martedì 30 settembre 2014

UNA SCUOLA D'aMARE


All’Arsenale della Regia Marina la pubblicazione “una Scuola d’aMare”

Si terrà Mercoledì 1 ottobre 2014 alle ore 11,00, presso l’Arsenale della Regia Marina, in via dell’Arsenale 142 a Palermo, la presentazione del volume “una Scuola d’aMare”, che raccoglie i contributi scientifici e le esperienze laboratoriali svolte negli ultimi anni nell’ambito del progetto Scuola-Museo. Dopo i saluti di Pina Furnari Luvarà, Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, di Salvatore Giglione, Dirigente generale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana e di Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare, sono previsti gli interventi di Assunta Lupo, Dirigente dell’Unità Operativa 28 del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, di Alessandra De Caro, dirigente dell’Unità Operativa 2 della Soprintendenza del Mare, di Antonella Testa, archeologa, della Soprintendenza del Mare, di Angela Accardi, dirigente dell’Unità Operativa 7 della Soprintendenza del Mare che curato la pubblicazione. La presentazione sarà preceduta da una visita guidata ai locali dell’Arsenale con inizio alle ore 10,00.

Il libro
La pubblicazione “una Scuola d’aMare”, curata da Angela Accardi, dirigente dell’Unità Operativa 7 della Soprintendenza del Mare, diviso in due tomi, fa parte del grande patrimonio didattico fornito agli studenti siciliani negli ultimi anni. La realizzazione dei progetti si è configurata come un’attività didattica che ha accompagnato le scuole verso la conoscenza e la tutela del patrimonio marino, attraverso la ricerca subacquea, lo studio della cartografia del mondo antico, la storia della navigazione, dei porti e gli approdi, delle attività commerciali nel Mediterraneo antico, ed ancora, l’archeologia misteriosa, come i miti, la ritualità, le credenze correlate ed altro ancora. I contributi scientifici sono stati forniti dai più accreditati esperti negli ambiti interessati dai progetti. Docenti sia interni all’Amministrazione regionale dei Beni Culturali che provenienti da Università, enti ed istituzioni nazionali ed esteri, si sono avvicendati attraverso vere e proprie lezioni tenute sia nella sede della Soprintendenza del Mare, a Palermo, che nelle sedi degli Istituti che hanno condiviso il lungo e articolato programma formativo. Il progetto si inserisce nell’attività promossa dal Dipartimento Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana per la conoscenza del patrimonio culturale dell’Isola. Sin da 1992 sono stati attivati diverse iniziative, in particolare il Progetto Scuola-Museo indirizzato alle Scuole medie di I e di II grado. Sia il progetto Scuola-Museo che il Progetto Conosci il tuo museo - entrambi coordinati dalla dott.ssa Assunta Lupo - rappresentano un significativo investimento nella scuola, in quanto orientano gli studenti allo studio ed alla conoscenza del patrimonio culturale e territoriale siciliano, alla ricerca delle proprie radici storiche  e della stessa identità culturale.
I due tomi accolgono sia gli interventi degli esperti che le esperienze didattiche e laboratoriali condotte insieme agli studenti delle scuole siciliane che in questi anni hanno aderito ai vari progetti. In particolare il primo tomo  raccoglie i contributi degli esperti invitati a tenere le varie lezioni, il secondo, oltre a ospitare i contributi più legati alle attività di ricerca, descrive le diverse esperienze didattico-laboratoriali promosse dalla Soprintendenza del Mare, che hanno contribuito a far crescere, tra i ragazzi, una maggiore conoscenza del patrimonio culturale marino e l’importanza della sua salvaguardia.
Tel. 335.7957310

domenica 28 settembre 2014

I CARTELLONI



 In avvicinamento all'incontro del 23 ottobre
I cartelloni del teatro dei pupi     venivano usati dai cantastorie per indicare ,finestra dopo finestra il prosieguo della storia che stavano cantando-raccontando e dai pupari che esponendolo davanti il teatrino permettevano allo spettatore di avere un sunto dello spettacolo in programma. Dipinti con le terre a 4-6-8 scacchi o finestre realizzati da artisti che conoscevano molto bene la Storia dei Paladini di Francia o il tema da dipingere (dalla baronessa di Carini a  Pia dei Tolomei , al bandito Musolino).Di immediata interpretazione  e dipinti in modo tale da essere “letti” a distanza. Due cantinelle di legno in alto ed in basso ne permettono l’uso come se si trattasse di rotoli .Si conservano arrotolati sulla cantinella in basso e si legano allo spago che serve anche per appenderli. Scomparsi quasi totalmente vengono ogni tanto riprodotti in copia per amatori. Solo nel Teatro di Onofrio Sanicola ad ogni nuovo spettacolo viene prodotto un nuovo cartellone che oltre all’uso prima detto rappresenta la summa del lavoro svolto.
Negli ultimi anni un intenso lavoro di ricerca e progettazione ha portato ad una nuova generazione di cartelloni adatti ad un pubblico contemporaneo, più preparato ed attento. Sono quasi sparite le “finestre” sostituite da colonne, fiumi alberi, cieli, monti ,mari. Ogni finestra in pratica finisce  nella successiva  con una continuità di ambienti e colori.
I cartelloni di scuola catanese solitamente dipinti su carta da pacchi di recupero (costo zero).Dai vivacissimi colori venivano esposti davanti il teatrino o in piazza , fissati agli angoli con dei chiodi rinforzati con pezzi di carta più volte ripiegata. Gli venivano applicati una marca da bollo annullata con una croce o con la data.

