mercoledì 27 novembre 2013

CORINTO



Passando da Corinto dove Galeno studiò anatomia, nella città di Esculapio e Numisiano e poi di San Paolo e Sant'Andrea
In basso la vecchia Corinto in fondo Acrocorinto in mezzo il "campo" degli ulivi
Per chi avesse deciso di visitare la Grecia. Dare una miniguida della Grecia è un lavoro improbo e inutile. Ci sono fior di guide in commercio. Vi passo alcune informazioni personali su Corinto e dintorni. Una volta si sbarcava a Corinto. Oggi Patrasso ha un po’ oscurato Corinto e quindi o da Atene o da Patrasso si deve arrivare a Corinto. Passato il ponte sul canale , fatta la foto di rito (aspettate che nel canale ci sia una nave in transito, che sul ponte della ferrovia ci sia un treno che passi e sul ponte carraio un camion o delle auto. Avrete una foto originale. Passato il ponte sulla destra troverete un chiosco dove “dovete” acquistare  i mitici souvlaki (spiedini di carne). Non ne mangerete di migliori in tutta la Grecia( rarissimo abbinamento di qualità di carne braciolata all’aria aperta dell’Argolide e del mare egeo. Poco distante c’è il vecchio canale di Corinto che sembra una strada lastricata per i carri. In parte è vero perché le navi all’epoca venivano trainate in questo canale per risparmiare il periplo. Corinto vanta la presenza dei due Apostoli Paolo (delle nazioni) e Andrea (Discepolo). Troverete a Corinto più la presenza di Paolo ( di Andrea qui riposano le sue ossa). Di Paolo abbiamo grandi supposizioni seguendo il suo percorso. All’Agora sulla via sacra a destra entrando nei grandi archi del mercato (a due passi dal laboratorio di Esculapio dove presumibilmente studiava anatomia Galeno e dove sono conservati numerossissi ex voto )è facile immaginarlo con le reti in mano mentre “non vuol pesare” sulla comunità, che le ripara o costruisce. 

Ex voto conservati nel laboratorio di Esculapio quando non esisteva il viagra
Passata la grande imponente fontana Pirene al centro c’è la Bima (tribuna o pulpito) dove certamente avrà arringato la folla. Sono tutti resti imponenti che in parte somigliano a Pompei ricevendone l’impressione di vedere i corinzi girare per la loro città. Bellissima la ricostruzione che vede le giovani corinzie con grandi brocche attingere alla fontana Pirene non solo l’acqua ma anche la speranza di trovarvi marito, mentre la ricca e un pò pagana Corinto-bene passeggiava fastosamente per i portici con lo sfarzo più volte criticato da Paolo. Si può (per non dire si deve) attraversare la città con destinazione Acrocorinto, facendo un bagno fra colonne corinzie e ceramica corinzia... . E’ una rocca imprendibile sopra un monte imponente. Le magnifiche riproduzioni fatte durante la dominazione turca la fanno forte ed elegante , sempre imprendibile. Al tempo era come Malta o Gibilterra. “Passi” storici che ti permettevano di dominare regioni intere. Decadde con l’ultima dominazione veneziana e smise sotto i turki qualsiasi valore strategico. Ricordo che scendendo da Acrocorinto verso Corinto si attraversa un grandissimo uliveto dove in quella stagione si potavano gli ulivi. Il mio parroco di Milano (di San Gregorio, non dimentichiamo che le terre di Risalaimi appartenevano alla  famiglia di Gregorio Magno) devoto e studioso di San Paolo chiese chi per quell’anno si sarebbe occupato di procurare gli ulivi per la prossima Pasqua. Stranamente accettò la mia offerta sapendo che non possedevo campagne ne uliveti. In un prossimo viaggio a Corinto mi abbinai ad un nostro Tir che deviai verso quel campo dove ottenuto il permesso dal proprietario caricai mezzo tir di rami di ulivo. Quando giunsi in Via san Gregorio a Milano con quel tir (assieme a una decina di vigili e poliziotti) il parroco sbiancò incredulo , ma felice. La domenica delle Palme fece una predica memorabile avendo a disposizione gli ulivi tratti dalla Corinto del suo San Paolo. La presenza di un mio compaesano che mise in dubbio “l’origine” degli ulivi non turbò la giornata perché proveniva dal mio paese dove l’ipocrisia è un pregio comune a tutti.
Uscendo da Corinto sulla vecchia provinciale (ci sono tre superstrade ed è più facile trovare l’antica strada micenea che non la provinciale. Oggi  , usando un termine caro alla cultura ribaudiana è un momento “fatiscente” ( termine accettato senza commento da quella sinistra a matula o di m…)  . Per anni era un appuntamento. Se mi trovavo nel raggio di 100 kg non esisteva impegno o esigenza primaria ! Là ai tre platani eravamo attesi. Là vivevi dal vivo il significato delle parole xenos o  ospitalità , o barbaros… Dopo mezzora di baci e abbracci ci si sedeva già con occhi lucidi non solo per le affettuosità ma anche per l’effetto ouzo. Si passava uno straccio sul tavolo e si lasciava “lavorare la “resina” sino a quando su un grande foglio di carta da zucchero o da pasta ti veniva servito da un quarto a mezzo agnello che dall’alba rotolava su uno spiedo avvicinato man mano alla brace. Niente posate ma decine di tovaglioli ed una fontanella perenne fuori sotto uno dei platani che graziosamente ci proteggevano dal sole. Era una tappa irrinunciabile perché Evangelos ad un certo punto “si assentava” abbandonando il tutto e sedendosi con noi per raccontarci storie greche e di italiani di quando eravamo “una razza una faccia”. Ripassai al tempo delle super strade e accanto alla foto del nonno trovai quella di Evangelos . Barcollai subito sostenuto da un giovanottone alto e robusto come il padre che facendomi sedere accennò :”mipos …kirie Onufrio ?   Pu ine Evangelos ? Pai to Theos ! mi rispose . Telete acoma eglies ? Oki oki risposi abbracciando quel ragazzone che continuava l’arte del padre fra le auto che sfrecciavano sopra la nostra testa…
Lasciai Corinto verso l' amata Micene pensando agli ulivi e ai millenni di grande storia che i miei ulivi erano nulla davanti a ciò che potevano raccontare.  Si entrava in Argolide terra degli argonauti dove la Storia, Micene, Tirino, Argo,Nauplia , Asine convivono con il mito di Lerna, Nemea e le atroci dinastie degli Atridi. Dormirete a Napoli di Romania (Nauplia), già veneziana, poi turca (vedi i tetti delle moschee ) ma di giorno non allontanatevi da Micene e Tirino con una buona guida o meglio con i testi delle tagedie greche sulle faide degli atridi .
La fontana Pirene

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