Dal terreno sbucava un braccio proteso verso l’alto. I tre ragazzi che giocavano lì, appena lo videro corsero fino a casa ad avvisare i genitori che alquanto scettici si recarono nel luogo e temendo la “giustizia” si preoccuparono di circoscrivere il fatto. Fu tutto inutile e cosi si riesumò il corpo che ad un primo esame diede risultati sconcertanti. Corpo di giovane donna di circa 30-35 anni, alta 1,60 capelli castani chiari anche se staccati dalla testa, avanzato stato di decomposizione, testa quasi staccata dal corpo, cerchio attorno al collo che supponeva strangolamento, occhi fuori dalle orbite, lingua fuori dalla bocca. Infine incinta di sei mesi.
Sotterrata e non sepolta frettolosamente.
Cosi fu rinvenuto il corpo di Anna Maria del Gesù il 10 Agosto del 1849.
Era morta il 4 agosto del 1849 all’età di 28 anni. Erano le ore 19.45 mentre la campanella suonava l’Ave Maria.
Accompagnato da alcuni barcaioli nella notte, attraversato il fiume Reno, giunsero alla cascina dei Roncaglia a Mandriole. Era con lui il fedele Leggero. Maria Giuseppe la teneva fra le braccia, la portò al primo piano e la stese su un rozzo canapè. Il canapè è rimasto dove era allora vuoto triste e misero. Alla parete è appesa una pagina della rievocazione del Corriere della sera che riproduce la triste scena. Ho dato diecimila lire al fattore affinché mi facesse visitare la stanza. Avevo già visto una diecina fra cippi, lapidi e capanni. Un doveroso pellegrinaggio.
Si eseguì l’autopsia di Anna Maria. Tutti i segni sottolineavano un frettoloso strangolamento.
Il corpo fu dissotterrato e grazie alla disponibilità del parroco di Mandriole se ne raccolsero i resti e sepolti nella chiesetta in luogo camuffato. Fu celebrata una messa.
Maria Giuseppe aveva intuito anche nella disperazione.Sapeva che anche un minimo ritardo lo avrebbero catturato. Anna Maria aveva chiesto un bicchiere d’acqua e subito dopo spirò fra le braccia del marito disperato. Nel dolore si era tradito rivelando a tutti chi fosse realmente. Si disperava, inveiva e così tutti gli astanti lo riconobbero. Si raccomandò affinché le spoglie della sua Anna Maria venissero protette e conservate perché sarebbe ritornato!
Amici fidati lo guidarono sino a Sant’Alberto, ripassò il Reno e sparì.
La polizia, il prefetto furono solerti. Seguirono le voci emisero decreti. Ci volle del tempo ma fu dura smantellare le dicerie. Fu Maria Giuseppe a strangolarla ? O furono i contadini pensando che nella sua borsa ci fossero valori. I contadini, messo il corpo su un carroccio, nascosto dal fieno per paura della polizia, arrivarono vicino una fossa dove lo gettarono. Gli avevano legato una corda al collo affinché non cadesse, poi la testa penzoloni, il rigor mortis, insomma la posizione del cadavere creò quei presupposti che portarono alla teoria dello strangolamento.
Poi Maria Giuseppe venne a ritirarne il corpo come aveva promesso accompagnato dai figli.
Ora se percorrete la Romea da Ravenna a Venezia a dieci chilometri da Ravenna si trova Mandriole, piccola località dentro il grande cerchio che le memorie care a tutti gli Italiani.
Maria Giuseppe Garibaldi avrebbe voluto le spoglie della sua sposa, Anna Maria del Gesù Ribeiro detta Anita in Garibaldi, a Caprera ,ma lo Stato la volle a Roma in Campidoglio.
Quando Maria Giuseppe Garibaldi passò da Marineo Anita era morta da 12 anni.
Onofrio Sanicola
Nessun commento:
Posta un commento