ps miniatura del XI secolo molto simile al cartellone dei cantastorie

sabato 27 settembre 2014

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO


Forse domani sera nella ex Assemblea Cittadina diventata per magia Conferenza cittadina ci verrà data risposta. Le molte facce del Pd affossano il Pd. Lo spettacolo continua : a livello nazionale siamo alla farsa, a quello regionale allo scontro, a livello locale qualcosa si muove... Abbiamo avuto un "comunicato" a firma  del Coordinamento del Partito Democratico di Marineo il 12 settembre scorso
dove è emerso il forte dissenzo fra i trinariciuti su questo documento . Molti consiglieri PD si sono dissociati . Il documento uscito dagli indirizzi telematici dell'onorevole ha scatenato il dissenso e sembra che il funzionario accusato di "dubbia regolarità" sia pronto a passare alle vie legali. Forse si attendono spiegazioni per domani sera non solo per le dichiarazioni che farà l'onorevole , ma sopratutto quelle del Pd nei suoi vertici locali. Inoltre domani sera verrà lanciato il nuovo organigramma del Comune e le anticipazioni che abbiamo avuto sono foriere di "regolamenti di conti". Sappiamo che saranno presenti i soliti ubriaconi alla serata, mancherà il sottoscritto il quale sarà buttato in qualche osteria  a  riguardarsi il video delle Jene ...
Quando avremo dei politici accettabili ? 
Signora Costa dissentire su un documento non basta ! Ora bisogna lottare per un Pd libero e aperto non servo di chi si intende di ubriaconi !
Il pubblico è avvisato che durante il monologo del Pd potrebbero sfuggire insulti del tipo "vastasu, puttanella, ubriacone ,,,"  non dovuti a nessuna volontà ma imputabili a persone specifiche che non hanno nulla da condividere persone onorevoli.
 
Per favore ridete piano …. 

"davanti ad un bicchiere di prosecco ma che sia valdobbiadene doc e .." chi pagherà questa volta....  ?


MENTALITà MAFIOSA

“….In assenza di tali garanzie la reiterazione dell’evento (premio di poesia) appare assai difficoltosa. Il Presidente precisa, comunque, che nell’ipotesi che altre entità vogliano farsi carico dell’organizzazione del Premio, le Fondazioni non faranno mancare il loro sostegno”.

Non si doveva arrivare a questo punto ! Dopo mesi di battaglie finalmente qualcuno ha capito che sono gli uomini preposti in funzione dell’evento e non l’evento in funzione della vanagloria degli uomini. Che la cultura in Sicilia sia sistematicamente stuprata dai politici è arcinoto e c’è chi è stufo dei tipici premi locali “la cassata d’argento”, “il cannolo d’oro”. Prima ci offendono e poi infangano loro stessi perché hanno avuto credito grazie alla loro cultura e ne hanno abusato forse senza rendersene conto. In un anno lo sperpero di danaro e il coinvolgimento di enti ed energie è stato a livello vergognoso senza il minimo ritorno (ipocriti inventori di successi ottenuti). La premessa del Presidente della Fondazione “è un raggiro” è il solito complimento camuffato verso chi sarebbe opportuno che la smettesse di beatificarsi e tornasse alla cultura non come saccente venditore di lozioni per capelli ma come “libero” cittadino.

Bisogna porre attenzione che se da un lato siamo stati nelle mani di chi considera gli altri “analfabeti di ritorno” dall’altro chi si è preposto a sostituirlo non scivoli non solo sullo stesso errore ma usi lo stesso errore. Quando ieri abbiamo definito il nostro amico “sibillino” lo stesso oggi ha voluto confermarcelo creando la maggiore confusione possibile inserendo ad arte fra i proclami dell’Esecutore Testamentario del Prof Arnone , l’avvio dell’Università Popolare marinese , guarda guarda, l’invito a iscriversi ai corsi dell’Università Popolare di Bolognetta ! Invito firmato dalla Prof.sa Maria Cira Muratore che a quanto pare dirigerà o coordinerà anche quelli dell’Università Popolare di Marineo (scusi prof. potrebbe chiarire grazie ?) cioè chiuse le Provincie avremo presto la Università Popolare della Provincia di Palermo con sede un pò qua un pò la. Ora se si voleva creare confusione ci sono riusciti e questa poca chiarezza è tipica di una certa mentalità “allo spataro” cioè “… non far capire mai quello che pensi… anzi saluta sempre” (in questo caso vasa). Se il suo obiettivo era questo il mio amico Pino ci è riuscito , ma ci saremmo aspettati una pausa perché stiamo appena digerendo la “metamorfosi” della Pravda e abbiamo bisogno di tempo.

Intanto la “mentalità mafiosa” continua a farla da padrone !

