lunedì 4 settembre 2017

GUERINO TREDICI



I/13 TREDICESIMA 4 SETTEMBRE 2017
Il secondo giorno del torneo si iniziò con quelli di basso rango e al momento del pranzo schernivano sempre il Meschino per la sua condizione servile. In piazza c’era grande atmosfera con musici e giocolieri creando grande confusione.  Entrarono 40 giostratori e Meschino si innervosiva perché aspettava sempre che Alessandro lo armasse in segreto. Al momento che doveva cingere la spada gli raccomandò di usarla prontamente  se al rientro fosse seguito da qualcuno, perché era grande il rischio che correvano avendo entrambi disubbidito al bando dell’imperatore. Il Meschino si trovò di fronte Torindo e Pinamonte e quindi i due re di Tebe Archislao e Amanson e, a chi abbatté  il cavallo  chi  disarcionò creando grande scompiglio fra gli sfidanti che si misero a gridare: “dagli addosso al villano” e  fra questi Brunas  di Liconia. Al gruppo si unirono anche Madar e Napar  di Albania A questo punto Alessandro entrando   nell’arena si mise a colpire con un bastone le lance degli aggressori gridando :” Vili voi chiamate costui villano quando voi aggredite in cento un solo cavaliere ?,  Quale onore siete venuti a cercare qui in questo grande torneo ?” . Quindi fece mandare un bando che da li in poi la giostra avvenisse solo una lancia contro un'altra lancia.
Costanzo dell’Arcipelago chiese ad Alessandro :“Visto come lo difendi presumo che tu lo conosca”. Alessandro negò di conoscerlo” ma debbo affermare, disse,  che è il più valoroso cavaliere che io abbia  mai conosciuto”. Al ché Costanzo : “Già sono stato abbattuto due volte e non voglio rinunziare a misurarmi con lui per la terza volta” disse   andandogli incontro. 
La più recente ed esaustiva edizione critica
Quel giorno Meschino lo abbatté per la terza volta oltre ad altri 60 cavalieri. E questo gli portò l’avversità degli altri  che si accordarono di assalirlo nuovamente congiuntamente. Alessandro diede avviso ai suonatori che appena si sarebbe affacciato dal suo balcone avrebbero dovuto suonare la fine del torneo per quella giornata. Temendo l’aggressione collettiva Alessandro corse giusto in tempo sul balcone,nel contempo Meschino abbattè Anfiron d’Assiria e Tapalle d’Alessandria al che fu suonata la fine del torneo e Meschino corse anche lui al giardino depose armi e cavallo e raggiunse Alessandro e la sorella nella sala per servire  la cena.
Elisenna domandò al fratello se conoscesse il villano alla quale rispose negativamente ma rivolto al Meschino disse : ti piacerebbe essere come lui. Ed entrambi risero. Allora Elisenna andò dal padre e gli disse:” Maestà io desidererei tanto sapere chi è questo villano”.1) L’imperatore interroga Alessandro e lo invita ad indagare. Al che Alessandro risponde:”… e se fosse un semplice uomo ? “, “Sia chi sia io lo voglio sapere” sentenziò l’Imperatore.” Ti ricordo le condizioni del bando ! …che i cavalieri siano di nobile origine pena la morte…” ripeté Alessandro. “ Allora sarà punito perché io desidero che le leggi vengano rispettate”. Alessandro, molto preoccupato,  riferì il tutto al Meschino il quale rispose : “…io sono nelle tue mani, mi affido a te”.

1)      La domanda, oltre alla tipica curiosità femminile, è legittima perché sarà lei a dover sposare il vincitore del torneo

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