HO CONOSCIUTO...
Ho conosciuto
Leonardo Sciascia negli anni ’70 a Milano nel Teatro Litta. Non ricordo quale
dei Cuticchio faceva uno spettacolo di pupi ed io mi precipitai in prima fila.
Il teatro era quasi vuoto sino al momento che si presentò un gruppetto di otto
dieci persone che facevano da corte ad un personaggio che dopo seppi essere
Leonardo Sciascia. Mi presentai salutando l’autore (in quel momento
famosissimo) Il giorno della civetta. Giovanni Di Salvo dopo mi presentò all’attore
che nel film interpretava Zicchinetta (e dopo tanti altri film arrivò a
Tornatore). Giovanni Di Salvo era capace di portarti a casa qualsiasi siciliano
importante. Dovevi fermarlo perché quando arrivavano a casa mia c’era grande
imbarazzo perché non sapevo spiegare il perché fossimo tutti lì. Cosi fece con
Collura ieri come oggi al Corriere della sera. Il Collura quando seppe che ero
di Marineo si ricordò dei suoi articoli sulla Sileci quasi rimproveramdomi di
essere di Marineo…
A fine spettacolo
velocemente cosi come usano fare i “famosi” lo Sciascia si allontano senza
rispondere a cosa ne pensasse del Teatro
dei Pupi. Le altre occasioni di incontrarlo erano solo nelle conferenze che
teneva, dove certamente lui non si ricordava di me ed io ne sono lo stesso
sopravvissuto. Lui era un cavallo di battaglia da mettere nella nostra scarna
vetrina siciliana e tale restò sino a quando anche lui si specializzò in “storico”
delle nefandezze italiane e siciliane. Ora non ricordo se la cosa parti dal
delitto Moro o da Todo modo: bisognerebbe chiederlo al Collura (per moltissimi
anni suo biografo ufficiale) o a chi conosce meglio la materia. Io presi le
distanze dal politico impegnato perché faceva parte di quella categoria che “esalta”
solo le negatività pensando che tutto sia marcio ignorando che tutto il marcio
del mondo non turba il nostro modo di vivere fuori del e dal marcio. Senza
nulla togliere al maestro scolastico assurto quasi in vecchiaia a censore.
Questo tipo di miti piano piano invecchiano da se come tutti gli altri e alla
fine hanno più paura chi li esalta “todo modo” che chi li apprezza per quello
che sono.
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