La notizia della
concessione della Cittadinanza Onoraria a Padre Giuseppe Messineo non mi giunge
inaspettata. In un primo momento avevo temuto che la cosa si perdesse nella
nostra “super attiva” burocrazia locale. Ma quando il Presidente del Consiglio,
l’attento Giuseppe D’Amato, mi disse “si può fare, anzi si deve fare” mi
affidai a queste parole confortato anche dai Realmonte subito entusiasti della
cosa. E cosi giorno dieci prossimo Sindaco , Presidente del Consiglio,
Assessori , Consiglieri , Dirigenti e Autorità al gran completo assolveranno a
questo atto “quasi dovuto” tra l’altro molto
vicino al compleanno del francescano e della festa di San Francesco.
Questo gesto avviene
anche in un clima di sereni rapporti fra Parrocchia e Convento dopo gli anni
burrascosi di antagonismo futile ma tipico marinese. Padre Giuseppe è stato
priore anche nel momento che doveva convivere con la esuberante figura di Padre
Salvino, una calamita che produceva energia a 360 gradi lasciando pochissimo spazio a iniziative
altrui. Pur in queste condizioni Padre Giuseppe seppe ritagliarsi il suo spazio
creando una serie di rapporti con i fedeli basati sopratutto sul suo carisma
mite ,misurato e gioioso (come da regola). Anche le sue prediche si
conciliavano non solo con il suo carattere ma anche con il desiderio dei
parrocchiani di ascoltare messaggi adatti al luogo dove si trovavano e non
“prediche, arringhe o invettive”!
Certamente non
gli sono molto simpatico ma di contro Lui lo è a me molto e questo è tipico di
noi marinesi e quindi anche questa potrebbe essere una delle motivazioni che ha
spinto il Presidente del Consiglio a proporre e formulare questa Cittadinanza
Onoraria.
Noi ne siamo
felici perché era tempo che avvenisse un gesto bipartisan non solo fuori dalla politica
ma anche da quella regìa che vuole l’alternarsi dei riconoscimenti solo a
favore della parte che “domina” l’Amministrazione. Negli anni recenti, che io
ricordi, tutti i riconoscimenti sono sempre avvenuti per scelte politiche o
sfacciatamente di parte.
Ora quando
incontrerò Padre Giuseppe sarò lieto di chiamarlo “paisà” e ,come sta avvenendo
recentemente, andare a messa al Convento ti riconcilia con te stesso perché
accompagnato ,anzi spinto, dal vento o dallo scirocco sino al convento, saliti
i gradini che ti separano dalla chiesetta potrai sederti e respirare quell’aria
di sereno raccoglimento che da sempre il luogo ha ispirato. Sorvegliato a vista
dai lupi di San Vito , sotto le stelle dell’Immacolata Concezione, ospiti di
San Francesco che sembra intonare il “laudato si, o mi Signore… , in rispettoso
silenzio davanti alla “deposizione” (li santi ammucchiati) ma protetto da
quello sguardo bellissimo , antichissimo e prezioso rappresentato nell’unica
vera opera d’arte che possediamo a Marineo (assieme al Crocifisso), la Madonna
della Daina, ti puoi disporre ad ascoltare il perenne ripetersi del messaggio
francescano dalla voce di un Padre Giuseppe, ora cittadino marinese.
E proprio ieri
quando è stata accesa la lampada con “l’olio di San Francesco” mi sono
ricordato quando nel 1982 , allora Marineo “contava” ( avevamo la curia in mano
,Padre Randazzo, Pecoraro e Arnone) , Presidente della Provincia Calderonello
(che in quella occasione di Assisi viaggiava da solo in un pulman di 50 posti),
un paio di Consiglieri Provinciali , Presidente della Regione il Ciellino
Nicolosi, Arcivescovo Pappalardo(che fece il gesto di dare uno schiaffetto al
Sindaco Orlando perché si era fatto aspettare) e il nostro sindaco esuberante
(andò da Scalfaro a chiedergli se era vera la storia dello schiaffo ricevuto a
Palermo…) e fummo trascinati una decina di marinesi ad Assisi proprio per la
lampada di San Francesco (toccava a noi siciliani fornire l’olio). Io “discesi”
da Milano e gli altri “salirono” da Marineo. Chi ci guidava era ancora
accettabile e non prevaricava. Scoprimmo
che conoscevo “da prima” Nicolosi e che il Sindaco di Assisi abitava a Milano
vicino casa mia. Il tutto con il grimaldello dello Spataro che apriva e
chiudeva qualsiasi porta anche perché la sua truppa, “cioè noi”, lo assecondava
nella qualunque.
Mi spiace che il
nostro “conservatore di immagini” che ha le foto di “chiunque” non raccolga le
foto della nostra seppur modesta storia locale.
Intanto
appuntamento per giorno dieci (Al Castello ore 19.30)per Padre Giuseppe mentre noi, intanto, possiamo
cantare “laudato sii o mi Signore !” per avercelo mandato a Marineo.
Ps. Come abitudine
San Francesco suscitò in me una morbosa curiosità durata anni. E quindi iniziai
un inseguimento che andava dalla Casa natale del Santo a San Damiano ai
Fioretti, agli affreschi di Giotto alle due basiliche, alla porziuncola per
finire alla sua vita, ai rapporti con Sant'Antonio a quelli fra Santa Chiara e Santa Agnese di Praga e cosi via(una ventina di volumi). Mi sconvolse il Luigi Salvatorelli (Vita di San Francesco
d’Assisi – Einaudi 1973 chi altri se no ?) . E’ una biografia asettica fredda
più che da storico da chi vuole smontare il “mito” di San Francesco per
esaltare (sic) quello di Francesco Bernardoni da Assisi. Crudo e nudo. Mi
consolai con il Francesco da Assisi in
740 pagine e migliaia di illustrazioni del 1926 di P.Vittorino Facchinetti che
mi risultava più congeniale. In questa occasione sono andato a ricercare tutti
i volumi di pertinenza sull’argomento.
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