lunedì 18 settembre 2017

GUERINO DICIOTTO



I/18
A Costantinopoli si piangeva per la prigionia di Alessandro quando il Meschino si presentò al Re e ai baroni chiedendo le armi non consegnate al vincitore del torneo per sfidare i turki e liberare Alessandro.. Il re rifiutò le armi  in quanto promesse al vero vincitore, Al ché i baroni si impegnarono  che se il Meschino non sarebbe ritornato con le armi, loro stessi avrebbero rimborsato e sostituito quelle armi purché si lasciasse tentare al Meschino la sfida. Lo stesso si armò e attraversando la città la gente si chiedeva se non fosse lui il cavalier villano e quando si mise l’elmo a tutti sembro proprio quel cavaliere. Giunto al campo chiese battaglia e il figlio maggiore di Astilladoro , Torindo, chiese l’onore al padre essendo il primo figlio, di affrontare il Meschino. Giunti di fronte Torindo chiede chi fosse il suo rivale e riconosciuto nel Meschino colui che era quello che lo serviva a tavola durante il torneo si rifiuta di combattere contro uno schiavo .
Il Meschino promette di andare in città farsi nominare cavaliere e subito tornare a combattere, quindi aspettarlo che sarebbe presto tornato. E cosi avvenne.   La gente sua a vederlo tornare si convinse che fuggiva per paura di combattere.

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