venerdì 25 settembre 2015

SALVIAMO LA ROCCA !


Dove si fanno alcune considerazioni sul convegno  , con una divagazione su una famiglia che, tra l’altro, erano grandi “guacinatura” a Marineo



I romani furono grandi "calciatori"....
Purtroppo non sarò presente all’incontro sulla calce. Né a Palermo né a Marineo. E come usa da noi la mia ignoranza sulla calce rimarrà abissale. Chiedere a qualche relatore (organizzatore) un minimo di “relazione” è inutile perché tutti questi relatori sanno parlare ma mai scrivere. Eppure leggono sempre quello che poi dicono a voce. Ora precisando che questa non è una scusa per cambiare le abitudini mi riservo il “diritto” di chiedere una breve descrizione di qualche intervento perché le lacune (mie) sono tantissime, seppur bilanciate da un grande desiderio di conoscere. 
La prima cosa che colpisce che nessuno chiacchera....
Ma spontanee mi sorgono due innocenti domande che spero qualcuno avrà la cortesia di chiarirmi. La prima è sulla foto inserita nel programma. L’attribuire  a “Cristo Pantocrator” l’invenzione della calce  è un rimando bibblico-evangelico  (creatore del mondo e di tutte le cose…) oppure al mestiere di famiglia del carpentiere Giuseppe…(quello della casa di David non del tirrimutuni, per non confonderci !) poi la seconda foto. Mai vista prima una fornace di calce … a forno ! A memoria locale tutte le fornaci erano a cielo aperto per evidenti ragioni e facciamo fatica a immaginarle a forno. Ecco anche perché servono i convegni…
Qualcuno ha rimesso in ordine il telo blu che qualche mascalzone aveva manomesso... Bello e affollato laboratorio...
Il fascino non poteva mancare...
Ora con l’ultima domanda non vorrei scatenare polemiche. Da una mia piccola indagine è venuto fuori che le tre “calcare” non erano sistemate dietro la Rocca a “caso”, ma la stessa Rocca era la materia prima. Se ne vedono i segni ancora oggi ! Ora da marinese “grusiteru” mi domando, anzi domando ad uno dei relatori (autore tra l’altro di un volume sulla Rocca) c’è un progetto di “squagghiari” la Rocca ? Ne è a conoscenza e chi secondo Lei ne è autore ? Se ne parlerà apertamente durante il convegno ? La presenza nel convegno dell’Assessore alla Cultura è motivata dall’annunzio che ne darà ? Certo il tutto è plausibile ! 
Se consideriamo che il gemellaggio francese langue, il premio di poesia non trova più casalinghe poetesse, il rilancio del gemellaggio manumanchiano a Kaunas (Signora Costa come ha potuto cedere al contagio inserendosi in quella fotografia ?) sa di furto legalizzato (mi crea fastidio difendere le scialacquate lituane del gruppo in bermuda a Kaunas) quindi capisco che per rilanciare la sua immagine il nostro assessore alla Cultura della sua immagine ha pensato di riaprire le  calcare alla Rocca. 
Imprenditori interessati
Ed ecco perché non abbiamo trovato traccia in tutto il convegno dell’assessore di riferimento Antonino Greco. Certo che al Vitale e allo Scarpulla costa un gravoso incarico : Salvare la Rocca ! La Rocca non sarà mai “guacina” per farne vino , farina , olio e non so cosa altro ! A loro due affidiamo l’incarico o meglio la crociata. Non possiamo non citare la "solita lezio" dello Scarpulla in questa occasione "storico locale" sulle "calcare locali" e in special modo su quella degli Arnone che ha sbalordito persino la Signora Rosalia apprendendo notizie che Lei stessa ignorava. Tanti anni al servizio dello Stato oggi la comunità apprezza quello che non ha potuto apprezzare prima al tempo che era in servizio.
Fra gli assenti non possiamo segnalare due figure che abbiamo apprezzato per la loro presenza. Olivieri di Casa Bella e Rigoglioso di Mosaik art. Entrambi imprenditori intelligenti e non "tuttologhi " assenti a cui è difficile attribuire specifici interessi. 

Figuriamoci , Salvatore docet !
Ovviamente era assente quella Marineo che sa tutto e che non alza mai il culo dalla sedia, ma che è saccente perchè qualsiasi argomento loro lo conoscono .  
Ci è sfuggito il significato della poesia del nostro Assessore alla poesia. E' come se avesse voluto ricordarci , ripescando la poesia del ragazzo morto per essere scivolto nella calce. i morti di mafia ... immersi nella calce viva. 
I laboratori che si svolgevano in più spazi hanno interessato non solo chi vive nel mondo della calce ma anche altre innumerevoli attività collaterali.
C'è ancora spazio da oggi pomeriggio a domani per non essere inclusi fra gli assenti sapienti.
Ovviamente se nelle vicinanze c'è Salvatore Pulizzotto (che qui ringraziamo assieme al maestro Antonino Vitrano) non potevano mancare i pittori. Perchè mi si dice che loro fanno largo uso della calce ! Spero che il Pulizzotto non faccia un intervento sull'uso della calce in cucina.....
POMERIGGIO


