Ciminna: La Donnafugata de “Il
Gattopardo” cinquant’anni dopo. Un libro, una mostra con 300 foto, la visita ai
luoghi del set e il pranzo raccontato nel romanzo di Tomasi di Lampedusa. Il
paese con una due giorni ricorda il capolavoro di Luchino Visconti
Si inizia
con il Te Deum che accolse la famiglia Salina all’arrivo a Donnafugata, con la
musica prodotta dallo stesso organo della Matrice che vide l’ingresso nella
Chiesa di Burt Lancaster e di tutto il cast del capolavoro di Luchino Visconti
“Il Gattopardo”. Organizzato da
SiciliAntica, con il patrocinio dell’Assessorato regionale Beni Culturali e
Identità siciliana, dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente e del Comune di Ciminna si terrà il 23 e il 24
Agosto 2014 a
Ciminna l’iniziativa “La
Donnafugata del Gattopardo cinquant’anni dopo”. Sabato alle
ore 18,00 nella Chiesa Madre Santa Maria Maddalena, dopo il suono del Te Deum,
si terrà la presentazione del libro di Giuseppe Cusmano: Ciminna il set de “Il
Gattopardo” 50 anni dopo (1963-2013), mentre alle ore 19,30 in Piazza Matrice
verrà inaugurata la mostra fotografica: “Il set del Gattopardo in 300
immagini”. Attraverso delle gigantografie verranno raccontati i novanta giorni
di lavoro per la realizzazione della pellicola con circa 100 fotografie
totalmente inedite, mentre all’interno della Chiesa Madre saranno esposti i
paramenti e l’argenteria sacra (XVIII-XIX sec) che furono utilizzati durante la
lavorazione del film. Previsto inoltre alle ore 16,00, sempre in Piazza Matrice,
l’Annullo Postale. Il giorno successivo, domenica 24, alle ore 9,30 è prevista
la visita guidata ai luoghi del Gattopardo. Durante il percorso verranno letti
dei brani tratti dal romanzo di Tomasi di Lampedusa. Alle ore 12,00 a Piazza Matrice verranno
eseguite, dalla banda comunale, le musiche che resero celebre il capolavoro di
Visconti. La due giorni si concluderà con il Pranzo del Gattopardo in un ristorante
locale.
Per informazioni: Email: ciminna@siciliantica.it -
Tel. 324.6358172.
La storia descritta nel romanzo “Il Gattopardo”
Nella Sicilia del 1860, le camicie rosse guidate dal generale Garibaldi
sbarcano sull’isola per cacciare i Borboni e unificare l’Italia.
L’aristocratico don Fabrizio (interpretato nel film da un magistrale Burt
Lancaster), Principe di Salina, consapevole della fine del predominio
aristocratico, vive gli ultimi scampoli di un mondo che sta scomparendo. Anche
per allontanarsi da Palermo, in quel periodo di torbidi avvenimenti, parte con
la famiglia verso la residenza di campagna di Donnafugata. Qui il nipote
prediletto Tancredi (nel film Alain Delon), che nel frattempo si è schierato
con i garibaldini, conosce e si innamora della bellissima Angelica (Claudia
Cardinale), figlia di Calogero Sedara (Paolo Stoppa) sindaco rozzo e
affaristica, rappresentante della arricchita e rampante borghesia. L'unione dei
due giovani, ufficializzata durante un gran ballo organizzato nella sontuosa
dimora principesca, sancisce il connubio di potere tra la nobiltà latifondista
e la nuova classe emergente, decretando per il Principe l’amara accettazione
del cambiamento dei tempi.
Il Film “Il Gattopardo”
Promotore della trasposizione cinematografica del romanzo di Tomasi di
Lampedusa fu il proprietario della Titanus, il produttore napoletano Goffredo
Lombardo. Fu lui ad acquisire, si dice a caro prezzo, i diritti dell’opera
letteraria e a scegliere come regista Luchino Visconti. Un lavoro di grande
impegno che riportò in vita gli ambienti dell’aristocrazia siciliana e le
atmosfere del romanzo. Ineccepibile il cast di attori, primo fra tutti Burt
Lancaster, anche se Luchino Visconti avrebbe preferito Laurence Olivier o il
sovietico Nikolaj Čerkasov. Sembra che il regista di nobili origini abbia
definito Lancaster “un cowboy o un gangster” e per questo poco adatto a
interpretare il ruolo di un aristocratico siciliano. Ad imporgli l’attore
americano nel ruolo di don Fabrizio Salina fu lo stesso produttore Lombardo.
“Il Gattopardo” venne interamente girato in Sicilia, ad eccezione delle
scene dell’interno del palazzo di Donnafugata, che furono ricostruite nelle
sale di Palazzo Chigi ad Ariccia, un paese non lontano da Roma.
