Il fatto
“Quest'anno a scuola si è deciso di approfondire alcune tematiche educative molto importanti per migliorare la formazione di una genitorialità più consapevole e più competente rispetto alle sfide che la società ci pone riguardo all'educazione dei figli, ma soprattutto per favorire una loro crescita serena ed equilibrata. Il tema del prossimo incontro, che si tiene al Plesso San Ciro, sarà: Educare i figli all’autostima (a cura della psicologa Laura Lupo)”.
Il commento
Martedì nel laboratorio dei pupi abbiamo replicato Il brutto anatroccolo.
Spettacolo di marionette liberamente tratto da una fiaba di Andersen. Spettacolo promosso dalla AIBI e dal Ministero, sponsorizzato dalla Henkel, da noi realizzato e portato in tour nelle principali città italiane.
In una nidiata di anatroccoli, uno è grigio, grande e goffo. Sebbene la madre cerchi di accettarlo, a tutti è evidente che il piccolo è fuori luogo; tanto che alla fine la mamma decide di abbandonarlo. L'anatroccolo vaga senza meta, e non trova nessuno che lo voglia; al calare dell'inverno, rischia di morire congelato. Alla fine dell'inverno, sopravvissuto miracolosamente, il piccolo giunge presso uno stagno dove nuotano un gruppo di splendidi cigni. Attratto dalla loro bellezza, si avvicina e rimane sorpreso quando le splendide creature gli danno il benvenuto e lo accettano. Guardando il proprio riflesso nell'acqua, il protagonista si accorge finalmente di essere lui stesso un cigno. Abbiamo scelto questa storia perché considerata una metafora delle difficoltà che spesso i bambini sperimentano durante la loro crescita. La fiaba viene spesso raccontata per rinforzare l'autostima dei bambini e far loro accettare eventuali differenze che li dividono dal "gruppo"; o addirittura, essere fieri di tali differenze, che potrebbero in realtà rivelarsi un dono.
Quale miglior mezzo per realizzare questa fiaba piena di buffi animali se non con le marionette? La nostra compagnia si è fatta carico di una tradizione antichissima che purtroppo sta scomparendo: il teatro delle marionette. Forse perché le nuove generazioni non sono interessate a portare avanti un mestiere così antico da sembrare, nella nostra epoca, un’arte ormai superata. Ma noi riteniamo che la poesia della marionetta sia, in qualche modo, imperitura: la sua grazia non soggetta a legge di gravità, il suo movimento che arriva dal muoversi delle dita del marionettista, esprimono una magia che ancor oggi (ma forse per sempre) incanta i bambini. Per questo abbiamo scelto di dar vita a questa notissima fiaba con le nostre marionette e ne abbiamo fatto una versione studiata appositamente per i bambini delle scuole materne ed elementari. Ormai il teatro e la musica sono scientificamente accettati come terapia e ci stupisce che nelle nostre scuole ciò non sia recepito. Mentre da parte nostra abbiamo invitato le mamme presenti a partecipare ad incontri di questo tipo, sembra che accettare che il teatro possa avere una funzione terapeutica ed educativa sia disdicevole. Auspichiamo che a questi incontri in futuro il teatro venga coinvolto, o meglio che si elaborino progetti comuni a solo beneficio di un futuro a misura per i nostri figli.
Tecnica utilizzata
Lo spettacolo utilizza marionette a filo mosse a vista da un piccolo ponte per dar modo al pubblico di “curiosare” dietro le quinte e vedere da vicino come si anima una marionetta. Al termine dello spettacolo i marionettisti sveleranno ai piccoli spettatori alcuni segreti della tecnica marionettistica e mostreranno da vicino come si muove un “attore di legno”.
Nessun commento:
Posta un commento