PS. Bastava usare meglio la comunicazione perchè questi "incontri" fra "noantri" sono proprio in stile ... e ancor peggio è l'uso vigliacco , infame, di merda di dare "il comunicato" solo a quelli cosidetti amici. Incomincia e continua male Presidente. Lei non è il padrone della Fondazione ma al massimo un mediocre , sino ad adesso, Esecutore Testamentario. Dopo gli anni " spatariani" avremo gli anni "fiducciari" ? Cosa è il virus che vi prende quando alla trasparenza anteponete la mentalità mafiosa !

SINO A QUANDO ?

Mentre il sibillino Pino Taormina dimentico delle passate minacce (ricordate ? mi ero offerto di pagare io l’avvocato se il nostro manumanca lo avesse citato tramite non i suoi avvocati ma quelli non onerosi del comune) non si capisce se sbeffeggia il manumanca al momento escluso anche dalla Pravda, o se sta recuperando coraggio sostituendosi alla Pravda per diventare la Pravda due. Si è vero che appena lo mette in bacheca subito dopo lo oscura calandogli sopra o meglio coprendolo con i messaggi (altro sibillino) del Esecutore Testamentario del Prof. Arnone… E questo ping pong (sembra causato dai muratori che giocano con il Pino Taormina…) perché altrimenti non si spiega come sia possibile che la relazione della Fondazione la pubblica il Benanti mentre il Marineoweb sembra ignorarla.

Ma andiamo in ordine…

Ci siamo arroventati per capire cosa sia una Assemblea Cittadina. Alla fine sembra che i cittadini chiamati a raccolta debbano solo ascoltare le ragioni di chi ha convocata l’assemblea senza diritto al contradditorio e cosi per esempio, viene uno e da degli ubriaconi non solo ad una parte politica ma mette in dubbio se lo siano anche i propri figli come è sicuro lo sia un altro cittadino, già da tempo definito ubriacone da certe canaglie capeggiate sempre dallo stesso. Insomma sono le solite assemblee cittadine alla manumanca e ci è mancato poco che volassero le solite frasi a lui usuali che vanno dalla “puttanella, al vastasu, al solito ubriacone…” . Beato lui che può contare “sulle interpretazioni della Signora Costa” … Quindi chiarito che a Marineo ci sia un solo ubriacone vorrei chiamarVi ad analizzare il video che vi proponiamo. Dopo vari interventi ecco apparire il nostro manumanca e ditemi voi se si può mandare a Roma un figuro simile… Si mi direte è in buona compagnia… Altro che ubriacone… Ora aspettiamo la difesa della “avvocatessa sua…”…

Per favore ridete piano ….
Dopo aver tentato per oltre quattro mesi di fermare l’uomo che dissangua chiunque per promuovere la sola sua immagine , dopo aver gridato ai quattro venti moderazione e non arroganza oggi la Fondazione viene a questo ragionamento…
L’ultimo tema trattato riguarda il Premio di Poesia Città di Marineo. Il Presidente ha avuto modo di manifestare la propria soddisfazione per la riuscita della 40° edizione che ha registrato un notevole successo di pubblico e di commenti positivi anche negli organi di stampa. L’entusiasmo per la manifestazione e per il ruolo che la stessa continua ad avere… (ma che ha preso il viagra ?) nel panorama culturale italiano (sic…), però, devono tener conto anche dell’ingente impegno di risorse che annualmente la manifestazione richiede. Le esigue sponsorizzazioni e la quasi totale assenza di sostegno pubblico da parte degli enti territoriali preposti, ha fatto sì che l’onere finanziario dell’evento sia ricaduto quasi integralmente sulle casse della Fondazione. Di fatto, il riproporsi per le prossime edizioni di questo impegno “esclusivo”, drenerebbe gran parte delle disponibilità dell’Ente inficiando le molteplici attività culturali, a beneficio di tutta la collettività marinese, che le Fondazioni stanno avviando. La Commissione, pur riconoscendo l’alto valore del Premio Internazionale di Poesia Città di Marineo, alla luce dell’impegno finanziario che l’evento richiede, non può che sollevare dubbi sulla riproposizione per gli anni a venire di questo modello organizzativo. Sono state espresse numerose soluzioni che vertono, essenzialmente, sulla diversa cadenza temporale (biennale o triennale) della manifestazione, sul coinvolgimento degli enti territoriali, in primis il Comune, essendo il premio intitolato alla “Città di Marineo”, che deve assicurare un patrocinio oneroso tale da rendere fattibile l’iniziativa. In assenza di tali garanzie la reiterazione dell’evento appare assai difficoltosa. Il Presidente precisa, comunque, che nell’ipotesi che altre entità vogliano farsi carico dell’organizzazione del Premio, le Fondazioni non faranno mancare il loro sostegno (Presidente si sente bene ? Rilegga cosa da mesi le stiamo gridando ?). A chiusura della seduta il Presidente tende a rimarcare che, in linea di quanto disposto dal Dott. Gioacchino Arnone nel creare la Fondazione a suo nome, ci si deve sforzare di indirizzarne tutte le attività ed iniziative verso una maturazione intellettuale, culturale e civile della società marinese ed in particolare verso le nuove generazioni, così da offrire loro anche occasione di sviluppare competenze che possano rappresentare un valore aggiunto per il loro futuro lavorativo.
Ora delle due l’una o ci spiega , Caro Presidente, o la smette di ridere quando noi chiediamo chiarezza e trasparenza o inizi a fare sul serio iniziando ad accompagnare i suoi editti dalle cifre cosi come ci aspettiamo dal comitato di gemellaggio per capire se alla fine possiamo chiamarla tassa “immagine Spatari”.
E come possiamo chiudere senza la chicca sul premio che ci è giunta non da anonimo che avevamo deciso di non pubblicare perché non pensavamo che alla cena “delle beffe” fossero presenti alcuni animali.
Per il Vostro piacere….
“Egregio, non tutti siamo uguali e neppure compiacenti di ciò che avviene e si
dice in giro. E siccome io non voglio essere complice ignaro di un affronto nei
suoi confronti, vorrei raccontarle cosa succede alle sue spalle. Ricordo che
qualche anno fa , quando lei aveva come unico bersaglio dei suoi attacchi
l'oramai ex sindaco ribaudo, i signori che oggi amministrano ne godevano a
iosa. Era solita, la moglie dell'assessore che non si rassegna a mettersi in
pensione, ridere volgarmente quando qualcuno sottolineava la sua imparzialità
nelle accuse al suo acerrimo nemico, forse perché il nemico era comune. Oggi
che lei, la baronessa, e la protagonista con il marito dei suoi attacchi, non
proprio assurdi, questa signora si permette di orchestrare ostacoli e
ostracismi verso di lei. Allora le racconto cose che forse non conosce.
Domenica sera suo cugino è stato ammonito a portarla con se alla cena di gala
altrimenti avrebbe causato una crisi isterica della coppia d'onore. Lo udii
dire alla compagna Marita che se lei si fosse avvicinato per andare alla cena,
allora loro sarebbero andati a casa a Palermo, per non causare problemi. La
realtà e che questa coppia oramai alla deriva gode di questi ultimi istanti di
protagonismo e non sopporta chi osa mettersi tra loro è il successo. Io ritengo
che lei tutto questo doveva saperlo, anche per giustificare lo sforzo di suo
cugino che poverino e vittima e banca occulta di quati arruffoni. … “
Lettera firmata. 9 settembre 2014 h.15.50
Altro che metamorfosi…qui ci trattano da cretini…

