Filippo
Barbaccia (anni 65), Giorgio
Dragotta (26), Antonino Francaviglia (43), Giovanni Greco
(24), Concetta Lombardo (o Barcia) (40), Matteo Maneri (36), Ciro
(o Andrea) Raineri (42), Michele Russo (25), Filippo Triolo
(43). Morirono successivamente: Giuseppe Daidone (40), Santo Lo Pinto
(mesi 9), Antonino Mansello (o Manzello) (32), Anna Oliveri (anni
1), Cira Russo (mesi 9), Antonino Salerno (anni 2), Maria
Spinella (2), Giuseppe Taormina (46).
Ci avviciniamo a gennaio 2013 per ricordare i martiri del 1893. Nessuno
ci ha ricordato chi erano nome cognome età ecc.ecc. Diciotto sconosciuti caduti
“per caso”. Non comunisti vittime della repressione fascista, non cattolici
trucidati dai bolscevichi, non contadini (o forse si) vittime degli agrari
mafiosi (dai Virga che bel tema da svolgere). L’evento è tale grazie ad un
filmato televisivo che andrà in circuito l’anno prossimo. Nessuno ricorda che
ci sono due libri (più o meno famosi) che ci ricordano l’evento per non
dimenticare la lapide appesa fuori del municipio. La notizia è la televisione !
Ed allora ecco le “veline” (c’erano anche i velini). Anche i nostri blog… Il
blog milionario è andato a protestare perché il comune aveva anticipato il
comunicato al blog anoressico (che poi ha copiato dal sito internet il solito
copiaincolla autorizzando di fatto il Perrone a dargli uno schiaffo) . Il guglielmo
che ha avuto la stessa sensazione si è rifiutato di partecipare alla
rimpatriata e ha iniziato le sue ricerche perché 18 morti in piazza (dovrei
scrivere Marineo, ma rifiuto l’abbinamento). Sono andato a ricomprarmi Il Cigno
(Sebastiano Vassalli, Einaudi Euro 10 . Dai si possono spendere …). Di questo
libretto scrissi tempo fa quando ne acquistai dieci copie (non c’era la
edizione economica ) e le regalai ad amici . Dopo anni li rivedo nei loro scaffali ancora cellofanati (leggere
no , sentenziare siamo maestri). Ed ho rivissuto quel 1893 anche se la
descrizione dei fatti è fantasiosa, ma ben fatta. Inserita in un contesto più
grande dove è descritta l’unica cosa che abbiamo saputo fare sempre in Sicilia:
la mafiosità. Il Vassalli ieri oggi l’ennesimo libro appena uscito di Stella e
Rizzo (vedi Corsera), l’altro ieri di Lauria con il suo La rivolta,che
pedantemente ci ricordano cosa siamo e quelli che siamo, come un marchio
perenne. Incapaci di ribellarci perché anche noi facciamo parte di questa
abbuffata a tutti i livelli. Una volta ci salvavano le nostre donne che al
grido di “cicciu mi tocca…” scattavamo macellando francesi, bizantini e
chiunque non avesse la nostra stessa mentalità mafiosa. Ora le nostre donne
…sono cambiate anche loro …
Non possiamo non segnalare il lavoro uscito, in tempi non sospetti, sui
Fasci Siciliani da Ciro Spataro( non dimenticando il lavoro del buon Aldo
Calderone e di altri). E qui dovrei usare lo stile di quel marinese che pur di
non scrivere il nome del compaesano che
andò sposo alla bella marinese se la cavo con “uno del posto”. Ad onor del vero
lo Spataro è stato aiutato (o collaborato) da uno del posto , ma avendomi
definito ubriacone mi scuserà se non ricordo il suo nome. Ma avremo modo di
citarlo quando toccheremo il libro dello Spataro e C. e altro.
Continua.
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