domenica 2 gennaio 2011

LI VICCHIAREDDI

VICCHIAREDDI
I campanacci mandavano suoni che sembravano grida, vecchi bidoni, pentolacce, coperchi. Se ci guardavi in faccia i bambini eravamo terrorizzati. A bocca aperta. Occhi spiritati. Prima guardavamo la mamma con espressione interrogativa poi il papà che scuotendo la testa confermava quanto detto dalla mamma. Una voce lontana gridava : “tutti li picciriddi si issinu a curcari vasinnò li vicchiareddi nun ci portanu nenti !” . Una terribile minaccia ! Allora noi cercavamo con gli occhi l’orologio , che avevamo appena imparato a leggere, e sbalorditi di questo estremo gesto educativo non ci spiegavamo perché alle dieci dovevamo andare a dormire….Non esisteva complice o eccezione. Mentre i suoni e le grida si allontanavano ci avevano già messo sotto le coperte addolcito il tutto da una quantità di baci , bacetti e carezzine. Era impossibile prendere sonno. Due fari abbaglianti ispezionavano la stanza in continuazione. Due fari tremolanti e direzionali. Anche le orecchie avevano una sua funzione. Giungeva un bisbiglio che per noi significava la scelta del regalo che immaginavamo meraviglioso. Ma il bisbiglio erano le effusioni che si scambiavano i nostri genitori una volta “liberatisi “ di noi. Poi le preghiere personali dopo quelle collettive. “ Speriamo non ci regalino un libro” . Come avremmo potuto competere con gli amici il giorno dopo davanti a pistole fucili e mitragliatrici ultimo modello. “Almeno un fucile cu lu stuppagghiu”. Su tutto questo ci tradirono le palpebre sino a quel momento alleate e complici. Poi entrarono i nostri genitori nella cameretta per nascondere i doni. Non si curarono di far silenzio consapevoli che nulla e nessuno ci poteva svegliare. Le nostre grida sovraumane annunziarono al mondo che era iniziato un anno nuovo. Mentre ho dovuto aspettare la avanzata maturità per conoscere dal mio amico e collega del giornale accanto il significato scientifico di questa meravigliosa tradizione in modo altamente preciso e , come al solito, professionale a cui vi rimando.

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