Dove si fanno alcune considerazioni sul convegno , con una divagazione su una famiglia che, tra
l’altro, erano grandi “guacinatura” a Marineo
I romani furono grandi "calciatori".... |
Purtroppo non sarò presente all’incontro sulla
calce. Né a Palermo né a Marineo. E come usa da noi la mia ignoranza sulla
calce rimarrà abissale. Chiedere a qualche relatore (organizzatore) un minimo
di “relazione” è inutile perché tutti questi relatori sanno parlare ma mai
scrivere. Eppure leggono sempre quello che poi dicono a voce. Ora precisando
che questa non è una scusa per cambiare le abitudini mi riservo il “diritto” di
chiedere una breve descrizione di qualche intervento perché le lacune (mie)
sono tantissime, seppur bilanciate da un grande desiderio di conoscere.
Ma
spontanee mi sorgono due innocenti domande che spero qualcuno avrà la cortesia
di chiarirmi. La prima è sulla foto inserita nel programma. L’attribuire a “Cristo Pantocrator” l’invenzione della
calce è un rimando bibblico-evangelico (creatore del mondo e di tutte le cose…)
oppure al mestiere di famiglia del carpentiere Giuseppe…(quello della casa di
David non del tirrimutuni, per non confonderci
!) poi la seconda foto. Mai vista prima una fornace di calce … a forno ! A
memoria locale tutte le fornaci erano a cielo aperto per evidenti ragioni e
facciamo fatica a immaginarle a forno. Ecco anche perché servono i convegni…
La prima cosa che colpisce che nessuno chiacchera.... |
Qualcuno ha rimesso in ordine il telo blu che qualche mascalzone aveva manomesso... Bello e affollato laboratorio... |
Il fascino non poteva mancare... |
Se consideriamo che il gemellaggio
francese langue, il premio di poesia non trova più casalinghe poetesse, il
rilancio del gemellaggio manumanchiano a Kaunas (Signora Costa come ha potuto
cedere al contagio inserendosi in quella fotografia ?) sa di furto legalizzato
(mi crea fastidio difendere le scialacquate lituane del gruppo in bermuda a
Kaunas) quindi capisco che per rilanciare la sua immagine il nostro assessore
alla Cultura della sua immagine ha pensato di riaprire le calcare alla Rocca.
Imprenditori interessati |
Fra gli assenti non possiamo segnalare due figure che abbiamo apprezzato per la loro presenza. Olivieri di Casa Bella e Rigoglioso di Mosaik art. Entrambi imprenditori intelligenti e non "tuttologhi " assenti a cui è difficile attribuire specifici interessi.
Figuriamoci , Salvatore docet ! |
Ci è sfuggito il significato della poesia del nostro Assessore alla poesia. E' come se avesse voluto ricordarci , ripescando la poesia del ragazzo morto per essere scivolto nella calce. i morti di mafia ... immersi nella calce viva.
I laboratori che si svolgevano in più spazi hanno interessato non solo chi vive nel mondo della calce ma anche altre innumerevoli attività collaterali.
C'è ancora spazio da oggi pomeriggio a domani per non essere inclusi fra gli assenti sapienti.
Ovviamente se nelle vicinanze c'è Salvatore Pulizzotto (che qui ringraziamo assieme al maestro Antonino Vitrano) non potevano mancare i pittori. Perchè mi si dice che loro fanno largo uso della calce ! Spero che il Pulizzotto non faccia un intervento sull'uso della calce in cucina.....
POMERIGGIO
Ps. Tutti noi ricordiamo un altro marinese eccellente. La cui storia andrebbe recuperata alla memoria collettiva. Io lo conobbi e frequentai da ragazzo. Poi mi giunse la notizia a Milano che era caduto tragicamente “martire” nel suo lavoro. Sanguigno irruente ambizioso. Sin qui simile a tanti imprenditori marinesi. Ma la nostra diventa storia avvincente dopo la disgraziata fatalità. Mi occupavo di logistica off-shore al tempo e dovevo portare certi materiali a Siracusa per conto di una grande azienda (pensate che partecipò allo smantellamento del sito di Abu Simbel per far posto alla diga) e cercavo chi si occipasse di trasporti eccezionali e cosi mi misi in contatto con il fratello di Pippo (Giuseppe ) Arnone che aiutato dalla sorella Lia (figura eccezionale di donna imprenditrice che sapeva gestire tutte le loro attività con polso fermo e creativo) continuava l’attività del defunto fratello.
