OVVERO L'ARTE... POVERA !
Quando vidi il quadro “Merda d’Artista”
rimasi esterrefatto e da buon marinese dissacratore, presi le distanze. Mi
sembrava incredibile definirla opera d’arte e allora ricorsi a Salvatore Pulizzotto
il quale papale papale mi spiegò quale sia la differenza fra dipingere un
fiore, oppure una tela nera o la merda d’artista ! Imparai che l’arte non si
giudica ma si apprezza. Mi soffermai di più sul termine “dissacratore”. Mi
ricordai che il mio paese è stato sempre ricco di “figure particolari” che
suscitano scherzi feroci attuati da chi è uso mettere alla berlina proprio le
figure particolari. Ora la sceneggiata messa in atto da alcuni “provocatoretti”
(magia di un termine) in disuso, si sono inventati un “raggiro intellettuale”
che ti ricorda films tipo Amici miei, i Basilischi, i Vitelloni, la Vendita
della Fontana di Trevi e cosi via a spese di chi non ha le stesse difese pari
loro ma è in buona fede (quest’ultimo). Vuoi per imitare i film predetti vuoi
per invidia del ruolo che la “vittima “ svolge anargiramente (in questo caso pecunia non olet) e con dedizione, ruolo che se non costasse fatica
vorrebbero interpretare loro in quanto “allevati a terra” sino all’abbuffarsi.
La storia è semplice . Sparisce un quadro in una mostra e subito
scattano i soliti meccanismi tipici e dovuti in questi casi. L’autore si
dispera per il suo “merda d’artista” (nel senso di arte poverissima) rubato forse nottetempo, l’assicurazione
vuole la perizia sul valore, si innescano tutta una serie di meccanismi
alimentati ad arte che raggiungono lo scopo di destabilizzare l’organizzatore,
il “custode di cotanta arte” , enti vari
e parentado. Sulla scena la messa in berlina di chi era preposto alla tutela di
cotanta opera. Ed ecco perché mi sono ricordato delle cosidette “figure
particolari” che noi definivamo a seconda “babbi o pazzi” e che Tornatore ne ha
inserita una nel suo Cinema Paradiso .
Ora l’unica cosa che accomuna le due opere è che hanno in comune una
certa provenienza “marinese” . Per il Manzoni-Chiosca , sua sorella ha sposato
un certo Pasqualino Marchese di Marineo (titolo oggi in discussione) l’altro
, ancora sulla strada per Bolaffi ancora non ha le idee chiare (o meglio le ha
talmente nere) che non sente il bisogno
di “spiegare “ la sua arte rendendoci difficile capire la differenza fra le due
opere in discussione. Siamo al fatidico “questa gente non capisce l’arte…”.
Per la legge l’aggravante “del gruppo” che dallo stupro all’arte passa
“allo stupro di gruppo” o meglio di “branco” facendo disperare genitori ancora
abbagliati da ipotetici futuri (e di colore nero…) di coloro che hanno viziato
talmente tanto da convincerli che per tutta la vita ci penseranno “loro” (i
genitori) ad allevarli a terra terra… Ora stiamo a vedere se la regola del “chi
lo fa l’aspetti” vale anche per loro. Il tutto decade se nel frattempo “gli
attori” stanno girando il sequel dei films citati prima o se sceglieranno
obiettivi meno sensibili…
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