sabato 30 novembre 2013

C’ERI TU IL 3 GENNAIO DEL 1893 ? ERA MARTEDI, IL GIORNO DI SANTA GENOVEFFA. IL SOLE ERA Già SORTO ALLE ORE 7,38 E ASPETTAVAMO LA LUNA PER LE ORE 17.44 …

Fu come aver ammazzato un ragazzo di 26 anni  (età media ) :
Filippo Barbaccia (anni 65), Giorgio Dragotta (26), Antonino Francaviglia (43), Giovanni Greco (24), Concetta Lombardo (o Barcia) (40), Matteo Maneri (36), Ciro (o Andrea) Raineri (42), Michele Russo (25), Filippo Triolo (43). Morirono successivamente: Giuseppe Daidone (40), Santo Lo Pinto (mesi 9), Antonino Mansello (o Manzello) (32), Anna Oliveri (anni 1), Cira Russo (mesi 9), Antonino Salerno (anni 2), Maria Spinella (2), Giuseppe Taormina (46).


Ci avviciniamo a gennaio 2013 per ricordare i martiri del 1893. Nessuno ci ha ricordato chi erano nome cognome età ecc.ecc. Diciotto sconosciuti caduti “per caso”. Non comunisti vittime della repressione fascista, non cattolici trucidati dai bolscevichi, non contadini (o forse si) vittime degli agrari mafiosi (dai Virga che bel tema da svolgere). L’evento è tale grazie ad un filmato televisivo che andrà in circuito l’anno prossimo. Nessuno ricorda che ci sono due libri (più o meno famosi) che ci ricordano l’evento per non dimenticare la lapide appesa fuori del municipio. La notizia è la televisione ! Ed allora ecco le “veline” (c’erano anche i velini). Anche i nostri blog… Il blog milionario è andato a protestare perché il comune aveva anticipato il comunicato al blog anoressico (che poi ha copiato dal sito internet il solito copiaincolla autorizzando di fatto il Perrone a dargli uno schiaffo) . Il guglielmo che ha avuto la stessa sensazione si è rifiutato di partecipare alla rimpatriata e ha iniziato le sue ricerche perché 18 morti in piazza (dovrei scrivere Marineo, ma rifiuto l’abbinamento). Sono andato a ricomprarmi Il Cigno (Sebastiano Vassalli, Einaudi Euro 10 . Dai si possono spendere …). Di questo libretto scrissi tempo fa quando ne acquistai dieci copie (non c’era la edizione economica ) e le regalai ad amici . Dopo anni li rivedo  nei loro scaffali ancora cellofanati (leggere no , sentenziare siamo maestri). Ed ho rivissuto quel 1893 anche se la descrizione dei fatti è fantasiosa, ma ben fatta. Inserita in un contesto più grande dove è descritta l’unica cosa che abbiamo saputo fare sempre in Sicilia: la mafiosità. Il Vassalli ieri oggi l’ennesimo libro appena uscito di Stella e Rizzo (vedi Corsera), l’altro ieri di Lauria con il suo La rivolta,che pedantemente ci ricordano cosa siamo e quelli che siamo, come un marchio perenne. Incapaci di ribellarci perché anche noi facciamo parte di questa abbuffata a tutti i livelli. Una volta ci salvavano le nostre donne che al grido di “cicciu mi tocca…” scattavamo macellando francesi, bizantini e chiunque non avesse la nostra stessa mentalità mafiosa. Ora le nostre donne …sono cambiate anche loro …
Non possiamo non segnalare il lavoro uscito, in tempi non sospetti, sui Fasci Siciliani da Ciro Spataro( non dimenticando il lavoro del buon Aldo Calderone e di altri). E qui dovrei usare lo stile di quel marinese che pur di non scrivere il nome  del compaesano che andò sposo alla bella marinese se la cavo con “uno del posto”. Ad onor del vero lo Spataro è stato aiutato (o collaborato) da uno del posto , ma avendomi definito ubriacone mi scuserà se non ricordo il suo nome. Ma avremo modo di citarlo quando toccheremo il libro dello Spataro e C. e altro.
Continua.

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