Un pomeriggio a sorpresa. Chiudiamo il servizio raccontandovi cosa è successo il pomeriggio. Una processione di almeno 70 persone fra ospiti e locali si è trasferita dal castello alli rucchiceddi sino al dietro la Rocca nella proprietà Arnone. Ora in un posto abbandonato ignorato che ne adulti ne giovani conoscono salta fuori uno di quei marinesi che hanno un vissuto storico. Stiamo parlando del Signor (sarebbe meglio maestro) Vincenzo Spinella. Sino a ieri sconosciuto ai molti. Oggi pomeriggio è stato ripescato – E’ diventato materiale storico. Lui ha descritto tutte le fasi dalla estrazione alla cottura e alla produzione non solo della calce, ma anche dei materiali che in quello spazio si producevano e da li finivano a Palermo , Bagheria e dintorni. Questo è museo vivo. Conservare queste memorie è indispensabile. Assieme all’Ingui e allo Scarpulla quelle pietre da decenni morte sono rivissute, tornate animate suscitando su tutti curiosità e interesse. Forte è stato l’attacco della Sovraintendente Regionale al Restauro ai nostri politici locali. Questi figuri che spendono milioni in scialacquamenti non sono capaci di impiantare una pratica per ottenere fondi per l’utilizzo e usufrutto di un bene che si è privato , ma si può lo stesso valorizzare. E qui pensiamo male perché per questi eventi (a cui ci hanno abituato) la gestione finanziaria è sempre dubbia e il nostro Paese è pieno di scandali. Impostare una pratica simile non permette questi giochi finanziari e quindi non se ne voigliono occupare. Ma vogliamo lanciare una sfida al nostro onnipresente Assessore alla Cultura vista la sua presenza. Ha sentito quanto detto dalla Sovraintendente. “Ci Sono fondi immediatamente disponibili per questi interventi , da uno a due milioni…”. Si faccia promotore di “compilare la pratica e presentarla”. Allora cominceremo a parlare di positività, di limpidezza amministrativa. Lo faccia prima che ci tolgano la luce e Marineo ritorna al buio cosi come per almeno trentanni mentre gli altri progredivano noi siamo rimasti al buio . Dai Assessore è facile scialacquare fondi dello stato gestendoli a proprio piacere senza ritorno. Ci dimostri che sa ottenere fondi non per salire continuamente su un palcoscenico , ma per valorizzare e portare qualcosa a Marineo. Magari facendosi aiutare dai suoi amici temporaneamente a Roma.   


Ps. Tutti noi ricordiamo un altro marinese eccellente. La cui storia andrebbe recuperata alla memoria collettiva. Io lo conobbi e frequentai da ragazzo. Poi mi giunse la notizia a Milano  che era caduto tragicamente  “martire” nel suo lavoro. Sanguigno irruente ambizioso. Sin qui simile a tanti imprenditori marinesi. Ma la nostra diventa  storia avvincente dopo la disgraziata fatalità.  Mi occupavo di logistica off-shore  al tempo e dovevo portare certi materiali a Siracusa per conto di una grande azienda (pensate che partecipò allo smantellamento del sito di Abu Simbel per far posto alla diga) e cercavo chi si occipasse di trasporti eccezionali e cosi mi misi in contatto con il fratello di Pippo (Giuseppe ) Arnone che aiutato dalla sorella Lia (figura eccezionale di donna imprenditrice che sapeva gestire tutte le loro attività con polso fermo e creativo)  continuava l’attività del defunto fratello. 
Il "patron" può ben sorridere soddisfatto
Sto parlando dell’allora Padre Carmelo Arnone che (oh tempora…) era uno dei componenti della famosa triade marinese che gestiva la curia di Palermo (Arnone, Pecoraro Randazzo). Iniziò una intensa collaborazione e lo incontrai spesso perché lui per vari motivi veniva spesso a Milano per poi andare in Svizzera. Fu lui a confidarmi che da prete si era messo a fare l’imprenditore-trasportatore per amore del fratello defunto per continuarne l’attività per non interrompere un sogno del fratello. Ricevetti le sue confidenze e  seppur diffidente che un prete potesse cimentarsi in una attività al tempo cosi complessa  ricordo lo stratagemma che si inventò quando dovendo passare sotto il ponte dopo Cefalù rimanemmo bloccati per cinque centimetri sotto il ponte della ferrovia. Mentre io temetti gli inferociti automobilisti e camionisti lui chiamò il suo (mitico) autista e assieme alternandosi a destra e sinistra sgonfiavano le gomme del veicolo eccezionale recuperando i cinque-otto centimetri che servivano. Parlavamo spesso dei “ruderi” dietro la Rocca e mi parlò di un progetto ben avviato di farne un grosso ristorante con una specie  di ascensore che portasse quasi in cima dove da una apposita terrazza si potesse godere di una vista meravigliosa. Quindi dalla calce ai trasporti  al turismo.  

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