Ricompattare il gruppo del vino suonato non era facile dopo che avevamo
rotto alcune regole. Questa volta la sfida nasceva a tema. Basta pasta con le
sarde, melenzane alla parmigiana o arancine. Il tema era l’oca. L’ospite aveva
due oche a disposizione e dovevamo basare la serata sull’oca. Ragù d’oca con
fettuccine fresche, polpette d’oca, oca al forno e cosi via. Abbiamo detto
integriamo con altro secondo le primizie e i gusti. Sette coppie per 14 persone
! Non è stata una cena ma una rissa. Far capire che i peperoncini ripieni sono
meglio dei bocconcini di melenzane e funghi, o che per le patate al forno ci vuole la patata giusta, rosolata in alto
uniformemente, non secche e non dure non
è cosa da sposina ai primi fornelli. Tre tipi di frittate o gli involtini di
bresaola o … il mastro vinaio aveva scelto un vino per ogni portata spiegandocene
abbinamento, profumo, colore, e retrogusto per circa 12 vini diversi. Era bellissimo
osservare i volti di chi presentava i piatti con quella sicurezza di chi lo
aveva preparato e tutti con rispetto ascoltavano assaggiando lentamente e
religiosamente. Ciascuno secondo il suo ruolo nella vita si comportava di
conseguenza e potevi individuare il lavoro non solo come parlava o si muoveva
ma ogni gesto corrispondeva al suo mestiere. Il bancario con i gomiti incollati
ai fianchi non parlava sentenziava, contagiando la moglie, l’architetto nel suo
aspetto aveva un non so che di Leonardo che muoveva le braccia tracciando ampi
gesti colpendo spesso la moglie che scansava con occhiate al vetriolo, l’imprenditore
assecondava la moglie ubbidendo senza commentare, il maestro dei vini aveva già
un suo pubblico e si stupiva che nessuno prendeva appunti quando parlava,
tranne la moglie che ripeteva come eco le sue parole guardandolo negli occhi,
il dottore era l’unico che non parlava perché era in adorazione della sua
signora. Il gruppetto dei single si godeva la libertà felice di non essere
richiamati da mogli o mariti. Era una serata ricca di pareri intelligenti e non
banali sino a quando l’ingegnere ci avvisa che ci sono oltre 150 chilometri da
percorrere e quindi saluti abbracci e …alla prossima. La nostra proposta di
usare la stanza degli ospiti non fu presa in considerazione. Ecco da questo momento
una dozzina di persone affabilissime
diventa quella “sporca dozzina” . Non erano nemmeno uscite dal portone
che viene tirato fuori il loro curriculum molto simile al certificato penale: a
me guardavano con diffidenza !, un'altra :stare con la sciarpa tavola girandola
e sbattendola in faccia ad altri era un gesto maleducato, non gli andava bene
nulla:senza sale, troppo sale… La cosa continuò sino a quando ci salutò il
dottore e signora. Apriti cielo ! Avete visto con che aria ci hanno salutato ?
Lui poi ti guarda con occhi da chirurgo addormentato, Lei conta le parole e “ho
mangiato malissimo : l’oca poi era stopposa!” così per una mezzoretta abbiamo
letto la scheda “riservata” sino a quando un'altra coppia ci ha lasciato con le
orecchie che gli fischiavano per un'altra mezzoretta. E cosi via sino a quando
l’ultima coppia tentennava ad andar via … “Si amico mi disse la signora guardandomi
in segno di sfida, a casa sua è meglio andar via per ultimi…”
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