lunedì 30 maggio 2016
sabato 28 maggio 2016
IL SIMPOSIO DELLE MUSE
Mi conforta il commento di Filippo
Fragale (ultimo numero de La Rocca) sul giudizio che da sui marinesi e il mondo
della cultura. Eppure lui è uno di quelli “ebri” che possono smuovere centinai
di parenti e riescono a riempire sale e piazze. Eppure lamentarsi della propria
“Passione” facendone parte è un chiaro messaggio. Per non dimenticare che fummo
noi a dare le prime avvisaglie su un testo simile ! Questo gruppetto ,che ha fatto cose graziose
in passato, pecca di modestia e a noi basta osservare che mai li vediamo in
nessuna occasione se non sono invitati o coinvolti: cioè si comportano, come
dice il Fragale, come la gente di cultura marinese.
Abbiamo preso lo spunto di questa “uscita
ebra” per parlare della serata di ieri al Castello. Lo Spataro, che non ha
voluto inserire il gluglielmo fra gli sponsor della manifestazione, si è
prodigato ad inviare inviti a matula a destra e a manca selezionando servi e
avversari ottenendo una sola presenza marinese ! Gli altri (una settantina…)
sembravano selezionati da un catalogo di gente “che ama la cultura e la conosce”.
Si sono formati subito capannelli di gente che commentava e criticava. Se poi
aggiungete la naturale capacità dei tre mentori che, come i pittori hanno
ricevuto il dono della pittura, loro quello della parola. E cosi il nostro
assessore ha fatto la sua bella figura (non manca a lui) nel presentare gli
ospiti e ascoltare il critico è stato un piacere perché loro conoscono tutte le
leve per rendere affascinante qualsiasi opera. Ovviamente se hanno a
disposizione qualità ! Il prof. Romano (già prof di suo) e avvezzo ai mille
eventi a cui partecipa (dal cannolo d’oro alla cassata d’argento, dal Premio ai
centenari ai “sopravvissuti alla resistenza”) ha “incantato” con il consueto
sfoggio di cultura facendosi come al solito apprezzare. Sino a quando non
sparisce (ma come mai ha sempre un altro impegno attaccato dopo) allontanandosi
precipitosamente lasciandoci come appestati.
Ma per fortuna è intervenuto un
caso che ha coperto , ammesso che ve ne fossero. Pecche e disfunzioni. Avevamo
notato la presenza di una decina di Signore indefinibili per bellezza ed
eleganza. Ricevevano occhiate di solito usate da spasimanti. Si muovevano con
grazie e spesso siamo andati dal Pulizzotto per complimentarci per la scelta
degli ospiti. Mentre eravamo assolti in questo compito un indigeno, uno di
quelli fuori mura artista dentro mura … (lasciamo perdere) inizia ad
accarezzare quel pianoforte ormai a tutti familiare. Fu allora che dal quel
gruppo di signore se ne staccano otto. D’istinto, non organizzato, sconosciute
fra loro iniziano a sussurrare al
maestro Fabio Lima prima un titolo poi un altro passando dal classico alle
canzonette, da arie note a quelle struggenti. Non era un coro, non erano solisti,
non stavano provando. Si è ripetuto il fenomeno frequente nella mitologia greca:
l’incontro delle muse !
Io al posto di Spataro e Pulizzotto
anzicchè mandare inviti alle varie “proloco, congregazioni, circoli, personalità”
gli proibirei l’ingresso o li sottoporrei ad un esame preventivo.
Stavolta debbo ringraziare lo
Spataro e il Pulizzotto per non averci fatto passare per…
Bellissima serata !
