martedì 23 settembre 2014

PAPA FRANCESCO E I PAESI DELL'EST EUROPEO




    Ieri abbiamo potuto osservare Papa Francesco durante il suo primo viaggio in Europa, in Albania. Mi è sembrato che simbolicamente rappresentasse tutti i paesi dell’est europeo e il riconoscimento per i martiri del comunismo. Il pontefice stesso ha detto che l’Albania “è un bel segno per il mondo” per la convivenza pacifica di diverse religioni, con la maggioranza musulmana e con i cattolici a soli 16,8% che durante il regime comunista furono perseguitate tutte. Non nella stessa misura perché solo i cattolici hanno il ‘capo’ a Roma e quindi la grave accusa di essere ‘spie del Vaticano’ (magari solo perché hanno studiato a Roma) è toccata soprattutto ai sacerdoti cattolici. Ma fra i perseguitati nasceva una certa solidarietà e rispetto che durano ancora oggi. I testimoni sopravissuti hanno detto che sono rinati dalle ceneri e la piazza Madre Teresa di Calcutta, strapiena e colorata coi colori del Vaticano bianco e giallo, lo testimonia.
   Io provengo da un altro Paese dell’Est la Repubblica Ceca e ho conosciuto quelle ‘spie del Vaticano’ che hanno subito “atroci sofferenze e durissime persecuzioni” ricordate dal Papa Francesco.  Sono persone che abbiamo ammirato perché non hanno perso la fede anzi sono diventate veramente umane: i nostri modelli. Quando è venuto a Praga Giovanni Paolo II poco dopo la caduta del Muro di Berlino, noi eravamo lì con mio marito e i nostri figli. Riesco ad immaginare la meraviglia che avranno vissuto ieri a Tirana con il Papa e al posto delle bandiere rosse  e delle scritte gigantesche che  elogiavano il comunismo. Noi a Praga avevamo i brividi e le lacrime negli occhi per la commozione e il nostro presidente Václav  Havel accolse il pontefice all’aeroporto con queste parole: “Non so se so cosa è un miracolo, ma ho l’impressione di assistere ad un miracolo”. Era comprensibile perché era passato poco tempo dalla situazione precedente. Era la prima domenica dopo Pasqua quando si leggeva il vangelo dell’episodio di Gesù che passava attraverso la porta chiusa e Giovanni Paolo II disse che nei Paesi dell’Est europeo Gesù è passato attraverso la porta chiusa.
   Se per gli albanesi Madre Teresa di Calcutta rappresenta il personaggio albanese più noto nel mondo, chiunque viene a Praga non può non vedere in piazza Venceslao  un monumento equestre che rappresenta questo patrono dei boemi che ricorderemo il prossimo 28 settembre. E’ più difficile sapere chi era san Venceslao perché dovremmo conoscere la storia dell’alto Medioevo. Nacque nel 907 e governò il suo ducato riconoscendo i suoi vicini più potenti privilegiando la convivenza pacifica, il dialogo alla violenza.  Nella lingua ceca Venceslao si dice Václav, nome ancora comune, speriamo che si diffonda anche la sua grande cultura e spiritualità di cui abbiamo bisogno in tutta Europa, non solo all’Est.
   Oggi abbiamo altre minacce alla fede e alla vita pacifica e Papa Francesco ricorda: “L’intolleranza verso chi ha convinzioni religiose diverse è un nemico molto insidioso, che oggi purtroppo si va manifestando in diverse regioni del mondo”. Speriamo che non parli anche di casa nostra, dell’Italia. Il coraggio e il martirio dei cristiani che hanno difeso la loro fede e la libertà di opinione anche con la vita sarebbe un po’ vanificato.  Rimangano i nostri modelli.
Milano, 22.09.2014                                                         Růžena Růžičková

Quando il Cardinale Casaroli, ministro degli esteri del Vaticano, venne a Praga e ci disse :dimentichiamo il comunismo pensiamo al futuro ! Significava dimenticare i martiri dell’est ma anche ottenere la totale libertà di culto che era negata e repressa nel sangue. I nostri preti (il nostro aveva alle spalle oltre ventanni di prigione come “spia del vaticano” e un altro si salvò perchè già vittima del nazismo, da loro fummo sposati e i nostri figli battezzati) furono protagonisti di una persecuzione pari a quella di Nerone e di Diocleziano. Ad un tratto fummo costretti a dimenticare. Noi non possiamo perché siamo stati parte in causa, testimoni (martiri appunto) di cosa significa la fede. Anche Madre Teresa , che dovevamo incontrare a Roma nella Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme non si presentò quel giorno all’appuntamento perché come diceva un cartello (che ancora oggi conservo)  quella notte ci lasciò per andare alla casa del Padre.so.

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