martedì 23 settembre 2014

PAPA FRANCESCO E I PAESI DELL'EST EUROPEO




    Ieri abbiamo potuto osservare Papa Francesco durante il suo primo viaggio in Europa, in Albania. Mi è sembrato che simbolicamente rappresentasse tutti i paesi dell’est europeo e il riconoscimento per i martiri del comunismo. Il pontefice stesso ha detto che l’Albania “è un bel segno per il mondo” per la convivenza pacifica di diverse religioni, con la maggioranza musulmana e con i cattolici a soli 16,8% che durante il regime comunista furono perseguitate tutte. Non nella stessa misura perché solo i cattolici hanno il ‘capo’ a Roma e quindi la grave accusa di essere ‘spie del Vaticano’ (magari solo perché hanno studiato a Roma) è toccata soprattutto ai sacerdoti cattolici. Ma fra i perseguitati nasceva una certa solidarietà e rispetto che durano ancora oggi. I testimoni sopravissuti hanno detto che sono rinati dalle ceneri e la piazza Madre Teresa di Calcutta, strapiena e colorata coi colori del Vaticano bianco e giallo, lo testimonia.
   Io provengo da un altro Paese dell’Est la Repubblica Ceca e ho conosciuto quelle ‘spie del Vaticano’ che hanno subito “atroci sofferenze e durissime persecuzioni” ricordate dal Papa Francesco.  Sono persone che abbiamo ammirato perché non hanno perso la fede anzi sono diventate veramente umane: i nostri modelli. Quando è venuto a Praga Giovanni Paolo II poco dopo la caduta del Muro di Berlino, noi eravamo lì con mio marito e i nostri figli. Riesco ad immaginare la meraviglia che avranno vissuto ieri a Tirana con il Papa e al posto delle bandiere rosse  e delle scritte gigantesche che  elogiavano il comunismo. Noi a Praga avevamo i brividi e le lacrime negli occhi per la commozione e il nostro presidente Václav  Havel accolse il pontefice all’aeroporto con queste parole: “Non so se so cosa è un miracolo, ma ho l’impressione di assistere ad un miracolo”. Era comprensibile perché era passato poco tempo dalla situazione precedente. Era la prima domenica dopo Pasqua quando si leggeva il vangelo dell’episodio di Gesù che passava attraverso la porta chiusa e Giovanni Paolo II disse che nei Paesi dell’Est europeo Gesù è passato attraverso la porta chiusa.
   Se per gli albanesi Madre Teresa di Calcutta rappresenta il personaggio albanese più noto nel mondo, chiunque viene a Praga non può non vedere in piazza Venceslao  un monumento equestre che rappresenta questo patrono dei boemi che ricorderemo il prossimo 28 settembre. E’ più difficile sapere chi era san Venceslao perché dovremmo conoscere la storia dell’alto Medioevo. Nacque nel 907 e governò il suo ducato riconoscendo i suoi vicini più potenti privilegiando la convivenza pacifica, il dialogo alla violenza.  Nella lingua ceca Venceslao si dice Václav, nome ancora comune, speriamo che si diffonda anche la sua grande cultura e spiritualità di cui abbiamo bisogno in tutta Europa, non solo all’Est.
   Oggi abbiamo altre minacce alla fede e alla vita pacifica e Papa Francesco ricorda: “L’intolleranza verso chi ha convinzioni religiose diverse è un nemico molto insidioso, che oggi purtroppo si va manifestando in diverse regioni del mondo”. Speriamo che non parli anche di casa nostra, dell’Italia. Il coraggio e il martirio dei cristiani che hanno difeso la loro fede e la libertà di opinione anche con la vita sarebbe un po’ vanificato.  Rimangano i nostri modelli.
Milano, 22.09.2014                                                         Růžena Růžičková