PESCO TRASLOCA
Mi chiama il signor (diciamo non
ricordo il nome) e mi dice: Sanicola tutto il paese è illuminato (c’è chi parla
di un milione di lampadine…) tranne a la Santa Cruci. Mi sono lamentato con lo
Spataro ma lo stesso con un lungo discorso mi ha rispedito da Assiria (sic) e poi da Pesco…
Claudio Pesco (imprenditore
emergente) trasloca. Dal Monumento è passato al Crocifisso ora pur non allontanandosi
è passato al… passetto-corso dei Mille. Ma lui non è uomo da cose normali. Se
pensate che è riuscito a trasformare il Corpus Domini da un giorno di festa ad
un mese da “domini” . E se non bastasse è impegnato in un trasloco di
attrezzature mica facili da muovere. Che è impegnato in pappe e pappine, che
essendo uno dei pochi Superiori pensanti fa la sua parte allo “spinella” cioè
una enorme quantità di lavoro manuale, poi deve “raccogliere” le adesioni
per il suo catalogo che presto supererà la Britannia e la Treccani, tutto
questo mentre si esercita con lo strumento musicale confuso fra giovani
musicanti arrampanti e vecchi tromboni. Si è vero che c’è un nuovo superiore ,
ma la sua mano ancora non si vede. Questa imponente luminaria che “oscura” quella di San Ciro “spinge” il
popolo più verso il pane e circensis che verso il significato della festa
stessa. E’ vero che la scaletta prevede l’80 per cento di appuntamenti
religiosi , ma … finita la festa gabbato lo santo…
Spero che il Pesco faccia in tempo a
soddisfare la richiesta dei “santacruciani” magari alleggerendo qualche altra
zona eccessivamente illuminata anche perché è l’unica festa che prevede la
presenza della processione nelle varie zone del paese e sarebbe stato bello
rendere “centrali” i vari quartieri del paese trasferendo i festeggiamenti e
tutto il resto nel quartiere interessato. Tipo eroi per un giorno. (Potrebbe essere un invito per il nuovo superiore, ammesso che...).Per non
dimenticare l’infiorata dove un sabato da leoni permetterà a tutti di vivere
una notte sotto i riflettori dopo aver passato la giornata a sradicare petali e
riciclare fondi di caffè .
Sulle mise delle signore vi relazioneremo ... da domenica !
venerdì 27 maggio 2016
FARE SISTEMA
Lampi di luce di G.Lupinacci |
Lunedì 30 maggio alle ore
16,00 nei saloni dello “Splendid Hotel La Torre” di Palermo, si svolgerà il
Convegno: “Sicilia: arte, cibo, cultura, turismo. Fare sistema per la crescita
e lo sviluppo”, organizzato dall’Associazione Futurlab – Costruiamo il futuro -
in collaborazione con la società Des S.r.l.
Gli Illustri Relatori: dott.
Giuseppe De Santis, esperto in programmazione comunitaria; dott. Saverio
Panzica, esperto di turismo e consulente per la società Des, il dott. Paolo
Rapisarda, direttore del CREA di Acireale e il prof. Antonio Purpura, ordinario
di Economia del turismo, analizzeranno tre settori dell’economia di rilevanza
strategica per la nostra Isola con la formulazione di concrete proposte
finalizzate alla valorizzazione delle nostre “eccellenze” e del nostro
patrimonio artistico.
In esposizione, opere pittoriche
dell’arch. Gabriella Lupinacci.
Concluderà i lavori Giuseppe
Giuffrè, conosciuto e stimato chef.
L’evento avrà come moderatore il
dott. Nuccio Vara, noto giornalista.
Aprirà i lavori il presidente
dell’Associazione Futurlab, il dott. Antonio La Ferrara e dopo un’introduzione
dell’avvocato Giovanni Di Giovanni, porteranno i saluti il Sindaco di
Palermo, l’Assessore regionale dell’Agricoltura, il Presidente regionale della
Confcommercio ed il Presidente regionale della Federalberghi .
giovedì 26 maggio 2016
IL CASTELLO PEDAGOGO
Premessa
Se vogliamo portare a conoscenza
l’evento che inizia domani necessitiamo di un minimo di informazioni per non
passare per “comunicatori a matula”. Ormai è da qualche anno che il nostro
Castello ospita eventi e purtroppo ancora non si è riuscito a trovare un o una
volontaria che possa fare comunicazione. Comprendiamo che i resti di quello che
fu un famoso gemellaggio siano finalmente partiti e cosi il nostro Assessore può
trovare il tempo per occuparsi di un altro evento che rischia la frettolosità
tipica di chi non è solo Assessore alla Cultura , ma ricopre il ruolo di “tuttologo”
o meglio , parafrasando :”lo stato sono io !. Ora per rispetto all’ospite, poi
agli ospiti, e al pubblico non è credibile che si arrivi alla vigilia “improvvisando”.
