Sole
dirsi che i poeti danno la parte migliore di se nel dolore. Vale anche
per gli scrittori e basti pensare a Poe e Salgari per capire come possa
un animo tormentato trasferire nella poesia o in uno scritto pathos e
sentimenti. Ma sole anche subito dopo “partecipare” gli
altri tutto questo anche per liberare l’animo. Dopo giorni e giorni di
abbuffate poetiche (ci sarà uno che ne ricorda una di poesia ?) , dopo
aver capito che sarà difficile apportare modifiche alla struttura di un
premio che costa anche ad altri (penso alle rinunzie che la Fondazione
dovrà fare avendo investito troppo su questo evento). Come penso alla
forte reazione di molti esponenti la banda e l’orchestra ( Maestro Pepe,
vada da San Ciro…) che mi invitano a prendere “dura” posizione verso la
Fondazione che si avvia ad un ennesimo disastro economico, come se le
mie “dure” posizioni sortissero effetti in un ambiente “a matula” dove
la risposta ti viene data con la continua esposizione , di mussoliniana
memoria, di un duce che presto sarà un mese che ci appare come usava
fare Mao , Mussolini o Manumanca per non citare altri.
Aspettando Ezio Spataro viviamo di mediocrità che non ci fa sorridere , ma ridere piangendo !
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