Nell’autunno del 1961 il regista effettuò i primi sopralluoghi in
Sicilia, con lo scenografo Mario Garbuglia. Il 14 maggio 1962 iniziarono le
riprese. Nelle settimane che le precedettero, Garbuglia si trovò a dirigere
contemporaneamente diversi cantieri per le realizzazioni delle scene
dell’ingresso dei garibaldini a Palermo, mentre allo stesso tempo si lavorava
alla casa del principe a Boscogrande, alla sua residenza estiva di Donnafugata,
a Ciminna, e all’osservatorio. Le costruzioni di Palermo, fra cui quella della
Porta civica attraverso la quale irrompono le Camicie Rosse, furono completate
nel giro di quindici giorni. In ventiquattro giorni vennero portati invece a
termine i lavori alla villa Boscogrande che venne restaurata in molte sue
parti, ricorrendo ad un vero e proprio esercito di stuccatori e decoratori:
facciata, pavimenti e soffitti furono
rimessi a nuovo, si dipinsero e si tappezzarono le pareti. Solo Palazzo Gangi,
sempre a Palermo, dove fu girata la celebre scena del ballo, era in buono stato
di conservazione e richiese solo pochi interventi scenografici. «Ma questo è
niente in confronto a quello che abbiamo fatto a Ciminna», scrive Garbuglia nel
La realizzazione in Il film ‘Il Gattopardo’ e la regia di
Luchino Visconti del 1963. «Il paese era stato scelto perché la sua piazza,
con la chiesa in fondo, corrispondeva “quasi” in tutto a quella
dell’immaginaria Donnafugata, quel “quasi” sta per l’assenza di un piccolo
particolare: mancava infatti il palazzo del principe di Salina. E il palazzo
l’abbiamo fatto noi».
Come prevedeva il progetto di Garbuglia a circa un metro di distanza
dagli edifici più o meno moderni che sorgono a destra della Matrice fu
innalzata la facciata del palazzo Salina. Ci vollero quarantacinque giorni di
lavoro, superando difficoltà di ogni genere. Anche la piazza di Ciminna venne
rifatta e una pavimentazione più antica sostituì il moderno asfalto.
Dalla presentazione del libro: Ciminna il set de “Il
Gattopardo” 50 anni dopo (1963-2013)
Ho conosciuto Luchino Visconti a casa di Suso D’Amico
nel 1959. Assieme a Suso lavorava allora allo script di Rocco e suoi fratelli.
L’aristocrazia ai tempi della gioventù di Luchino aveva una unità di
comportamento che ne costituiva l’aspetto classista. Il rapporto fra i suoi
membri era diretto, l’appartenenza comune stabiliva subito una rete di
sottintesi. Quando dopo Rocco il regista si dedicò al Gattopardo divenni una
sorta di suo referente per l’autenticità delle testimonianze. La fedeltà ai
luoghi avrebbe voluto che le scene del palazzo di Donnafugata fossero girate a
Palma Montechiaro, il feudo dei Tomasi. Ma Palma era allora attraversata dalla
strada nazionale Agrigento Gela e questo rendeva il progetto impossibile. Avevo
visitato molti centri della provincia di Palermo e fra tutti indicai alla
produzione Ciminna. Salvo il palazzo padronale, il paese aveva tutti requisiti
richiesti. Lo si raggiungeva allora come ora attraverso una strada provinciale.
E questo l’aveva conservato estraneo alla nuova edilizia che cominciava già a
diffondersi. Citando un passo dalla scena della caccia la campagna di Ciminna
era quella di “sempre”(…) Ed altrettanto di sempre sembrava il paese scosceso
ed arroccato con alcune stupendi monumenti dal quattro al settecento, e come a
Palma particolarmente segregati, provinciali, monumenti artigianali rispetto a
quelli di Palermo, che respiravano allora più di ora una loro particolare, cordiale
identità. Questa arcaicità dei luoghi
attrasse Visconti.
Gioacchino Lanza Tomasi, Professore di Storia della musica
Dalla presentazione del libro: Ciminna il set de “Il
Gattopardo” 50 anni dopo (1963-2013)
Ci sono autentici capolavori che si impongono nella storia di un’arte e
segnano in maniera particolare i luoghi in cui vengono realizzati. Uno di
questi è sicuramente il film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, tratto
dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e il paese, trasformato
per circa tre mesi nella Donnafugata del celebre libro, è Ciminna, un piccolo
centro nell’entroterra della Sicilia. Il film, uscito nel 1963, rappresentò uno
dei più grandi trionfi del cinema italiano, lanciando una delle raffigurazioni
più forti e influenti dell’Isola. E non sempre positiva. La pellicola, infatti,
insieme al romanzo, ha contribuito a dare un’idea della Sicilia inerte,
inamovibile, irredimibile, il cui tratto negativo del “cambiare tutto per non
cambiare niente”, ha fornito spesso la peggiore immagine della nostra terra. Ma
il film è impareggiabile nell’offrire uno spaccato della Sicilia dell’epoca,
nel raccontare un mondo scomparso, fotografato in uno dei momenti epocali di
trapasso da un regime ad un altro. “Il Gattopardo” è un capolavoro destinato
all’immortalità, anche grazie al recente restauro sponsorizzato da Gucci e
curato da The Film Foundation di Martin Scorsese. E gli stessi luoghi legati
alla sua produzione in qualche modo lo sono. Per Ciminna “Il Gattopardo” può
sicuramente rappresentare una occasione per far riscoprire un paese che con la
ricchezza dei suoi monumenti, con il suo clima ameno e il paesaggio per molta
parte ancora incontaminato (cose che tanto affascinarono Luchino Visconti) può
offrire al visitatore tante suggestioni. E alla gente del paese altre
opportunità e altre prospettive che non sia alla lunga il suo semplice ed
inevitabile abbandono.
Alfonso Lo Cascio, Presidenza
regionale SiciliAntica
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