lunedì 17 agosto 2015

VENTANNI DOPO



VENTI ANNI DOPO
Devo ringraziare di vero cuore Nino Triolo e Franco Schimmenti, rispettivamente regista ed aiuto regia, dell'edizione 2015 della Dimostranza, per avermi chiesto di scrivere l'introduzione alle scene di quel caleidoscopico evento che tra pochi giorni avremo modo di apprezzare nella piazze di Marineo. Sono andato a riprendere un saggio critico-filologico, ancora inedito,  che avevo realizzato nel 1995 per il Comune di Marineo e sono tornato ad appassionarmi  a quella che ritengo essere la manifestazione culturale più importante del nostro paese. Tra l'altro il mio saggio era basato sul testo dell'edizione del 1993 curata da Accursio Di Leo, storico regista dell'evento, che presentava sostanziali differenze con la versione che vedremo in scena quest'anno, infatti Di Leo era solito fare significative aggiunzioni di versi di diversa provenienza. L'edizione 2015, invece ritorna alla tradizione ispirandosi al testo del Piraino del 1922. Ho preso, pertanto, in mano il copione e mi sono immerso nella lettura di quei versi che sembrano esser affidati all'oblio e che, poi, improvvisamente ritornano alla memoria declamandone gli incipit.
La prima cosa che stimola la mia curiosità è una certa discontinuità stilistica, soprattutto metrica, nell'ambito degli stessi quadri. Cosa accettabile nella versione del 1993 che, come detto aveva subito sostanziose aggiunte, un po' meno giustificabile nella  scontata omogeneità del lavoro di Piraino. Venti anni fa non disponevo di accesso ai motori di ricerca e dunque era impossibile avere un'idea dell'origine di quei versi, oggi esiste Google e, soprattutto Google Books, un servizio sorprendente che consente di accedere a milioni di titoli digitalizzati dei secoli passati. Ecco che, con stupore incominciano a prendere forma riferimenti e fonti che mi mettono i brividi e mi spingono a trascorrere qualche notte attaccato allo schermo. Certo è un lavoro complesso, bisogna discernere tra le centinaia di risultati ma da subito mi gratificano gli esiti della ricerca. Scelgo così di integrare le introduzioni alle scene, che saranno lette nelle varie piazze sabato prossimo, con un cenno alle fonti poetiche di quei versi. Rimane però un dubbio, chi fu l'autore di questo complesso puzzle? 
Mi pare poco probabile che questi inserti siano stati portati da Piraino che,a mio giudizio ha ereditato un canovaccio già abbastanza affidabile dal secolo precedente. Analizzando poi i testi (fine '700 e primo '800) di derivazione quasi esclusivamente ecclesiale propenderei per un sacerdote che doveva avere accesso ad una fornita biblioteca. Così mi sovviene una vecchia tesi di Padre La Spina che assegnava la riorganizzazione dei primi testi della Dimostranza al sacerdote Andrea Oliva (parroco dal 1866 al 1873), figura di un certo rilievo anche negli anni dell'Unità. Dare risposta ai tanti dubbi richiederà tempo, ma penso che sia arrivato il momento di lavorare a quell'editio tipica della Dimostranza tanto voluta proprio da Padre La Spina. Me ne faccio carico con gioia, intanto vi faccio assaporare un paio di esempi delle recenti scoperte e vi rimando alla rappresentazione di sabato prossimo. 
All'inizio della III scena la figura allegorica della religione intraprende un inno che si concluderà con un'esaltazione della Santa Croce. I versi sono ripresi da un opera del 1836 di Cesare Cantù (1804-1895) letterato, storico e politico italiano. (Fig. 1 e Fig. 2) Assai sorprendente è l'origine del coro "Quanto costa il tuo delitto" della 18a scena. E' ripreso da un'opera letteraria datata 1757 del poeta, librettista, drammaturgo  e riformatore deL melodramma italiano Pietro Metastasio.( Fig. 3 e Fig. 4)  La curiosità più accattivante è che questo testo venne usato anche dal celebre musicista Antonio Salieri, maestro di Mozart, nella sua "Passione di Gesù Cristo" di cui ho ritrovato anche un video (https://www.youtube.com/watch?v=V0rEsch31mA&feature=share )  che evidenzia anche un tema musicale molto simile a quello usato nella nostra Dimostranza.



Nino Di Sclafani













1 commento:

  1. La ricerca del Di Sclafani evidenzia la esigenza di una rivisitazione non solo del testo della Dimostranza (editio tipica della Dimostranza, come la definisce il Di Sclafani) ma anche una operazione più vasta che coinvolga gli studi su San Ciro. Era quello che ci proponevamo con il nostro progetto “Ipotesi su San Ciro” prima che parte della Confraternita né boicottasse il progetto . I tempi ci sembrano maturi per passare a studi e ricerche seri. E la presentazione delle 50 pagine dell’opuscolo “Marineo 2015 l’anno di San Ciro” più che “studi” ci sembrano “officiatura e lodi dello Spataro e dell’Assiria” .

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