mercoledì 5 ottobre 2016

GIUSEPPE MESSINEO DI MARINEO




La notizia della concessione della Cittadinanza Onoraria a Padre Giuseppe Messineo non mi giunge inaspettata. In un primo momento avevo temuto che la cosa si perdesse nella nostra “super attiva” burocrazia locale. Ma quando il Presidente del Consiglio, l’attento Giuseppe D’Amato, mi disse “si può fare, anzi si deve fare” mi affidai a queste parole confortato anche dai Realmonte subito entusiasti della cosa. E cosi giorno dieci prossimo Sindaco , Presidente del Consiglio, Assessori , Consiglieri , Dirigenti e Autorità al gran completo assolveranno a questo atto “quasi dovuto”  tra l’altro molto vicino al compleanno del francescano e della festa di San Francesco.
Questo gesto avviene anche in un clima di sereni rapporti fra Parrocchia e Convento dopo gli anni burrascosi di antagonismo futile ma tipico marinese. Padre Giuseppe è stato priore anche nel momento che doveva convivere con la esuberante figura di Padre Salvino, una calamita che produceva energia a 360 gradi  lasciando pochissimo spazio a iniziative altrui. Pur in queste condizioni Padre Giuseppe seppe ritagliarsi il suo spazio creando una serie di rapporti con i fedeli basati sopratutto sul suo carisma mite ,misurato e gioioso (come da regola). Anche le sue prediche si conciliavano non solo con il suo carattere ma anche con il desiderio dei parrocchiani di ascoltare messaggi adatti al luogo dove si trovavano e non “prediche, arringhe o invettive”!
Certamente non gli sono molto simpatico ma di contro Lui lo è a me molto e questo è tipico di noi marinesi e quindi anche questa potrebbe essere una delle motivazioni che ha spinto il Presidente del Consiglio a proporre e formulare questa Cittadinanza Onoraria.
Noi ne siamo felici perché era tempo che avvenisse un gesto bipartisan non solo fuori dalla politica ma anche da quella regìa che vuole l’alternarsi dei riconoscimenti solo a favore della parte che “domina” l’Amministrazione. Negli anni recenti, che io ricordi, tutti i riconoscimenti sono sempre avvenuti per scelte politiche o sfacciatamente di parte.
Ora quando incontrerò Padre Giuseppe sarò lieto di chiamarlo “paisà” e ,come sta avvenendo recentemente, andare a messa al Convento ti riconcilia con te stesso perché accompagnato ,anzi spinto, dal vento o dallo scirocco sino al convento, saliti i gradini che ti separano dalla chiesetta potrai sederti e respirare quell’aria di sereno raccoglimento che da sempre il luogo ha ispirato. Sorvegliato a vista dai lupi di San Vito , sotto le stelle dell’Immacolata Concezione, ospiti di San Francesco che sembra intonare il “laudato si, o mi Signore… , in rispettoso silenzio davanti alla “deposizione” (li santi ammucchiati) ma protetto da quello sguardo bellissimo , antichissimo e prezioso rappresentato nell’unica vera opera d’arte che possediamo a Marineo (assieme al Crocifisso), la Madonna della Daina, ti puoi disporre ad ascoltare il perenne ripetersi del messaggio francescano dalla voce di un Padre Giuseppe, ora cittadino marinese.    
E proprio ieri quando è stata accesa la lampada con “l’olio di San Francesco” mi sono ricordato quando nel 1982 , allora Marineo “contava” ( avevamo la curia in mano ,Padre Randazzo, Pecoraro e Arnone) , Presidente della Provincia Calderonello (che in quella occasione di Assisi viaggiava da solo in un pulman di 50 posti), un paio di Consiglieri Provinciali , Presidente della Regione il Ciellino Nicolosi, Arcivescovo Pappalardo(che fece il gesto di dare uno schiaffetto al Sindaco Orlando perché si era fatto aspettare) e il nostro sindaco esuberante (andò da Scalfaro a chiedergli se era vera la storia dello schiaffo ricevuto a Palermo…) e fummo trascinati una decina di marinesi ad Assisi proprio per la lampada di San Francesco (toccava a noi siciliani fornire l’olio). Io “discesi” da Milano e gli altri “salirono” da Marineo. Chi ci guidava era ancora accettabile e non prevaricava.  Scoprimmo che conoscevo “da prima” Nicolosi e che il Sindaco di Assisi abitava a Milano vicino casa mia. Il tutto con il grimaldello dello Spataro che apriva e chiudeva qualsiasi porta anche perché la sua truppa, “cioè noi”, lo assecondava nella qualunque.
Mi spiace che il nostro “conservatore di immagini” che ha le foto di “chiunque” non raccolga le foto della nostra seppur modesta storia locale.
Intanto appuntamento per giorno dieci (Al Castello ore 19.30)per Padre Giuseppe mentre noi, intanto, possiamo cantare “laudato sii o mi Signore !” per avercelo mandato a Marineo.



Ps. Come abitudine San Francesco suscitò in me una morbosa curiosità durata anni. E quindi iniziai un inseguimento che andava dalla Casa natale del Santo a San Damiano ai Fioretti, agli affreschi di Giotto alle due basiliche, alla porziuncola per finire alla sua vita, ai rapporti con Sant'Antonio a quelli fra Santa Chiara e Santa Agnese di Praga e cosi via(una ventina di volumi). Mi sconvolse il Luigi Salvatorelli (Vita di San Francesco d’Assisi – Einaudi 1973 chi altri se no ?) . E’ una biografia asettica fredda più che da storico da chi vuole smontare il “mito” di San Francesco per esaltare (sic) quello di Francesco Bernardoni da Assisi. Crudo e nudo. Mi consolai con il  Francesco da Assisi in 740 pagine e migliaia di illustrazioni del 1926 di P.Vittorino Facchinetti che mi risultava più congeniale. In questa occasione sono andato a ricercare tutti i volumi  di pertinenza sull’argomento.    

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