lunedì 1 maggio 2017

I POETI NON DOVREBBERO VIAGGIARE...



A metà degli anni sessanta , lavoravo a Padova e passavo le ore libere alla ricerca di Enea, oppure all’Università di medicina per assistere abusivamente al sezionamento del corpo umano. Poi passai a obiettivi meno macabri. Soprattutto nei giorni di primavera tutte le sere ce ne andavamo , jeans a mezza gamba e maglietta a strisce blu, a Venezia agevolati dal fatto che c’era un treno da Padova a Venezia (in venti minuti) più o meno ogni mezzora. Spesso pioveva ma noi eravamo protetti dai nostri ventanni e come si sa a primavera è tempo di bassa stagione e  inseguivamo le turiste che non frequentavano i grandi alberghi. Solo i veneziani si accorgevano del nostro accento per il resto eravamo “pescatori” di…
Poi più tardi ci accorgemmo che pur non essendo pescatori Venezia era diventata impossibile. Qualcuno ricorderà le battaglie su Venezia (famosa quella di Montanelli…). Insomma era invivibile. Spintoni dai veneziani, negozianti con la pelliccia di visone  che ti rispondevano maleducatamente e cosi via. Ristoranti inaccessibili per via del razzismo e dei costi e cosi finivi per mangiare una pizza schifosa perché trovare un negozio di alimentari era impossibile e se lo trovavi rimaneva il problema dove mangiare il tuo panino… più o meno come succede oggi. Dopo averla sviscerata studiata e analizzata prendemmo una grande deisione… Noi a Venezia non verremo più ! Ci sono rimaste le foto con i nostri figli affidati ai barman di Piazza San Marco e noi buttati dentro palazzi , chiese , musei e bibblioteche.
Ora riceviamo questa lettera. L’autore pensava di andare a Praga e trovare la Praga dei miei tempi giovanili come la Venezia degli stessi tempi, o la Atene anche lei d’oro o la avvenente Istambul...
Di tutto questo è rimasto nulla anche perché noi siamo cambiati poco ma il mondo ha scelto altri gusti.
Ecco la lettera
carissimo
ti ringrazio per i consigli, sto cercando di seguirli in parte. È triste constatare come Praga, città veramente bella, sia diventata una trappola per turisti. Non lo so se è il comunismo che li ha resi così affamati di soldi ma c'è una corsa al denaro che ha dello sconcertante. Il turista qui è preso d'assalto. Entri in un ristorante e speri che non ti avvelenano. Inoltre ti puntano il mitra se non lasci l'obbligatorissima mancia nonostante il servizio sia stato uno schifo. La maleducazione è un argomento che non voglio nemmeno affrontare. Una bellissima città trasformata in una Taormina gigante un continuo negozio di souvenir. Ho sempre odiato viaggiare per tutti questi motivi. Il turismo è una delle peggiori turpitudini che siano mai state inventate. Tanta bellezza in questa Praga sopraffatta da altrettanta nefandezza. Peccato.

Bisogna che impariamo a “convivere” con questa nuova realtà. Dobbiamo accettare che qualche veneziano creda ancora di far parte della “repubblica marinara” che esista ancora la “Praga d’Oro” di Ripellino o la Praga magica di Emilio Praga dove “sua madre visse giorni felici” o la Atene di Teodorakis o la Istambul del  Corno d’oro dove giocavo a dama con turki, russi, greci ,armeni, curdi, tedeschi, francesi , arabi , libanesi , senza sapere nessuna di queste lingue.  Quindi arriva il momento che ti devi rendere conto che sei tu fuori del mondo.
E allora impara a fare le foto cancellando tutti coloro che ti disturbano e renderti conto che sono gli altri fuori posto anche se hanno lo stesso tuo diritto di apparire .
Se vuoi vedere un posto devi andarci fuori stagione ad orari dove non corri il rischio di incontrare nemmeno gli indigeni. Altrimenti rinunzia.
Il mio amico si sarà spaventato a passeggiare sul Ponte Carlo … è ovvio che sia affollato e che ricordi i bazar … però io ricordo che quando andavo con la mia fidanzata andavo la sera perché era deserto ed era illuminato dai lampioni a gas !
Visitare oggi l’Acropoli di Atene è come immergersi in un carnaio, cosi per il Corno d’oro e il Colosseo.
Altrimenti si potrebbe far pagare il biglietto per entrare nelle città d’arte come stanno pensando di fare i veneziani (gli eredi di tanta gloria , ma ormai è accertato che non hanno dna ).
Fu allora che andando a Mantova a vedere la Camera degli Sposi del Mantegna e a Roma la Cappella Sistina dove non potevi soffermarti che se non tre minuti fra spintoni e custodi che ti sollecitano e i commenti inopportuni dei visitatori, che decisi di acquistare i volumi della Rizzoli che riproducevano quelle opere in 80 x 70 come fossero ritratti. E cosi dagli anni settanta ad oggi me le guardo a casa in posizione privilegiata riconoscendo dettagli impensabili durante la visita.

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