EFFETTO RIGOPIANO …
Quella
punta di rocca che spicca solitaria tradendo la immagine frontale che
ci viene solitamente data è visibile dal balcone del mio terzo piano che
osservo soprattutto al mattino e alla sera quando concludo i miei due
pasti solitari. Purtroppo in me non ha l’effetto “Vitale” che la rocca
produce in tutti i marinesi che ne subiscono il fascino. Lui è poeta e
quindi recepisce altre sensazioni. Seduto dal lato che mi permette di
vedere anche i merli della loggetta dopo il giallo della cupola ancora
semi-arabesca della madrice. Puoi vedere piccioni e corvi che si
rincorrono con rondini e rondoni a gara su chi arriva prima alla rocca.
Infinite sporgenze dove il vento ha portato pugni di terra permettono a
capperi selvatici o profumati rosmarini di contribuire alla pulizia
dell’aria consci che non saranno mai raccolti , al pari di certi eremiti
marinesi più propensi alla solitudine e all’solamento.
E
cosi che l’altra sera cercando di distinguere il profumo del rosmarino
proveniente dal mio balcone pieno di altri aromi da quello che certe
sere mi arriva dai rovi della rocca. Operazione mai riuscitami ma a cui
non rinunzio. E cosi l’altra sera fermai il mio grido di stupore nel
vedere due figure arrampicarsi a mo di scalatori alpini che anzicchè
mietere allori accedendovi dal lato b si sono avventurati sulla parete
a. Già la cosa era sbalorditiva di per se, ma ancora più sbalordiva il
più giovane che con una mazzetta da muratore in una nelle mani dava duri
colpi agli spuntoni di roccia gridando al non più giovanissimo che lo
seguiva domande interlocutorie, che solo i gesti mi facevano intuire. Li
seguii sino a quando la parete da rossa si trasformò in grigio
spingendo i due ad un veloce rientro … veloce come il calar del sole che
produceva questo effetto.
Il
calcolo era facile. Lo stesso tempo che i due avrebbero impiegato a
scendere io avrei messo a raggiungerli alla base dove mi accostai al
quel grosso pietrone, recentemente mandato da Dio per ricordarci di
quanto siamo prima stupidi e poi incoscienti a costruire do non si deve ,
che in futuro la nostra gente avrebbe “battezzato” la
“rucchicedda” , cosi come era avvenuto con le altre che si erano
staccate nel tempo dalla rocca madre. Già ancor prima che arrivassero
sentii le loro voci avvantaggiato dal fatto che la zona ora è come fosse
“militare” : cioè of limits” !
“Non capisco perché mi hai costretto a fare questa ennesima scarpinata. E’ una settimana che mi fai salire e scendere…” .
“Dottore
, Dottore ! Noi marinesi siamo come gli ebrei duri di comprendonio. Se a
Grottaglie l’avessero portato ad ispezionare i balconi , quel balcone
non sarebbe caduto durante la processione… “.
“
Si dia il fatto che oltre che marinese sei anche musicista allora la
diagnosi è chiara… e adesso mi spiego perché ti sei voluto portare anche
il tamburo durante la scalata …”
“Ma cosa c’entra …cosa c’entra…”
“Non
cominciare a trattarmi come fanno i marinesi… non sono ancora né
sclerotico né perdo il filo dei discorsi, e poi non dimenticare che
essendo medico saprò diagnosticare queste situazioni…”
“Scusi
, ma essendo superiore ogni tanto mi faccio prendere la mano … Intanto
volevo ringraziarla per essersi prestato in questa necessità . Vede noi
non abbiamo un “santo” a cui rivolgerci. Il nostro miracolo è avvenuto
grazie alla incredulità di un prete boemo (per di più nemmeno santo…) e
cosi sono ricorso a Lei perché ormai pochi ricorrono a Lei da quando
hanno inventato non solo l’aspirina … Mi è sembrato opportuno, visto che
lei è tenuto a proteggerci ho immaginato che io portando il “corpus
domini” lungo il paese non facevo altro che ripercorrere i suoi sentieri
protettivi… Ora non dica che dovevo rivolgermi ai “congreghi” ?
“Claudio
, Claudio… Trattandosi di pietre era meglio ti rivolgessi a San Pietro e
trattandosi di “polveri” dovevi chiamare Santa Barbara. Di solito a me
mi chiamano “dopo” , il medico va chiamato prima e non dopo …
“Appunto…”
“Ora arrampicarci fra rocce pericolanti e anfratti , spuntoni, nidi, e colate di cemento non riesco a capire la mia funzione …”
“Padre
… il tamburo serve a creare l’effetto valanga … per provare …
altrimenti come faccio a spendere i soliti diecimila euro in fuochi d’artificio ..? Un superiore che non spende almeno diecimila euro in fuochi d’artificio è meglio che si dimetta !”
La conversazione durò ancora a lungo perché i due facevano fatica a capirsi. Io me ne tornai a casa con un grosso dubbio …
Se quando Claudio lo chiamò “Padre” sapesse che era Giovanni d’Edessa maresciallo e non San Ciro …
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