Di Nino Di Sclafani
All’età
di 73 anni, dopo una breve e feroce malattia, è morto Sebastiano
Vassalli. Nato a Genova nel 1941, abbandonato dai genitori in tenera età
e cresciuto da lontani parenti, ha vissuto un’infanzia infelice e
complicata che ha sicuramente influito a formare quel suo carattere
cupo, pessimista e schivo. Laureatosi il Lettere si è dedicato
all’insegnamento ed alla pittura. I primi esperimenti letterari sono
datati tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70. Il successo giunge
nel 1990 con il romanzo storico “La chimera” che vinse in quell’anno lo
Strega. Nel 1993 esce “Il Cigno” che, nella sua prima parte è
ambientato proprio a Marineo durante l’eccidio del gennaio 1894.
Partendo dalle vicende dei Fasci Vassalli
crea il personaggio di Filicetta che, rimasta vedova a causa
dell’uccisione del marito durante la rivolta, diviene la protetta di
Raffaele Palizzolo, detto il Cigno, politico colluso con la mafia e
autore di una truffa ai danni del Banco di Sicilia. Sulla vicenda viene
chiamato ad indagare Emanuele Notarbartolo che, ben presto, si avvicina a
scoprire i retroscena della torbida frode che chiamano in causa, tra
l’altro, anche Francesco Crispi. Palizzolo sentendosi minacciato,
incarica due sicari della mafia di uccidere Notarbartolo che viene
soppresso durante un viaggio in treno. Mi fermo con la trama per non togliere
il gusto al lettore. Il romanzo offre uno spaccato della società
siciliana di fine ottocento descrivendo con incisività la collusione tra
politici, burocrati e mafiosi ancora tragicamente attuale nella nostra
disastrata isola. Anche la ricostruzione della vicenda marinese offre
spunti assai originali e, come ovvio, ne consiglio la lettura.
Al
Cigno seguirono una decina di altri lavori tra i quali segnalo: “La
notte del lupo”, “Stella avvelenata”, “La morte di Marx” e “L’italiano”.
Le sue ultime fatiche letterarie sono “Terre selvagge” nel 2014 e “Il
confine” uscito poche settimane prima della sua morte.
Nino Di Sclafani
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