Non
sono buono a capire. Già avevo avuto chiari segnali inequivocabili. Ma si uno
mi dice certe volte “non so cosa scrivi”. Un altro a cui abbiamo dedicato tre
pagine di blog, lo abbiamo osannato, elogiato, complimentato addirittura invidiato
mi fa sapere che si è offeso per via di una battuta sul Cristo Pantoocrator… Un
altro non sapendo cosa rispondere alle mie critiche infanga il mio teatro non
trovando scheletri nel mio armadio. Non sono buono a capire. Un altro che lo
critico continuamente mi sorride e mi abbraccia e per di più sua moglie mi
sorride come se mi sputasse in faccia. Eppure questo è il mio paese. Ho cercato
di riappacificarmi con chi avesse un minimo di cultura, ma anche questo non
basta. Non sono buono a capire. Eppure questo è il mio paese. Non un paese di
coglioni, ma di gente di spessore. Qui da me ci si alterna al governo in piena
democrazia. Chi perde va democraticamente all’opposizione. Chi ha vinto governa
sotto “osservazione”. Gli elettori non sono “servi” , ma persone pensanti e
fatto un errore una volta, non abboccano la seconda. Se sei eletto in una
formazione non passeresti mai all’opposizione. E come fare autoerotismo… Qui al
mio paese se sei assente nei consigli comunali a nessuno viene in mente di “sfiduciarti”
perché sei mancato tre volte. E anche se
cosi fosse solo un coglione ti risponderebbe ma il Vostro consigliere è stato
assente anche lui tre volte. Nessuno al mio paese si sognerebbe di presentare certificati
medici per malattie veneree o per isterismo coniugale. Al mio paese nessuno si
sognerebbe di “documentare” la propria attività sessuale in consiglio comunale perché
tutti sanno che “l’uomo non è di legno”… Non sono buono a capire… Persino il
mio parroco mente sapendo di mentire… Rancore ? Raggia ? Invidia ? Forse al suo
paese… qui al mio paese niente di tutto questo. Questo mio paese è veramente il
paese dei vasa vasa ! La mattina ce la corsa verso il prossimo. Nei bar, in
piazza, nei negozi, in ufficio, in
campagna. Tutti cercano qualcuno da vasare. Non sono baci anonimi, freddi, ma
fraterni e passionali. Al mio paese quando ci baciamo ci chiamiamo per nome : Buongiorno Giuda, salutammo Jago, come va Gano
di Magonza…
mercoledì 30 settembre 2015
lunedì 28 settembre 2015
ILLACRIMATA SEPOLTURA
Girando per Zacinto (Zante), molti anni fa, mi imbattei in
uno slargo dove stava un giardinetto recintato che a prima vista stonava in
mezzo a quelle case di mare
bianchissime. Già ero affascinato dalla lingua. Non la greca, ma il loro dialetto.
E cosi giravo per i quartieri della città per cogliere quelle espressioni che
mi affascinavano. “Picciriddi” disse una signora affacciandosi alla porta di
casa rivolta ad un'altra signora… “Pistiari” disse un vecchio seduto davanti la
porta… e altre parole che mi ricordarono subito il mio dialetto. Ripresi
quell’analisi privata che da tempo conducevo in Sicilia vuoi con la lingua
araba, vuoi con il francese, spagnuolo e il greco. Giunsi in quello spiazzo e
mi colpi la frase incisa in un urna alla greca (cenotafio) , cioè la tomba sulla strada
come il Keramikos di Atene , la via Appia a Roma ecc. “Illacrimata sepoltura”
recitava la frase che fece scattare reminiscenze scolastiche abbandonate.
