sabato 17 ottobre 2015

ACQUAVERDE 11



ACQUA VERDE 11
La storia che volevo raccontarti
DI  SALVATORE GIUSEPPE POMARA

IL RACCONTO DELLA DOMENICA

…nautru cuntu





Abitavano sotto lo stesso tetto al centro del paese, in una casa modesta a pochi passi dalla piazza e accanto alla chiesa alla quale stava quasi addossata. Una stanza al piano terra, una al primo e un’altra all’ultimo, tre ambienti in tutto che in considerazione del fatto che a quei tempi la casa fungeva solo da dormitorio erano anche tanti. Qui nonno e nipote trascorsero un tratto della loro vita. Il piano terra, diviso a metà da una parete di gesso, era la zona dove si svolgeva la vita della famiglia. I due ambienti prendevano luce dall’ingresso che dava sulla strada principale e da una piccola finestra che si affacciava nel vicolo laterale. A mano manca, entrando, una porta chiudeva la scala per i piani di sopra. Poco più in là, dallo stesso lato, c’erano il forno a legna e il camino. Più avanti, in un angolo, faceva mostra di sé la botticella di rovere col vino centenario. La botte grande si trovava nella casa attigua, dove c’erano anche la capra e le galline. Il mobilio era molto semplice e comprendeva, a parte gli utensili da cucina, la vetrina, dove c’erano piatti, tazze e bicchieri che non si usavano mai, un tavolo rotondo e un numero imprecisato di sedie. Il camino, che in passato serviva per preparare i cibi, si accendeva solitamente nelle giornate invernali. Si mettevano ad ardere dei tronchi d’ulivo per alimentare il fuoco che durava l’intera giornata. La famiglia si piazzava a semicerchio davanti alla fiamma, mentre Lorenzo cominciava uno dei suoi cunti; ne conosceva un’infinità, perciò c’era sempre una storia nuova. Pepo pendeva dalle sue labbra. E quando il nonno con le parole «e tutti vissero felici e contenti» metteva fine al racconto, non c’era volta che non chiedesse: «nautru, nautru cuntu».






They lived in the center of the town, in a house a few steps from the square and next to the church. There was a room on the ground floor, a room on the first, and a room on the second; three rooms altogether, which was a lot, especially considering that at that time, the house was only used as a dormitory. It was here that the grandfather and the grandson spent a part of their lives.
The ground floor was divided in the middle by a wall; this was the area where the family lived. The two rooms received light from the front door, which opened out into the main street, and from a small window, which open out to overlook a side lane. On the left of the entrance, a door led to the stairs.
 A little further, on the same side, there was a stone oven and a fireplace. Further still in a corner, stood a small barrel containing a hundred year old wine. The big barrel was in the next house with the goat and the chickens. The furniture was very simple: Apart from the kitchen utensils, there was a breakfront holding dishes, cups, and glasses which were never used, a round table, and a certain number of chairs.  The fireplace, used in the old days to cook food, was lit only during winter. They stacked down olive logs to feed the fire then, and that lasted the whole day. 

The family would sit in a semicircle in front of the flame, and Lorenzo would start one of his tales; he knew a lot of them, and there was always a new story.
Pepo was fascinated by them and never got tired of listening. And when his grandfather, with the words "and everyone lived happily ever after", put an end to the story, he always asked: "One more; one more tale."

 

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