mercoledì 11 maggio 2011

PREGHIERA DEL CENCIO


Per la festa del Crocifisso le poesie di una suora che vuole rimanere nascosta dietro la grata della sua clausura.

Solo un cencio sono
e che vuoi che sia,
colorato e scolorato
grezzo o di seta
quadrato o strappato
poco importa,
basta che sia  sempre a portata di mano
per asciugare le lacrime
tante o una,
per togliere la terra dalla terra
sfiorando anche il minuscolo pelo
che intralcia la penna dello scrittore,
la nebbia dallo sguardo appannato
sudore della fatica di chi lotta
far brillare di gioia
il genuino e la freschezza
dove la routine
distrusse lo stupore.
Solo un cencio sono
senza alcun prezzo
dalle macchie, dagli strappi
firmato come
quel Volto del Prediletto
a cui il Tenebroso
 tolse ogni sembianza umana
mentre la terra purificata
sussultò a prezzo di Cristallo.
Concedimi, Signore, di essere sempre
a portata della tua Mano,
perché le lacrime sono tante
perché la cenere dei cuori
concepiti nella notte
ricopre di Morte fino ad oggi la terra.
Concedimi, Signore
di restare giorno e notte
a portata delle tue Mani
per non cercarmi,
a volte disperatamente,
anche solo per pulirti gli occhiali,
il cannocchiale del cielo,
quando l’ansia ti fa tremare il Cuore
per una pecora perduta.

Tra parentesi – solo il cencio
non si perde mai,
non vale la pena,
semmai si dimentica,
sfugge,
insignificante.
Perciò Ti prego, Signore,
non dimenticarmi:
sempre mi troverai
gettato o piegato
dove mi hai lasciato,
a portata delle tue Mani
e a un tuo impercettibile gesto,
per mezzo mio,
la terra risplenderà ancora,
come nei giorni in cui
tutto era Bello, Polvere di Dio
intrisa di Gloria.
Forse per questo
mi hai creato
povero cencio
di cui non puoi e
non potrai
fare a meno.
So anche
che dopo aver terso
tutte le lacrime della terra,
raccolta tutta la polvere dei tempi
ripulito i nascondigli d’ogni cuore,
rinchiuso ogni ferita sanguinante,
sarò gettato via,
il “grazie” non si addice a un cencio,
macchiato, consumato,
logoro di sale
e allora io ti prego ancora
di non gettarmi nella Fossa dei respinti
ma nell’abisso del Tuo Essere Misericordia
e vi scomparirò assorbito dal Tuo
Mistero d’Amore…
Post scriptum –
ti voglio confidare
ancora un segreto:
quanto vorrei asciugare almeno un’unica lacrima
un’unica goccia di sangue e di sudore
anche sul Tuo Volto,
sul Tuo Cuore divino.
Non sono di seta,
né di morbido cotone
la mia ruvidezza ferisce
più che guarisce
ma quando i Tuoi angeli consolatori tarderanno,
ricordati che io come pronto soccorso
sto sempre a portata delle Tue Mani.
Il Tuo cencio…
M.F.

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