Feci fatica a tradurre il nome perché proprio la g e la f in greco erano per me illeggibili. Non mi vergogno a dire che ci misi un bel po’ e il fatto di non aver studiato il greco e averne imparato (il maiuscolo) dai giornali non mi fu sufficiente. A distanza di un anno anch’io ho un fratello che giace lontano anche se non posso dire che abbia una “illacrimata sepoltura”. Questa globalizzazione ormai ha vinto su tutto. Abbiamo figli sparsi per il mondo dove spero che non sperimentino cosa sia “illacrimata sepoltura” come accadde a Ugo Foscolo. Ora a giorni come aveva promesso il Vice Sindaco Antonino Greco il Comune di Marineo riesumerà i resti mortali della Signora Concetta Sileci e dei suoi figli alla presenza della figlia Teresa. Ci sarà una parte privata che riguarda la famiglia (riesumazione) , una parte di sistemazione e dedicazione a cui si potrà assistere ed un incontro a conclusione per ricordare che anche Concetta Sileci e i suoi figli non hanno più una “ illacrimata sepoltura”.
Feci fatica a tradurre il nome perché proprio la g e la f in greco erano per me illeggibili. Non mi vergogno a dire che ci misi un bel po’ e il fatto di non aver studiato il greco e averne imparato (il maiuscolo) dai giornali non mi fu sufficiente. A distanza di un anno anch’io ho un fratello che giace lontano anche se non posso dire che abbia una “illacrimata sepoltura”. Questa globalizzazione ormai ha vinto su tutto. Abbiamo figli sparsi per il mondo dove spero che non sperimentino cosa sia “illacrimata sepoltura” come accadde a Ugo Foscolo. Ora a giorni come aveva promesso il Vice Sindaco Antonino Greco il Comune di Marineo riesumerà i resti mortali della Signora Concetta Sileci e dei suoi figli alla presenza della figlia Teresa. Ci sarà una parte privata che riguarda la famiglia (riesumazione) , una parte di sistemazione e dedicazione a cui si potrà assistere ed un incontro a conclusione per ricordare che anche Concetta Sileci e i suoi figli non hanno più una “ illacrimata sepoltura”.
domenica 27 settembre 2015
ACQUAVERDE 9
il racconto della domenica
ACQUA VERDE 9
ACQUA VERDE 9
La storia che volevo raccontarti
DI SALVATORE
GIUSEPPE POMARA
La ragazza dai capelli di rame
La partenza e la
paura inconscia che poteva essere il loro ultimo incontro ebbero il
sopravvento sulla cautela. L’età fece il resto. Avrebbero voluto che l’alba non
giungesse mai, ma arrivò presto e fu un trauma lasciarsi. L’emigrazione
portava via loro i sogni e l’adolescenza che quella notte si lasciavano alle
spalle. Si sarebbero ritrovati in America o in capo al mondo e avrebbero
ripreso da dove avevano lasciato. Fu questa la promessa prima dell’ultimo
abbraccio. «E niente più spartenze,
sciatu di lu mè cori, vita mè!». «Niente più spartenze, ucchiuzzi beddi!».
La montagna cominciava a vestire i colori del mattino quando si separarono. Il
porto, la nave, la partenza e le lettere. Le persiane sbarrate e la tristezza indicibile di
Lorenzo. A volte aveva la sensazione di vederla alla finestra. Era da lì che
Maruzza si affacciava. Lui alzava gli occhi e lei gli sorrideva. «Alla solita
ora, non mancare». «Dovessi morire fulminato se non sarò dietro la porta
un’ora prima». «Amuri mè!». «Bidduzza mè!». Ci si poteva incontrare di notte e quando
le luci ad angolo erano spente.
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The copper-haired girl
The coming departure and the unconscious
fear that this could be their last meeting had the upper hand on caution.