Quando il Cardinale Casaroli, ministro degli esteri del Vaticano, venne a Praga e ci disse :dimentichiamo il comunismo pensiamo al futuro ! Significava dimenticare i martiri dell’est ma anche ottenere la totale libertà di culto che era negata e repressa nel sangue. I nostri preti (il nostro aveva alle spalle oltre ventanni di prigione come “spia del vaticano” e un altro si salvò perchè già vittima del nazismo, da loro fummo sposati e i nostri figli battezzati) furono protagonisti di una persecuzione pari a quella di Nerone e di Diocleziano. Ad un tratto fummo costretti a dimenticare. Noi non possiamo perché siamo stati parte in causa, testimoni (martiri appunto) di cosa significa la fede. Anche Madre Teresa , che dovevamo incontrare a Roma nella Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme non si presentò quel giorno all’appuntamento perché come diceva un cartello (che ancora oggi conservo)  quella notte ci lasciò per andare alla casa del Padre.so.

lunedì 22 settembre 2014

L'APPUNTAMENTO DI DOMANI !


LE METAMORFOSI

Dopo aver letto e riletto Ovidio non siamo riusciti lo stesso a venirne a capo. Eppure noi siamo una realtà a livello internazionale dove distribuiamo premi , dove scrittori e poeti pullulano, dove i nostri blog superano il milione di contatti, ma soprattutto dove non riusciamo a far combaciare la etica religiosa con la etica morale. Menzogne e mistificazioni sono a qualsiasi livello malgrado abbiamo un parroco alla disperazione che non riesce a finire il suo nuovo libro sul “rancore” perché angosciato ! Si misura ancora la risposta all’offesa più che l’offesa e ci si costruiscono sopra verità molto labili . Ma non possiamo non cogliere i grandi mutamenti che sono in corso ! Non saranno sfuggiti ai nostri lettori le sostanziali metamorfosi in atto. Da Piazza Marineo a Marineoweb al Cesim i capovolgimenti di fronte portano a riflettere. Il Guglielmo lascia , si trasferisce su altri temi che poi erano quelli che si era prefisso fin dalla sua nascita.