Dobbiamo arrampicarci sulle mezze parole del Pulizzotto per capire cosa
succederà domani. Siamo al ridicolo. Mentre in parrocchia decine di mezze
badesse si offrono come martiri per ogni minimo evento per i laici nessuno è
disponibile lasciandoci perplessi sugli interessi dei nostri figli mantenuti a
matula a scuola in improbabili future occupazioni disdegnando ogni e qualsiasi praticantato.
Benedetti gli spartani che sapevano stabilire e destinare i propri figli già
dalla nascita usando quel monte Taigeto come risolutore …
Bisogna immaginare Elio Corrao con
basco con fioccetto rosso in cima, farfallino ,pantaloni alla zuava e
cavalletto , tenendo in mano il manico del pennello per misurare prospettiva e
proporzione. A dire il vero forse l’ho visto anni fa gironzolarsi attorno al
nostro Castello riproducendolo (a sua immagine) su tela, catturarne luci e
ombre, sottolineando sfumature e colori. Tutto questo ha prodotto “Il Castello
Pedagogo” che è il titolo della Mostra che domani alle ore 18 il nostro
Assessore alla Cultura appoggiandosi a Salvatore Pulizzotto presenterà ai
marinesi. A Paolo Battaglia Laterra Borghese , critico secondo solo allo Sgarbi
(Spataro) il compito di farci apprezzare l’arte del Corrao Elio in questa
occasione Castellano marinese. Non ci ha stupito la presenza del Prof. Tommaso
Romano compare e sodale dello Spataro (possessori del Premio Città di Marineo)
da cui hanno tratto sempre più onori che oneri e che ci pare siano molto
lontani da un prepensionamento (vedi la legge teste approvata) che ci
permetterebbe l’inserimento di qualche intelligenza nuova dopo oltre quarantanni
di monotono servizio.
Visto che dopo dieci anni finalmente
l’olio è stato messo alle porte, i ragazzini assegnati alle baby Sitter , i chiacchieroni
relegati in camere attigue non ci rimane che vestirsi da domenica e andare a
dare un nostro giudizio alle opere del maestro Elio Corrao.
AL MOMENTO DI INSERIRE QUANTO SOPRA CI SOCCORRE IL COMMENTO SEGUENTE CHE SALVA CAPRA E CAVOLI. ECCOLO
AL MOMENTO DI INSERIRE QUANTO SOPRA CI SOCCORRE IL COMMENTO SEGUENTE CHE SALVA CAPRA E CAVOLI. ECCOLO
La
cultura non è un lusso ma un elemento fondamentale per la crescita di un
territorio, per la qualità della vita, la coesione sociale, la sostenibilità. Particolarmente
in momenti economicamente complessi come quello attuale, la produzione
culturale esprime significati sostanziali all’aggregazione umana. 734 anni fa,
nel lontanissimo anno 1282, in periodo pasquale, a seguito della continua
tirannia francese, i siciliani davano vita alla rivoluzione nota come Vespro
siciliano. La prima memoria tangibile è rappresentata qui a Marineo dalla più
importante costruzione: il Castello angioino ad opera di Carlo D’Angiò successivamente
ricostruito nel XVI secolo da Francesco Beccatelli Bologni. È doveroso
ricordare che la Bandiera siciliana fu creata unendo il rosso di Palermo e il
giallo di Corleone, prime due città a capitanare la scacciata degli spietati
francesi dall’isola. I colori vennero sormontati dalla Triscele con tre gambe,
millenaria allegoria dell’isola stessa, mentre invece la faccia della “Medusa”,
prima accerchiata da serpenti, fu ridisegnata con spighe di grano attorno con
l’ufficializzazione del drappo della regione autonoma siciliana. Vecchia o
nuova versione, la bandiera rimane, insieme a quelle di Sardegna e Scozia, tra
le più antiche al mondo ancora oggi utilizzate e racchiude in essa la fierezza
del suo popolo! Dalle sperimentazioni artistiche di Elio Corrao che adagiano
l’accento sull’azione diretta, decifrata quale rapporto dinamico con le cose e
con l’ambiente, si spiega, tra i progetti portati avanti dal Maestro, questa
mostra di arte comportamentale, omaggio al Comune di Marineo, intitolata “Castello”.