Their age did the rest. They would have liked for the dawn to have never
arrived, but it came too soon and it was a traumatic break up. Emigration had
stolen their dreams, along with the adolescence that they had left behind
that night. They would have found each other in America or even on top of the
world, and they would have still picked up from where they had left off. "And
no more departures, sciatu mè, vita mè
— my breath, my life!" kept repeating Maruzza. "No more departures,
ucchiuzzi beddi — beautiful
eyes" replied Lorenzo. The mountain began to wear the colors of the morning
when they parted. Then came the port, the departing ship, and the letters. Her
shutters were barred and Lorenzo drowned in unspeakable sadness. Sometimes,
he felt like he could see her at her window. It was from there that Maruzza
usually looked out. He looked up and she smiled at him. "At the usual
time; do not be late." "May I die of electrocution if I am not at
your door one hour before." "Anuri
mè — my love." "Picciridda
mè — my baby." They could
meet only at night and when the lights at the corner were turned off.
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sabato 26 settembre 2015
KHALED AL-ASAAD AL GIARDINO DEI GIUSTI
Milano ricorda Khaled al-Asaad, l'archeologo
siriano che ha perso la vita trucidato dall'ISIS per difendere il patrimonio
archeologico di Palmira. Il 18 novembre, a tre mesi dalla sua scomparsa, la
città gli dedicherà un albero
nel Giardino dei Giusti di tutto il
mondo e uno spazio all’interno del nuovo Museo delle Culture.”
La fortuna di certi millantatori costruttori di
bufale è quella che presto la gente dimentica. Contano su questo e su questo
costruiscono la loro forza. Non importa se hanno ruoli cattolici, ideologici.
Ballerebbero sopra la loro tomba. Si mobilitarono per il giardino dei giusti
usurpando, come mascalzoni professionisti ,come costruttori di bufale
vergognose, idee altrui e dopo essersi esposti in vetrina come le ragazze di
Amsterdam hanno lasciato in totale abbandono Il Giardino dei Giusti di Marineo.
Credo che ci sia un disegno che prevede la loro sepoltura nello stesso
giardino. Se ciò dovesse avvenire sarà il momento che verrò accusato di vilipendio
di cadavere.
In questi due giorni di convegno sulla calce ci
piace qui ricordare Khaled al-Asaad, colui che rimase a Palmira a difendere un
patrimonio archeologico unico
Un soldato dell’arte, un martire, una diga contro
la barbarie.
Spero che il Maestro Inguì e i suoi ospiti siriani
lo ricorderanno !
Potete seguire il fatto su Gariwo.
venerdì 25 settembre 2015
SALVIAMO LA ROCCA !
Dove si fanno alcune considerazioni sul convegno , con una divagazione su una famiglia che, tra
l’altro, erano grandi “guacinatura” a Marineo
I romani furono grandi "calciatori".... |
Purtroppo non sarò presente all’incontro sulla
calce. Né a Palermo né a Marineo. E come usa da noi la mia ignoranza sulla
calce rimarrà abissale. Chiedere a qualche relatore (organizzatore) un minimo
di “relazione” è inutile perché tutti questi relatori sanno parlare ma mai
scrivere. Eppure leggono sempre quello che poi dicono a voce. Ora precisando
che questa non è una scusa per cambiare le abitudini mi riservo il “diritto” di
chiedere una breve descrizione di qualche intervento perché le lacune (mie)
sono tantissime, seppur bilanciate da un grande desiderio di conoscere.
Ma
spontanee mi sorgono due innocenti domande che spero qualcuno avrà la cortesia
di chiarirmi. La prima è sulla foto inserita nel programma. L’attribuire a “Cristo Pantocrator” l’invenzione della
calce è un rimando bibblico-evangelico (creatore del mondo e di tutte le cose…)
oppure al mestiere di famiglia del carpentiere Giuseppe…(quello della casa di
David non del tirrimutuni, per non confonderci
!) poi la seconda foto. Mai vista prima una fornace di calce … a forno ! A
memoria locale tutte le fornaci erano a cielo aperto per evidenti ragioni e
facciamo fatica a immaginarle a forno. Ecco anche perché servono i convegni…
La prima cosa che colpisce che nessuno chiacchera.... |
Qualcuno ha rimesso in ordine il telo blu che qualche mascalzone aveva manomesso... Bello e affollato laboratorio... |
Il fascino non poteva mancare... |
Se consideriamo che il gemellaggio
francese langue, il premio di poesia non trova più casalinghe poetesse, il
rilancio del gemellaggio manumanchiano a Kaunas (Signora Costa come ha potuto
cedere al contagio inserendosi in quella fotografia ?) sa di furto legalizzato
(mi crea fastidio difendere le scialacquate lituane del gruppo in bermuda a
Kaunas) quindi capisco che per rilanciare la sua immagine il nostro assessore
alla Cultura della sua immagine ha pensato di riaprire le calcare alla Rocca.