venerdì 19 settembre 2014

GLI ULTIMI CENTO ANNI DELLA GUERRA DI TROIA



Ero un ragazzo e Pino Calderone era una specie di “agente” della giovanissima Einaudi editore di Torino. Lui intellettuale riservato preparato non paragonabile, io scalpitavo cercando di anticipare un futuro impossibile. Avevamo in comune principalmente l’esigenza che i ragazzi debbono scegliere i professori ed io rinunziai a proseguire gli studi perché questo desiderio era inesaudibile. In quegli anni cinquanta su Einaudi usci Civiltà Sepolte di Ceram ed io cosi incontrai Heinrich Schliemann. Da poco avevamo conosciuto Giuseppe Calderone e le sue Antichità Siciliane e scorrazzavamo fra le colline di Marineo in cerca di siti più mitologici che archeologici. Il Ceram di colpo ci fece cambiare strategia portandoci ad una nuova consapevolezza. Da Salvatore Scarpulla venne fuori una copia dell’opera del Calderone e questo ci evitò di ricorrere continuamente alla Biblioteca di Palermo (ancora non era uscita l’edizione in reprint da me suggerita). Con questi volumi in mano imitammo lo Schliemann  quando a Troia con in mano l’Iliade ne cercava  le tracce sul terreno: i due fiumi, le distanze, la circonferenza e mille deboli segnali che il prussiano scopriva nella collina di Hissarlik. Tentammo anche noi la stessa operazione alla Montagnola senza successo e cosi decidemmo di affidarci all’intuito. Scegliemmo due punti: uno vicino ad un mandorlo dove emergeva dal terreno una specie di “muretto”, poi recuperato dagli ultimi scavi, e l’altro quasi sotto il cimitero verso lu malupassu che si verificò più prolifico (moltissimi pendoli e un vaso, oggi al museo-cimitero di Palermo). Il tutto spinse l’allora Sindaco a segnalare la cosa alla Sovraintendenza e da li nacque il filone che ha portato agli scavi recenti.
Questa esperienza che mi portò a conoscere il prof. Vincenzo Tusa, (era il momento più drammatico quando venne  a Marineo ) , non mi allontanò dal tema principale ma suscitò un legame di studi ancora oggi indissolubile. Cercai tutte le notizie possibili su Heinrich Schliemann e Troia e il mondo a cui tutto ciò apparteneva. Il mito Troia divenne il mito  Schliemann . Seguii la feroce campagna scatenata dagli studiosi contro di lui che certamente prima di essere un archeologo fu un affarista poi un mecenate ed infine subì la gogna che gli scatenarono contro coloro che il destino aveva premiato con piccole scoperte mai simili a quelle di  Schliemann . Intanto l’archeologia divenne antropologia, scienza, portando tutte le materie a interagire. Qualsiasi insinuazione  non scalfi mai il mito Heinrich Schliemann  . Poi smisero di aggredirlo sopratutto quando si resero conto che le loro aggressioni valevano quanto i suoi difetti. Poi venne la stagione di Troia “viaggiante”. In quella che era la Jugoslavia, mentre andavo a Mejugorie (1985), risalii un certo fiume che mi doveva portare alla Troia localizzata in Jugoslavia da uno studioso non sprovveduto. La cosa durò poco perché sostenere tale tesi ci volevano argomenti più solidi. In tempi recenti nacque la Troia nel Baltico. Forte di alcuni toponimi e coincidenze seguimmo questa Troia nel Baltico suggerita da F.Vinci nel 1995. Tralascio alcune altri piccoli posizionamenti un po’ ovunque. Intanto ad un ritmo mensile io viaggiavo fra Istambul , Troia, Micene e Atene…
Altro filone fu quello del tesoro di Priamo poi diventato di Schliemann . Parte del materiale fini nella città di Schliemann dove usava, durante i matrimoni, rompere dei vasi in segno augurale. Quindi vi lascio immaginare i vasi troiani in questo uso. Fra Istanbul, Atene e Berlino ci sono grandi tracce di questo materiale. La parte più corposa finisce a Berlino. Hitler dà precisi ordini per salvaguardare il materiale sotto l’incalzare dei sovietici e qui si perdono le tracce. Bisogna aspettare il 1993 quando Boris Eltsin - ospite del Presidente greco - rivelò inaspettatamente l'ubicazione del tesoro nel museo Puškin. La circostanza sarebbe stata confermata dallo stesso Eltsin alla Literaturnaja Gazeta, nonché dal ministro della cultura russo Sidorov.
A questo punto mi organizzo per andare a Mosca subito dopo la notizia che il tesoro verrà esposto al Puskin. Poi arriva la notizia che la mostra si ripeterà ad Atene e quindi nasce la disputa a chi spetta questo tesoro.
In quei giorni un antiquario fiorentino inserisce nel suo catalogo 2 opere. Il Micene e il Troia (Ilion) le due edizioni curate nel 1878 dallo stesso Schliemann, oggi introvabili. Non posso permettermi il costo dei due volumi e cosi acquisto subito quello su Micene (in quei giorni spasimavo più per Micene) e pongo un opzione per l’altro volume. Passo la notte insonne e la mattina dopo richiamo l’antiquario chiedendo di spedirmi il secondo volume. Mi si risponde che è stato venduto per errore, ignorando la mia opzione. In pratica l’antiquario aveva sbagliato il prezzo pubblicando il catalogo con un prezzo dieci volte inferiore e accortosi dell’errore lo ha ritirato vendendolo non so a chi e a che prezzo. A me rimane il Micene ! Ti fa una certa emozione avere fra le mani una edizione curata dallo stesso Schliemann appena finiti gli scavi ….
