domenica 27 settembre 2015

ACQUAVERDE 9



il racconto della domenica
ACQUA VERDE 9
La storia che volevo raccontarti
DI  SALVATORE GIUSEPPE POMARA
 

La ragazza dai capelli di rame





     La partenza e la paura inconscia che poteva essere il loro ultimo incontro ebbero il sopravvento sulla cautela. L’età fece il resto. Avrebbero voluto che l’alba non giungesse mai, ma arrivò presto e fu un trauma lasciarsi. L’emigrazione portava via loro i sogni e l’adolescenza che quella notte si lasciavano alle spalle. Si sarebbero ritrovati in America o in capo al mondo e avrebbero ripreso da dove avevano lasciato. Fu questa la promessa prima dell’ultimo abbraccio. «E niente più spartenze, sciatu di lu mè cori, vita mè!». «Niente più spartenze, ucchiuzzi beddi!». La montagna cominciava a vestire i colori del mattino quando si separarono. Il porto, la nave, la partenza e le lettere. Le persiane sbarrate e la tristezza indicibile di Lorenzo. A volte aveva la sensazione di vederla alla finestra. Era da lì che Maruzza si affacciava. Lui alzava gli occhi e lei gli sorrideva. «Alla solita ora, non mancare». «Dovessi morire fulminato se non sarò dietro la porta un’ora prima». «Amuri mè!». «Bidduzza mè!».   Ci si poteva incontrare di notte e quando le luci ad angolo erano spente.





The copper-haired girl





The coming departure and the unconscious fear that this could be their last meeting had the upper hand on caution. Their age did the rest. They would have liked for the dawn to have never arrived, but it came too soon and it was a traumatic break up. Emigration had stolen their dreams, along with the adolescence that they had left behind that night. They would have found each other in America or even on top of the world, and they would have still picked up from where they had left off. "And no more departures, sciatu mè, vita mè — my breath, my life!" kept repeating Maruzza. "No more departures, ucchiuzzi beddi — beautiful eyes" replied Lorenzo. The mountain began to wear the colors of the morning when they parted. Then came the port, the departing ship, and the letters. Her shutters were barred and Lorenzo drowned in unspeakable sadness. Sometimes, he felt like he could see her at her window. It was from there that Maruzza usually looked out. He looked up and she smiled at him. "At the usual time; do not be late." "May I die of electrocution if I am not at your door one hour before." "Anuri mè — my love." "Picciridda mè my baby." They could meet only at night and when the lights at the corner were turned off.










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