venerdì 28 ottobre 2016

MERDA D'ARTISTA




OVVERO L'ARTE...  POVERA !

Quando vidi il quadro “Merda d’Artista” rimasi esterrefatto e da buon marinese dissacratore, presi le distanze. Mi sembrava incredibile definirla opera d’arte e allora ricorsi a Salvatore Pulizzotto il quale papale papale mi spiegò quale sia la differenza fra dipingere un fiore, oppure una tela nera o la merda d’artista ! Imparai che l’arte non si giudica ma si apprezza. Mi soffermai di più sul termine “dissacratore”. Mi ricordai che il mio paese è stato sempre ricco di “figure particolari” che suscitano scherzi feroci attuati da chi è uso mettere alla berlina proprio le figure particolari. Ora la sceneggiata messa in atto da alcuni “provocatoretti” (magia di un termine) in disuso, si sono inventati un “raggiro intellettuale” che ti ricorda films tipo Amici miei, i Basilischi, i Vitelloni, la Vendita della Fontana di Trevi e cosi via a spese di chi non ha le stesse difese pari loro ma è in buona fede (quest’ultimo). Vuoi per imitare i film predetti vuoi per invidia del ruolo che la “vittima “ svolge  anargiramente (in questo caso pecunia non olet) e con dedizione, ruolo che se non costasse fatica vorrebbero interpretare loro in quanto “allevati a terra” sino all’abbuffarsi.
La storia è semplice . Sparisce un quadro in una mostra e subito scattano i soliti meccanismi tipici e dovuti in questi casi. L’autore si dispera per il suo “merda d’artista” (nel senso di arte poverissima) rubato forse nottetempo, l’assicurazione vuole la perizia sul valore, si innescano tutta una serie di meccanismi alimentati ad arte che raggiungono lo scopo di destabilizzare l’organizzatore, il “custode di cotanta arte”  , enti vari e parentado. Sulla scena la messa in berlina di chi era preposto alla tutela di cotanta opera. Ed ecco perché mi sono ricordato delle cosidette “figure particolari” che noi definivamo a seconda “babbi o pazzi” e che Tornatore ne ha inserita una nel suo Cinema Paradiso .
Ora l’unica cosa che accomuna le due opere è che hanno in comune una certa provenienza “marinese” . Per il Manzoni-Chiosca , sua sorella ha sposato un certo Pasqualino Marchese di Marineo (titolo oggi in discussione) l’altro ,  ancora sulla strada per Bolaffi  ancora non ha le idee chiare (o meglio le ha talmente nere)  che non sente il bisogno di “spiegare “ la sua arte rendendoci difficile capire la differenza fra le due opere in discussione. Siamo al fatidico “questa gente non capisce l’arte…”.
Per la legge l’aggravante “del gruppo” che dallo stupro all’arte passa “allo stupro di gruppo” o meglio di “branco” facendo disperare genitori ancora abbagliati da ipotetici futuri (e di colore nero…) di coloro che hanno viziato talmente tanto da convincerli che per tutta la vita ci penseranno “loro” (i genitori) ad allevarli a terra terra… Ora stiamo a vedere se la regola del “chi lo fa l’aspetti” vale anche per loro. Il tutto decade se nel frattempo “gli attori” stanno girando il sequel dei films citati prima o se sceglieranno obiettivi meno sensibili…  

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