Un
paio di volte mi sono occupato di santini e simili. La prima volta fu in Grecia
quando scoprii in un negozio vicino alla chiesa metropolitana un negozio di
articoli religiosi dove acquistai un prezioso leggio in ciliegio, un vangelo
bizantino , alcune lampade e quando mi imbattei in uno scaffale pieno di
santini ne feci una scorpacciata. Iniziai a prendere quelli dei santi i cui
nomi corrispondevano a familiari e amici per poi consegnarli anche se era
impossibile tradurre la vita del santo … Quando giunsi a Milano (eravamo
assidui parrocchiani , io scrivero sul giornale della diocesi il Segno e facevo
il corso ai fidanzati) mi venne l’idea di creare un album di figurine con i
santini da raccogliere e incollarli nell’album per i ragazzi del catechismo ! Ne ho ancora qualcuno che poi
utilizzai per i battesimi e le comunioni dei miei figli… Quasi nello stesso
periodo cercavo i calendarietti profumati dei parrucchieri con le donnine
disegnate sopra. Erano già una rarità negli anni settanta… Fu allora che il
nostro direttore contabile di Atene mi regalò un santino su due pagine. La
prima in rilievo, operata che introduceva ad una immaggine di un agnello
pasquale. Doveva essere dell’ottocento perché la conservai talmente bene che
non la trovo più. L’avrò usata come segnalibro…
La
seconda volta fu a Monreale. Il Guglielmpo era appena nato in cartaceo e avevo
avuto in comodato d’uso la Chiesa del Sacro Cuore con l’annesso colleggio abbandonato.
Nella ampia chiesa allestivo mostre incontri concerti. Un giorno venne un
signore che mi portò alcuni cataloghi (tipo albun fotografici) e senza
spiccicare una parola me li mise davanti invitandomi a sfogliarli. Non dissi
nulla e mentre passavo pagina per pagina mi scorrevano davanti centinaia di
immagini del Crocifisso di Monreale di tutte le epoche ! Una collezione unica,
rara preziosa ! Feci costruire da un fabbro dei sostegni a cui applicammo dei
pannelli e per una settimana li tenemmo esposti.
Ora
mi ritrovo a Marineo (ormai siamo filiale di Bagheria… a questo ci ha portato
la “mentalità mafiosa” di certi nostri loschi operatori culturali… capaci di
produrre solo incensi personali) una mostra di santini. Come per tutti i collezionisti
bisogna che ci spieghino , come usa per libri e francobolli ecc., le varie
differenze. Noi siamo ancora fermi al fatto che quando un prete o una suora ti
dava un santino era motivato e non era come un biglietto da visita. Tu lo
tenevi nel portafoglio per anni sino a quando lo sostituivi con un altro perché
ormai era sciupato e ingiallito e quindi finiva in un qualche vangelo o messale
come segnalibro.
Ora
la premiata ditta Pulizzotto Salvatore di Marineo , ma domiciliato culturalmente
a Bagheria gestore
di quasi tutta la scarsa cultura beccadelliana ci propone Santini di Santi in
un paese dove i Santi non abitano più.
Nessun commento:
Posta un commento