Imprenditori interessati |
Fra gli assenti non possiamo segnalare due figure che abbiamo apprezzato per la loro presenza. Olivieri di Casa Bella e Rigoglioso di Mosaik art. Entrambi imprenditori intelligenti e non "tuttologhi " assenti a cui è difficile attribuire specifici interessi.
Figuriamoci , Salvatore docet ! |
Ci è sfuggito il significato della poesia del nostro Assessore alla poesia. E' come se avesse voluto ricordarci , ripescando la poesia del ragazzo morto per essere scivolto nella calce. i morti di mafia ... immersi nella calce viva.
I laboratori che si svolgevano in più spazi hanno interessato non solo chi vive nel mondo della calce ma anche altre innumerevoli attività collaterali.
C'è ancora spazio da oggi pomeriggio a domani per non essere inclusi fra gli assenti sapienti.
Ovviamente se nelle vicinanze c'è Salvatore Pulizzotto (che qui ringraziamo assieme al maestro Antonino Vitrano) non potevano mancare i pittori. Perchè mi si dice che loro fanno largo uso della calce ! Spero che il Pulizzotto non faccia un intervento sull'uso della calce in cucina.....
POMERIGGIO
Ps. Tutti noi ricordiamo un altro marinese eccellente. La cui storia andrebbe recuperata alla memoria collettiva. Io lo conobbi e frequentai da ragazzo. Poi mi giunse la notizia a Milano che era caduto tragicamente “martire” nel suo lavoro. Sanguigno irruente ambizioso. Sin qui simile a tanti imprenditori marinesi. Ma la nostra diventa storia avvincente dopo la disgraziata fatalità. Mi occupavo di logistica off-shore al tempo e dovevo portare certi materiali a Siracusa per conto di una grande azienda (pensate che partecipò allo smantellamento del sito di Abu Simbel per far posto alla diga) e cercavo chi si occipasse di trasporti eccezionali e cosi mi misi in contatto con il fratello di Pippo (Giuseppe ) Arnone che aiutato dalla sorella Lia (figura eccezionale di donna imprenditrice che sapeva gestire tutte le loro attività con polso fermo e creativo) continuava l’attività del defunto fratello.
Sto parlando dell’allora Padre Carmelo Arnone che (oh tempora…) era
uno dei componenti della famosa triade marinese che gestiva la curia di Palermo
(Arnone, Pecoraro Randazzo). Iniziò una intensa collaborazione e lo incontrai
spesso perché lui per vari motivi veniva spesso a Milano per poi andare in
Svizzera. Fu lui a confidarmi che da prete si era messo a fare l’imprenditore-trasportatore
per amore del fratello defunto per continuarne l’attività per non interrompere
un sogno del fratello. Ricevetti le sue confidenze e seppur diffidente che un prete potesse
cimentarsi in una attività al tempo cosi complessa ricordo lo stratagemma che si inventò quando dovendo
passare sotto il ponte dopo Cefalù rimanemmo bloccati per cinque centimetri
sotto il ponte della ferrovia. Mentre io temetti gli inferociti automobilisti e
camionisti lui chiamò il suo (mitico) autista e assieme alternandosi a destra e
sinistra sgonfiavano le gomme del veicolo eccezionale recuperando i cinque-otto
centimetri che servivano. Parlavamo spesso dei “ruderi” dietro la Rocca e mi
parlò di un progetto ben avviato di farne un grosso ristorante con una specie di ascensore che portasse quasi in cima dove
da una apposita terrazza si potesse godere di una vista meravigliosa. Quindi
dalla calce ai trasporti al turismo.