Inizia un lungo periodo dove escono diversi volumi. Dalla biografia dello Schliemann veniamo a sapere della sua immensa parsimonia, dei rapporti con la moglie e …. addirittura sembra che frequentasse un orafo…. Insomma lo Schliemann oltre che falsario rischia l’accusa di essersi inventato tutto. Iniziano gli scavi moderni si stabilisce quale sia la Troia omerica (Troia VIIa  Blegen  1300 – 1170 ac) e la nuova archeologia fa autocritica e riconosce a Schliemann quello che è di Schliemann. Si diano da fare loro adesso … Intanto Ventris decifra la scrittura lineare B, Dopperfield continua i suoi scavi e si passa all’uso totale degli studi coinvolgendo antropologia,storia dell’arte,chimici,informatici,epigrafisti,geologi,ittologi, archeobotanici, omeristi ,  analisti di testi e cosi via .
Dopo un secolo di tensioni torna il sereno. Manco a dirlo ! Da quando quel 11 giugno del 1182 a.c. Troia venne distrutta (Dionisio di Alicarnasso,sic) …
Intanto irrompe il popolo Arbereshe … per noi sono semplicemente “quelli di Piana…”. I chianoti ! Sembra uno scherzo… Pirro discende da Alessandro il Grande , sua madre Olimpiade discende da Achille da cui Pirro-Neottolemo  figlio di Achille sino al Pirro che poi venne in Sicilia. Il filo ti riporta al tema originale : Troia. Seguo le due piste: gli Arbreshe per arrivare dopo Skandeberg al Guerino detto il Meschino  di Durazzo. Lavoro sopra un edizione del 1861 l’anno in cui nasce mio nonno. Impossibile non arrivare all’edizione critica del Mauro Ceronetti e di Tullia d’Aragona in versi quasi a tutti sconosciuta , che poi scoprirò in qualche modo che si incontra con un Beccadelli… ma questa è un'altra storia. Intanto un certo Barry Strauss coi tipi di Laterza usando tutto lo scibile possibile irrompe sulla guerra di Troia . Questo professore analizza tutti i “gesti” della guerra di Troia dandone una spiegazione: Troia diviene la città Ittita di Wilusa… Strauss usa un metodo nuovo cucendo assieme tutte le scienze per analizzare tutti gli episodi omerici. Usanze, abitudini, diplomazia, guerre e vita comune. Un ottimo lavoro. Poi giunse il tempo del plausibile … e vi basti  l’esempio della morte di Achille il quale colpito nel suo mitico tallone, che lo rendeva invulnerabile, da una freccia  si può legittimamente supporre che più che la sua vulnerabilità violata fosse il veleno della freccia a causarne la morte. Cioè rendere il tutto plausibile : ovvero tradurre il mito !
Si arriva al momento della sintesi e qui ci soccorre Lindsay Clarke che con il suo Guerra di Troia collega tutti i miti e i “fatti di Troia” facendone un “romanzo usando i miti” , collegandoli permettendoti di accedere ad un filone continuo e omogeneo chiarendo il chi il come e il perché, il tutto preso dalle centinaia di fonti. Un dizionario dei miti tradotto nel  romanzo della guerra di Troia …
Intanto  Atene non sfugge al virus innovativo e rivoluziona il suo prestigioso museo. Per decenni abbiamo ammirato “la maschera di Agamennone” che per imponenza gareggiava con il mitico vaso di Eufronio del Metropolitan Museo di New York o con la Venere di Morgantina, o ai bronzi di Riace o altri casi simili. La maschera di Agamennone viene declassata a “maschera funeraria” , il vaso di Eufronio da “star mondiale” finisce al campidoglio a Roma dove il 90 per cento degli italiani ne ignora persino l’esistenza, la Venere di Morgantina (vedi  G.G.Stella) è stata di nuovo sepolta, e i Bronzi ritornano nel mare dell’oblio. Mentre succede tutto questo irrompono nel vialone davanti il museo di Atene i carri armati dei Colonnelli diretti a far strage al politecnico di Atene (novembre 1973) di fronte la Casa della Cultura italiana ed io mi rifugio dentro il Museo perché quando gli uiomini vanno in giro con i carri armati i primi a pagare sono le opere d’arte che vengono ridipinte con il sangue della gente !.
Sopita la polemica Schiliemann, ridimensionato il mito Troia.
Mandorlo e muretto
Poi mi accade nel periodo che venivo ospitato anargiricamente alla Favarella che o la sera tardi o la mattina prestissimo mi spostavo nel piazzale della Montagnola antistante il cimitero e mi guardavo la valle prima in direzione di Solunto e usando l’accendino mimavo i falò degli antichi come strumento di comunicazione, poi spostavo lo sguardo a fondo valle per ascoltare le decine di mulini ad acqua che  resero famosa Marineo, poi mi parve di sentire le voci, le grida e le urla dei normanni che costruivano il ponte dei diavoli a Risalaimi per ingannare gli arabi facendogli credere che  fossero i diavoli a costruire quel ponte che si presupponeva servisse per passare un fiume allora impetuoso, oggi sparito, e aggirare l’esercito nemico con uomini e macchine da guerra … poi sentivo le voci  delle migliaia di persone che avevano abitato la collina e dialogavo con loro e non era un ostacolo che fossero elimi e greci, punici e romani arabi o bizantini, normanni o borboni perché erano accomunati non dalla lingua né dalle idee ma dall’appartenenza allo stesso luogo dove  erano nati e ora sepolti. Poi un giorno mi capitò, di buon mattino, che ,prima un gruppo con furgone poi alla spicciolata si formasse una buona squadra di lavoro e man mano che si formava io li interrogavo e mi venne spiegato che erano dei giovani alcuni locali altri del circondario che facevano parte della campagna di scavi che proprio quel giorno iniziava. Molti sconoscevano il percorso , l’iter per cui si era arrivati agli scavi e discutendo una di loro mi racconto questa storia :” Senza scomodare i classici da Diodoro in poi cerchiamo la Ancyra usando come fonte principale  un certo Padre Calderone che in alcuni volumi parla e descrive il sito. Poi giunsero in Sovraintendenza delle segnalazioni su un gruppo di ragazzi che “lavoravano” sul sito ed oggi siamo in una area dichiarata “archeologica” per iniziare gli scavi sperando … “ Ascoltai esterrefatto e volevo dire “guardi che io sono uno di quei ragazzi …” . Ma le cose che avrei voluto dire erano tante e allora non dissi nulla … e continuai a interagire con gli antichi abitanti della Montagnola … che ora mi dicono chiamarsi Makallesi…
