dettaglio qui in quanto sono stati molto specifici. Noi vogliamo informare i nostri lettori di un’iniziativa che ricorda ancora una volta un importante anniversario e ci fa conoscere i due santi che il papa Giovanni Paolo II ha proclamato i compatroni d’Europa insieme a san Benedetto.  I santi Cirillo e Metodio sono veramente i patroni di tutta Europa, quella occidentale e quella orientale poiché provenivano dall’Oriente – Costantinopoli ma sono stati fedeli all’Occidente – Roma. Speriamo che ci aiutino a ritrovare la difficile unità.

21.09.2013                                                                                              Růžena Růžičková

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