giovedì 21 novembre 2013

A PROPOSITO DI LACAN !



Un edizione a stampa di certi scritti di Lacan mi spolvera ricordi ormai dimenticati forse perché non più alimentati. Mentre io scorrazzavo nell’est Europa fra Varsavia e Praga con tappe in Francia e non so dove ancora un altro viaggiatore andava e veniva da Parigi. Prendeva il treno a Milano la sera e si presentava la mattina davanti lo studio del prof. Lacan. La segretaria spuntava il suo nome , incassava il convenuto per la lezione e lo faceva accomodare. Quasi settimanalmente la scena si ripeteva e Alessandro Alemanni appena entrava nello studio del “maestro” non faceva nemmeno in tempo a salutare che veniva licenziato con l’invito a ritornare. Mille volte l’Alemanni mi spiegò il significato e l’insegnamento di quel gesto senza che io riuscissi ad acchiapparne il significato e senza che lui potesse fermare il mio sarcasmo. Anni dopo quando l’Alemanni  rinforzò i suoi rapporti con il Contri , anche grazie ad una indimenticabile serata dove il Contri mise all’asta oggetti personali preziosissimi destinando il ricavato alla ricerca sulla sclerosi multipla che si sarebbe portata via Lucia Tosi ,bellissima moglie dell’Alemanni di li a poco. In questi incontri si rammentavano gli anni del “dittatore “ Lacan e del “treno di Lacan” che portava a Parigi gli studenti italiani . L’Alemanni è stato più volte a Marineo e ha conosciuto molti marinesi quando era primario dell’ospedale psichiatrico di Vigevano. Pranzammo a Ficuzza e in tanti altri posti e ricordo una memorabile cena a Palermo dove lui era ospite di certi amici di amici che avevano appena acquistato un appartamento storico nella vecchia Palermo. La curiosità mi fece autoinvitare  e quando giungemmo nella via dove eravamo attesi iniziai a spolverare un sacco di ricordi che non riuscivo a mettere in ordine. In quella via stampammo negli anni ‘50 il mitico Omnia ed io andavo in tipografia tutti i giorni affascinato su come nasceva un libro o un giornale. Ma quello che più di tutti mi affascinò fu il palazzo dove eravamo destinati. Esternamente lo conoscevo a memoria. Sporgenze finestroni rosoni capitelli scale ecc.ecc. e quando l’Alemanni mi indicò il numero civico lui si accorse che ero talemente commosso da dover far…pausa. Allora lo portai all’angolo del palazzo sul marciapiede di fronte da dove si distingueva lo stemma della famiglia che aveva costruito e abitato il palazzo. I Beccatelli Bologna di cui una lapide ricordava il più prestigioso cioè il poeta dell’ermafrodito Antonio Beccadelli Bologna detto il Panormita . Il palazzo aveva una miriade di appartamenti ma questo era nei piani alti e conservava quel fascino medioevale grazie anche a dei terrazzini graziosissimi ammattonati in stile siciliano. Quando raccontai la storia e la coincidenza gli ospiti rimasero sbalorditi e non pochi avevano confuso il palazzo a destra di Piazza Bologni  con casa Bologni che si trovava nella via parallela.
Ovviamente il Lacan non c’entra nulla con questa storia che fa parte di un'altra storia che riguarda Sandro Alemanni morto a Milano mentre attraversava una grande via del centro investito da una moto senza aver bisogno di nessuno  nemmeno di me che lo schernivo per i suoi viaggi di studio allo studio di Lacan a Parigi,.    

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