mercoledì 25 maggio 2011

ARRIVANO I FRANCESI

Un patto di amicizia tra famiglie che si rinnova da 27 anni.
Le probabili domande dei piccoli ospiti francesi, le raccomandazioni dei genitori
Mentre i bambini francesi stanno preparando le valigie, immaginiamo di assistere ai preparativi. Le mamme hanno già riempito quattro valigie sostenute dai figli anche loro esigenti. I papà domandano se sono sicuri di andare in Sicilia o a Kiev. Meno cappotti, sciarpe guanti. Siamo a tre valigie. Poi l’intimo passa da trenta capi a dieci e così si elimina anche la terza. A questo punto la discussione si fa serrata: via i ragazzi rimangono i genitori a quattrocchi. I ragazzi temono il peggio ma alla fine decidono di intervenire pensando a scene da film americano. Lo scontro fra chi esce ed entra nella stanza è di inaudita violenza. Due bernoccoli per parte. La mamma ha vinto: “Non meno di due valigie!” grida brandendo il matterello! Ci vorrà una notte intera alla coppia per ristabilire i vecchi legami, lasciando i ragazzi nel dubbio che i rumori e le grida che a notte fonda sono usciti dalla camera dei genitori siano stati effusioni e non regolamenti di conti. Fatte le valigie, le raccomandazioni. Papà è vero che i siciliani mangiano tanta pasta? Olio, formaggi pesanti, maiale, fritti? Il papà lascia il compito di rispondere alla mamma. E’ vero che gridano e sembrano come nostro padre a tavola e che cadono tutte le regole? “Voi ascoltate la mamma che vi ospita - è la raccomandazione - perché anche lei è una mamma-crocerossina, vittima delle tavole imbandite. Da loro è sempre festa! Anzi ogni occasione è buona per far festa”. Come mai i bambini siciliani non parlano francese? “Per lo stesso motivo per cui i bambini francesi non parlano italiano. Per questo e per tante altre cose vi mandiamo a Marineo”. Ma Gesù in Sicilia parla solo italiano? Se parliamo francese Gesù ci comprenderà? Ma i bambini in Sicilia nascono come da noi? Ho visto un film… “Fermo lì - si inserisce il papà - Non esistono altri modi se non quello usato e sperimentato in tutto il mondo da migliaia d’anni”. Il problema non è come nascono i bambini ma come si crescono. Oggi è un tempo bellissimo che viviamo, quello della nascita e della crescita dei bambini. Siamo tutti impegnatissimi.
Qui da noi fervono altri preparativi. Il programma, l’assegnazione alle famiglie, le conferme. Al Comune, alla biblioteca, ovunque si parla francese. Si ricontrollano indirizzi, si affinano discorsi. Si confermano spostamenti. E le sedie? Ce ne siamo dimenticati? Poi si trovano le sedie. Un’infinità di dettagli.
Li vedo tirati, stanchi ma soddisfatti. Non hanno dubbi. Questo 27° gemellaggio sarà bello come tutti gli altri 26 perché i bambini non hanno il senso critico che abbiamo noi. Sentono subito che la nostra gente è accogliente e sincera. Ogni casa ospitante metterà al balcone una bandiera francese e una italiana come simbolo di ospitalità e fratellanza. Chi passerà davanti quella casa capirà che là, in quella casa, si costruisce il futuro!

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