Sto parlando dell’allora Padre Carmelo Arnone che (oh tempora…) era
uno dei componenti della famosa triade marinese che gestiva la curia di Palermo
(Arnone, Pecoraro Randazzo). Iniziò una intensa collaborazione e lo incontrai
spesso perché lui per vari motivi veniva spesso a Milano per poi andare in
Svizzera. Fu lui a confidarmi che da prete si era messo a fare l’imprenditore-trasportatore
per amore del fratello defunto per continuarne l’attività per non interrompere
un sogno del fratello. Ricevetti le sue confidenze e seppur diffidente che un prete potesse
cimentarsi in una attività al tempo cosi complessa ricordo lo stratagemma che si inventò quando dovendo
passare sotto il ponte dopo Cefalù rimanemmo bloccati per cinque centimetri
sotto il ponte della ferrovia. Mentre io temetti gli inferociti automobilisti e
camionisti lui chiamò il suo (mitico) autista e assieme alternandosi a destra e
sinistra sgonfiavano le gomme del veicolo eccezionale recuperando i cinque-otto
centimetri che servivano. Parlavamo spesso dei “ruderi” dietro la Rocca e mi
parlò di un progetto ben avviato di farne un grosso ristorante con una specie di ascensore che portasse quasi in cima dove
da una apposita terrazza si potesse godere di una vista meravigliosa. Quindi
dalla calce ai trasporti al turismo.
Un pomeriggio a sorpresa. Chiudiamo il servizio
raccontandovi cosa è successo il pomeriggio. Una processione di almeno 70
persone fra ospiti e locali si è trasferita dal castello alli rucchiceddi sino
al dietro la Rocca nella proprietà Arnone. Ora in un posto abbandonato ignorato
che ne adulti ne giovani conoscono salta fuori uno di quei marinesi che hanno
un vissuto storico. Stiamo parlando del Signor (sarebbe meglio maestro)
Vincenzo Spinella. Sino a ieri sconosciuto ai molti. Oggi pomeriggio è stato
ripescato – E’ diventato materiale storico. Lui ha descritto tutte le fasi
dalla estrazione alla cottura e alla produzione non solo della calce, ma anche
dei materiali che in quello spazio si producevano e da li finivano a Palermo ,
Bagheria e dintorni. Questo è museo vivo. Conservare queste memorie è indispensabile.
Assieme all’Ingui e allo Scarpulla quelle pietre da decenni morte sono
rivissute, tornate animate suscitando su tutti curiosità e interesse. Forte è
stato l’attacco della Sovraintendente Regionale al Restauro ai nostri politici
locali. Questi figuri che spendono milioni in scialacquamenti non sono capaci di
impiantare una pratica per ottenere fondi per l’utilizzo e usufrutto di un bene
che si è privato , ma si può lo stesso valorizzare. E qui pensiamo male perché per
questi eventi (a cui ci hanno abituato) la gestione finanziaria è sempre dubbia
e il nostro Paese è pieno di scandali. Impostare una pratica simile non
permette questi giochi finanziari e quindi non se ne voigliono occupare. Ma
vogliamo lanciare una sfida al nostro onnipresente Assessore alla Cultura vista
la sua presenza. Ha sentito quanto detto dalla Sovraintendente. “Ci Sono fondi
immediatamente disponibili per questi interventi , da uno a due milioni…”. Si
faccia promotore di “compilare la pratica e presentarla”. Allora cominceremo a
parlare di positività, di limpidezza amministrativa. Lo faccia prima che ci
tolgano la luce e Marineo ritorna al buio cosi come per almeno trentanni mentre
gli altri progredivano noi siamo rimasti al buio . Dai Assessore è facile
scialacquare fondi dello stato gestendoli a proprio piacere senza ritorno. Ci
dimostri che sa ottenere fondi non per salire continuamente su un palcoscenico
, ma per valorizzare e portare qualcosa a Marineo. Magari facendosi aiutare dai
suoi amici temporaneamente a Roma.
Ps. Tutti noi ricordiamo un altro marinese eccellente. La cui storia andrebbe recuperata alla memoria collettiva. Io lo conobbi e frequentai da ragazzo. Poi mi giunse la notizia a Milano che era caduto tragicamente “martire” nel suo lavoro. Sanguigno irruente ambizioso. Sin qui simile a tanti imprenditori marinesi. Ma la nostra diventa storia avvincente dopo la disgraziata fatalità. Mi occupavo di logistica off-shore al tempo e dovevo portare certi materiali a Siracusa per conto di una grande azienda (pensate che partecipò allo smantellamento del sito di Abu Simbel per far posto alla diga) e cercavo chi si occipasse di trasporti eccezionali e cosi mi misi in contatto con il fratello di Pippo (Giuseppe ) Arnone che aiutato dalla sorella Lia (figura eccezionale di donna imprenditrice che sapeva gestire tutte le loro attività con polso fermo e creativo) continuava l’attività del defunto fratello.
Il "patron" può ben sorridere soddisfatto |
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