mercoledì 4 maggio 2016

SANTI, SANTINI E .....SANTONI !




Un paio di volte mi sono occupato di santini e simili. La prima volta fu in Grecia quando scoprii in un negozio vicino alla chiesa metropolitana un negozio di articoli religiosi dove acquistai un prezioso leggio in ciliegio, un vangelo bizantino , alcune lampade e quando mi imbattei in uno scaffale pieno di santini ne feci una scorpacciata. Iniziai a prendere quelli dei santi i cui nomi corrispondevano a familiari e amici per poi consegnarli anche se era impossibile tradurre la vita del santo … Quando giunsi a Milano (eravamo assidui parrocchiani , io scrivero sul giornale della diocesi il Segno e facevo il corso ai fidanzati) mi venne l’idea di creare un album di figurine con i santini da raccogliere e incollarli nell’album per i ragazzi del catechismo ! Ne ho ancora qualcuno che poi utilizzai per i battesimi e le comunioni dei miei figli… Quasi nello stesso periodo cercavo i calendarietti profumati dei parrucchieri con le donnine disegnate sopra. Erano già una rarità negli anni settanta… Fu allora che il nostro direttore contabile di Atene mi regalò un santino su due pagine. La prima in rilievo, operata che introduceva ad una immaggine di un agnello pasquale. Doveva essere dell’ottocento perché la conservai talmente bene che non la trovo più. L’avrò usata come segnalibro…
La seconda volta fu a Monreale. Il Guglielmpo era appena nato in cartaceo e avevo avuto in comodato d’uso la Chiesa del Sacro Cuore con l’annesso colleggio abbandonato. Nella ampia chiesa allestivo mostre incontri concerti. Un giorno venne un signore che mi portò alcuni cataloghi (tipo albun fotografici) e senza spiccicare una parola me li mise davanti invitandomi a sfogliarli. Non dissi nulla e mentre passavo pagina per pagina mi scorrevano davanti centinaia di immagini del Crocifisso di Monreale di tutte le epoche ! Una collezione unica, rara preziosa ! Feci costruire da un fabbro dei sostegni a cui applicammo dei pannelli e per una settimana li tenemmo esposti.
Ora mi ritrovo a Marineo (ormai siamo filiale di Bagheria… a questo ci ha portato la “mentalità mafiosa” di certi nostri loschi operatori culturali… capaci di produrre solo incensi personali) una mostra di santini. Come per tutti i collezionisti bisogna che ci spieghino , come usa per libri e francobolli ecc., le varie differenze. Noi siamo ancora fermi al fatto che quando un prete o una suora ti dava un santino era motivato e non era come un biglietto da visita. Tu lo tenevi nel portafoglio per anni sino a quando lo sostituivi con un altro perché ormai era sciupato e ingiallito e quindi finiva in un qualche vangelo o messale come segnalibro.
Ora la premiata ditta Pulizzotto Salvatore di Marineo , ma domiciliato culturalmente a Bagheria    gestore di quasi tutta la scarsa cultura beccadelliana ci propone Santini di Santi in un paese dove i Santi non abitano più.

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