Un secolo e mezzo di “novità” su Troia di cui gli ultimi cinquanta vissuti intensamente sembrava che nulla di  eclatante e nuovo dovesse coinvolgerci e bastava seguire alla lontana le nuove ipotesi quando irrompe l’unico tema sino ad oggi sfiorato.
L’unico che ancora era uscito indenne , che aveva superato l’aggressione a Schielemann e a Troia era Omero. La schiera si ricompone perché l’unico modo che può farti apparire è aggredire chi è stato più grande di te tentando di distruggerlo e non quello di creare qualcosa di simile. Si inizia ad aggredire Omero come storico e non come poeta. Già la Rosa Calzecchi-Onesti (Einaudi 1987) e poi  mandando in pensione il Pindemonte e il Monti che più che traduttori erano interpreti o meglio poeti che traducevano un poeta che venivano accusati  per  “quel modo di tradurre”. Ora la mira si è alzata e Omero dopo le interpretazioni plausibili viene confutato e trattato da storico inattendibile. A milioni di studiosi sono sfuggiti  Darete Frigio e Ditti Cretese ma soprattutto il Darete nella traduzione latina della Storia della Distruzione di Troia avvalorata da Cornelio Nepote (definiti , il Darete e il Ditti,  “storici” dai Padri della Chiesa) , si pensa al Darete come “testimone oculare” e la descrizione fisica che fanno dei personaggi e del racconto dei fatti sembra avere lo scopo di mandare Omero in pensione dimenticando che qualsiasi paragone è fasullo in quanto Omero era e rimane un poeta e non  uno storico. Tre lavori, dopo quelli ottocenteschi del Meister usciti a Lipsia,  la traduzione e commento del nostro Giovanni Garbugino (seguito quasi a ruota) da Luca Canali  e Nicoletta Canzio (2014 traduzione e note) subito incalzati dagli studi di Valentina Prosperi (Omero sconfitto). Questi ultimi lavori non facili da seguire, dai non accademici, seppur agevoli i primi due, più specifici quelli della Prosperi, richiedono oltre alla conoscenza del tema una enorme quantità di rimandi molto faticosa per chi non è studioso del tema.
C. Guastella,G. Perrone,C. Triolo,M. Triolo, O.Sanicola,G.Fragale
 Ora immaginare un “contemporaneo” della guerra di Troia che rimette in discussione ciò che ci ha accompagnato per tutta la vita che seppur corrisponde alle esigenze del nostro tempo (smitizzare) toglie il sapore che il mito e la poesia ci ha dato. Ora lasciamo che l’aridità faccia il suo lavoro cercando di non farci coinvolgere, certi che la natura ci preservi il gusto e il sapore delle cose oltre la scienza. Un aiuto ci viene dai nuovi “romanzi-storici”. Sulla scia del grande successo ottenuto nell’ottocento, un nuovo genere fra il romanzato l’archeologo e lo scientifico viene a interessarci con la rivisitazione di tutto il mondo antico. Storia leggenda e mito si fondono nuovamente con la differenza che molti sono studiosi, archeologi, professori. Uno per tutti Valerio Massimo Manfredi che anche se non sempre ti dà le risposte se non altro ti cita tutte le supposizioni. Era prevedibile che colmasse un vuoto , quello dei Ritorni e cosi sembrava stesse facendo ma il suo saltellare da un mito all’altro del mondo antico lo ha distratto. Ma non vogliamo ipotizzare il futuro.
Non possiamo tralasciare le tracce lasciate nell’epica cavalleresca. Tutto il ciclo “rolandiano-italiano” inizia dalla guerra di Troia e più precisamente dalla spada di Ettore e delle sue armi che coinvolgono molti dei personaggi principali delle nostrane chanson de geste. 
“Cosi queste storie vivranno, si accresceranno, cambieranno fino a quando vi saranno poeti per raccontarle … e chiunque affermi di possedere la verità sulla guerra di Troia è solo un illuso che si lascia trascinare dalla vanità”. Femio bardo di Itaca (Lindsay Clarke 2004).
Padre Tuzzolino interviene sul tema "i giovani e l'archeologia" organizzato dall'Omnia 1957

Proporre una bibliografia ,anche essenziale, è utopistico, cito solo quella più recente che affronta Schliemann e Troia. Del resto i nuovi sapienti sanno che basta inserire una sola citazione su Wikipedia per passare da sapienti a studiosi…
-Lindsay Clarke La Guerra di Troia, Sonsogno-Marsilio 2010
-Barry Strauss La Guerra di Troia , Laterza 2009
-Valentina Prosperi , Omero Sconfitto, Edizioni di Storia e 
   letteratura 2013
-Darete Frigio Storia della Distruzione di Troia di Luca Canali e  
 Nicoletta Canzio Lit edizioni 2014
-Darete Frigio La storia della distruzione di Troia a cura di
 Giovanni Garbugino Edizioni dell’Orso 2011
-Heinrich Schliemann Micene 1878
-W.Ceram , Civiltà Sepolte , Einaudi Torino 1954
-Giuseppe Calderone , Antichità Siciliane Palermo Torino 1892
-Omero nel Baltico 1995
-Orlando Innamorato di Maria Matteo Boiardo
-Orlando furioso di L. Ariosto
-Iliade, Odissea Eneide