venerdì 18 marzo 2011

MUORE UN MITO


NON PIU MOLTALBANO MA IL COMMISSARIO
MONTETRAMONTO
UNA FICTION ORRIBILE

Andrea Camilleri usa un linguaggio,  con il suo intercalare in lingua siciliana, preso pari pari dai pupari. Scrittore prolifico, sceneggiatore, regista e non so cos’altro ,ha scritto  questo “Campo del vasaio”, da cui è stata tratta la fiction andata in onda su Rai Uno. Questa serie deve la sua fortuna a chi ha curato magistralmente il casting e le eccellenti ambientazioni.Il suo commissario parte sempre dal caso per arrivare a tutt’altro. Corretto più volte dalla sua “anomala” morosa (non sei Dio !) oggi crediamo sia giunto al crepuscolo. Catarella, grasso e impacciato, è una caricatura, Augello guarda la cinepresa come aspettasse ordini… tutti gli altri sembrano tornati dagli Oscar americani. Quello che fa più pena è il commissario Montalbano, alias Luca Zingaretti. Ha accentuato  il suo andare alla cow-boy con le sue gambe arcuate. Saccente, arrogante non nel copione ma si sente estraneo alla recitazione. Affamato anzi morto di fame fa pena vedere la sua faccia da “boccone del povero” che ha perso la sottile capacità dell’uomo alla ricerca di vecchi gusti espressi con occhi e faccia. Gestisce sempre il suo commissariato “da sbirro” ma soprattutto si sente arrivato. Mimi Augello passa per cretino cronico. Il commissario in questo caso è un angelo custode non richiesto. Persino il medico legale è decaduto in personaggio e attore da compagnia parrocchiale. Camilleri insomma ha per il  testo superato se stesso: come al solito una storia scialba più di letto che di intrigo, il regista deve comprarsi un paio di occhiali perché tutti i personaggi hanno recitato male. Si salva la Belen perché in questa sua opera prima ha fatto il suo lavoro discretamente usando bene il suo lato B, facendo fatica a nascondere quel sorrisetto di sottofondo che ha sempre con sè, anche se aiutata dalla sua terribile dizione. In questo paese nessuno sa quando è il momento di andare in pensione.
Se leviamo le scenografie tutto il resto si può buttare nell’indifferenziata.

2 commenti:

  1. Riceviamo e pubblichiamo

    Caro Onofrio,
    Non condivido per niente quanto hai scritto tu e il cronista di Sicilia Informazioni. La serie di Montalbano riscuote sempre grande successo di critica e di pubblico. Non sarà tra le più riuscite ma è sempre ben fatta per me. Alcune cose non mi sono chiare: che vuol dire "anomala" morosa?
    Non capisco: " il regista deve comprarsi un paio di occhiali perché tutti i personaggi hanno recitato male".
    Ricorda che il regista delle finction é Sironi.
    Non mi piace il titolo dell’articolo che trovo brutto ed eccessivo ma contento tu!...
    Ciao
    (lettera firmata)

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  2. La risposta.
    Siamo alle solite. Chiariamo . Montalbano era la fiction che ci metteva tutta la famiglia davanti la tv. Abbiamo sopportato piovre, riini, e decine di altre storie . Al paese di mia moglie sconoscevano la parola “mafia” poi pensarono fosse una “ditta” ora è entrata nel loro vivere quotidiano. Quindi Montalbano ci rivalutava era l’eroe contrapposto a Giuliano e Riina. Ci siamo goduti la “fidanzata di Montalbano “ in quanto bellezza nordica diversa dalle nostre bellezze mediterranee. Ma vivaddio farla passare per eterna “cretina boccalona” ci faceva rabbia. Montalbano la barattava per due arancine o per due polipetti. Non lo abbiamo mai visto preso dalla “vampa d’agosto” per la sua morosa. Sironi in questo lavoro è stato orbo e strabico e questo non significa rinnegare la sua bravura.
    Rivediti la fiction . Questa del vasaio . Io da appassionato montalbanese ho dato il mio parere a questa puntata. E poi avevano deciso di farlo morire ….ma speravo in un modo più onorevole.
    Fra Belen e la “morosa anomala” preferisco quest’ultima. La Belen ha una voce non sincronizzata con il suo corpo l’altra è molto ma molto più sensuale e sa muoversi fra le lenzuola in modo magistrale.
    S.O.

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