Balaustre;
gradini per salire o scendere da livelli diversi; dedali molto complessi e
difficili; giochi di pennelli consistenti nel trovare il percorso di uscita in
un disegno raffigurante un intrico di vie e situazioni; lastre di vetri che
riflettono la luce e le immagini porgendo visioni diverse di uno stesso
ambiente o soggetto; genitali: esseri umani quali semi di una prossima
fioritura; prodotti dell’industria; nature; ponti; simboli e poi mari; fiori;
donne; colline e ancora case; boschi; sesso e, ricorrentemente, la sua figura
maschile. Tutti come strumento esegetico dal carattere interpretativo e mai
circoscritto, perché neanche una volta Corrao intende un suo dipinto quale
opera finita. È l’uomo del dubbio, tutt’altro che forte, umile e discreto, è
colui che cerca attraverso l’osservazione terza l’arricchimento delle sue opere
infinite, la spiegazione che non trova. Sì, opere infinite, sempre pronte al
dialogo, all’apporto esterno. Un tempio interiore in costruzione, dove ogni
spettatore aggiunge un mattone contribuendo all’opera senza limiti, sempre in
edificazione, quale buon esempio di ammaestramento al bene. Chi è dunque il
Maestro Elio Corrao? È uno che cerca. Passa di esperienza in esperienza, dalla misticità
alla carnalità e non pensa immutabile nessuna acquisizione, perché ciò che va
bramato è il sapere universale, il misterioso tutto la cui ricerca l’Artista
veste coi mille volti cangianti dei suoi colori. Le opere sono caratterizzate
dalla coerenza e da una personalissima concezione artistica dimostrata
dall’architettura dei suoi quadri: dinanzi alla tela Elio comincia a
predisporre i suoi dipinti e solo poi qualifica gli oggetti. L’obiettivo è
creare nuove forme, diverse da quelle esistenti degli oggetti reali. Lavora con
gli elementi dello spirito spinto dall’immaginazione. Concretizza ciò ch’è
astratto. Il segno restituisce l’oggetto senza imitare la realtà e quando i
colori sono divenuti oggetti coordina l’insieme in una nuova qualità e
condizione di ciò che è reale, procedendo dal generale al particolare. Alcune
spettacolari opere del Maestro Corrao denunciano il passaggio e la ricerca dell’arte
attraverso il Cubismo. In questi dipinti il Maestro parla un linguaggio cubista
per enfatizzare la superficie bidimensionale del piatto pittorico e rigetta
l’idea per la quale l’arte deve duplicare la realtà. Egli presenta al fruitore
non l’aspetto ordinario e finito degli oggetti ma i loro frammenti mostrati da
più parti contemporaneamente. Talvolta l’artista ritrae sia lo spazio interno che
quello esterno, usando il metodo della cornice di una finestra aperta, o di una
vetrata, per separare ma anche per unire. È una luce misteriosa che Corrao fa
percepire nel colore per invigorire la duplice qualità della separazione e dell’unione,
colora cose quotidiane, la cui ordinarietà sottolinea la qualità
extra-ordinaria del loro processo. Fra le macchie, i tratti e le linee - secondo la volontà di Corrao - il colore è reso puro
in quanto scevro da ogni riferimento alla realtà, e perfino il volume e la
profondità sono negati per esservi assoggettati. I cromatismi del Maestro sono
dunque liberi ancorché le composizioni restano rigorose alle interpretazioni
date.
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