Un pomeriggio a sorpresa. Chiudiamo il servizio
raccontandovi cosa è successo il pomeriggio. Una processione di almeno 70
persone fra ospiti e locali si è trasferita dal castello alli rucchiceddi sino
al dietro la Rocca nella proprietà Arnone. Ora in un posto abbandonato ignorato
che ne adulti ne giovani conoscono salta fuori uno di quei marinesi che hanno
un vissuto storico. Stiamo parlando del Signor (sarebbe meglio maestro)
Vincenzo Spinella. Sino a ieri sconosciuto ai molti. Oggi pomeriggio è stato
ripescato – E’ diventato materiale storico. Lui ha descritto tutte le fasi
dalla estrazione alla cottura e alla produzione non solo della calce, ma anche
dei materiali che in quello spazio si producevano e da li finivano a Palermo ,
Bagheria e dintorni. Questo è museo vivo. Conservare queste memorie è indispensabile.
Assieme all’Ingui e allo Scarpulla quelle pietre da decenni morte sono
rivissute, tornate animate suscitando su tutti curiosità e interesse. Forte è
stato l’attacco della Sovraintendente Regionale al Restauro ai nostri politici
locali. Questi figuri che spendono milioni in scialacquamenti non sono capaci di
impiantare una pratica per ottenere fondi per l’utilizzo e usufrutto di un bene
che si è privato , ma si può lo stesso valorizzare. E qui pensiamo male perché per
questi eventi (a cui ci hanno abituato) la gestione finanziaria è sempre dubbia
e il nostro Paese è pieno di scandali. Impostare una pratica simile non
permette questi giochi finanziari e quindi non se ne voigliono occupare. Ma
vogliamo lanciare una sfida al nostro onnipresente Assessore alla Cultura vista
la sua presenza. Ha sentito quanto detto dalla Sovraintendente. “Ci Sono fondi
immediatamente disponibili per questi interventi , da uno a due milioni…”. Si
faccia promotore di “compilare la pratica e presentarla”. Allora cominceremo a
parlare di positività, di limpidezza amministrativa. Lo faccia prima che ci
tolgano la luce e Marineo ritorna al buio cosi come per almeno trentanni mentre
gli altri progredivano noi siamo rimasti al buio . Dai Assessore è facile
scialacquare fondi dello stato gestendoli a proprio piacere senza ritorno. Ci
dimostri che sa ottenere fondi non per salire continuamente su un palcoscenico
, ma per valorizzare e portare qualcosa a Marineo. Magari facendosi aiutare dai
suoi amici temporaneamente a Roma.
Ps. Tutti noi ricordiamo un altro marinese eccellente. La cui storia andrebbe recuperata alla memoria collettiva. Io lo conobbi e frequentai da ragazzo. Poi mi giunse la notizia a Milano che era caduto tragicamente “martire” nel suo lavoro. Sanguigno irruente ambizioso. Sin qui simile a tanti imprenditori marinesi. Ma la nostra diventa storia avvincente dopo la disgraziata fatalità. Mi occupavo di logistica off-shore al tempo e dovevo portare certi materiali a Siracusa per conto di una grande azienda (pensate che partecipò allo smantellamento del sito di Abu Simbel per far posto alla diga) e cercavo chi si occipasse di trasporti eccezionali e cosi mi misi in contatto con il fratello di Pippo (Giuseppe ) Arnone che aiutato dalla sorella Lia (figura eccezionale di donna imprenditrice che sapeva gestire tutte le loro attività con polso fermo e creativo) continuava l’attività del defunto fratello.
Il "patron" può ben sorridere soddisfatto |
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