Presupponendo che nulla
avviene a caso nel leggere la riproduzione di un articolo di Leonardo Sciascia
del 1966 bisogna mettere dei puntini perché pur trattandosi di un intoccabile
della cultura di sinistra questo non significa che sia privo di errori. In primis
è difficile capire se ripubblicare l’articolo sia un messaggio trasversale per
il nostro paese (che poi è lo stesso del blogger in questione) e quindi avrebbe
dovuto darci dettagli più precisi almeno dove esercitano-vano queste signorine,
se erano stimate concittadine e almeno quante fossero in percentuale
(pro-capite). A noi non risulta una eccessiva presenza in paese, anche perché fuori i grandi eventi che le vedeva
esibirsi appena fuori del paese, non ricordo vi fosse un luogo a tal servizio
deputato. Costringendo “i bisognosi” a lunghe trasferte in città (Porta
Carbone).Mi pare si voglia far dire a Sciascia a chiare lettere quello che il copia-incolla
presuppone. Si sa che gli scrittori si prendono molte libertà ma questa analisi
di un proverbio (veneto ?) mi sembra campata in aria soprattutto scomodando e
paragonando una grande città (Barcellona, Catania) con i piccoli centri che
vantano un campanile. Per poi differenziare l’abitudine alla prostituzione fra
paesi cattolici e protestanti. “Questi nostri grandi” (alla Pasolini) non è
detto che ci azzecchino sempre e lo sono, grandi, sino a quando si parla dei
loro romanzi , ma ci sia largamente concesso di considerare “minchiate” certe
interpretazioni di cui non conoscono bene nemmeno l’origine e il significato
del proverbio.
Proporre il Campanile
come sinonimo di Prostituzione lo può suggerire un provocatore allevato a certe
minchiate Pasoliniane, Gramsciane e oggi Sciasciane.
Mi viene in mente a
questo punto l’altro proverbio che recita : tutte le donne sono buttane tranne
(o comprese) mia madre e mia sorella.
Ma la considerazione
maggiore da fare oggi, sarebbe che dove ci sono campane oggi trovi gay,
diversamente indirizzati , ma certamente le puttane sono sparite a favore dei…
coglioni !
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