LAURA LA SALA
Raccolta di poesia di Laura La Sala: Arsure di vita
Oso
scrivere le mie impressioni su questa raccolta non perché io sia il
critico letterario ma perché leggere le poesie è stato per me da sempre
naturale. Quando vivevo in Repubblica Ceca seguivo i giovani poeti che
sapevano esprimere meglio ciò che noi tutti sentivamo, inoltre era assai diffusa
la poesia, nei giornali e nelle riviste si trovava sempre un angolo
dedicato ad uno o più poeti. Basti pensare che l’ultimo premio Nobel per
la letteratura che proveniva dalla terra ceca era un poeta, Jaroslav
Seifert, che sapeva mirabilmente cantare e decantare la sua città,
Praga. Eravamo nell’anno 1984.
Oggi
sono a Marineo e ho in mano la raccolta della signora La Sala. Posso
esprimere un mio modesto parere solo sulle poesie in italiano, quelle in
dialetto non sempre riesco a capire. I temi che troviamo mi sono spesso
congeniali: l’amore maturo, il contrasto fra la mente giovane e il
corpo che porta segni del tempo, la fede in Dio, il rapporto con le
persone.
La
signora Laura conserva la freschezza e l’entusiasmo dell’amore come se
fosse appena sbocciato. Non nasconde ‘le lacrime che il tempo non
asciuga’ e racconta tutto quello che ha vissuto in cinquant’anni di
matrimonio: ‘…tra litigi lacrime e sorrisi fino a scoppiare il cuore.’
Ma conclude sempre con un tono di speranza e fiducia in futuro: ‘domani
chissà cosa ci riserva la vita, io dico che non è mai finita…’ oppure ‘L’amore resiste ancora
pulito e stanco, per mano ci teniamo con gli occhi languidi, come il
primo giorno. Amore eterno: resiste, anche se c’è l’inverno. ‘
Leggendo
la poesia “Lo specchio è un fedele traditore” mi sono trovata sulla
stessa lunghezza d’onda della signora La Sala. Anche il mio ‘corpo
cambia senza chiedermi permesso’ e io mi sforzo a ‘guardare con gli occhi dell’anima’ e mi sento giovane nonostante il fatto che ‘lo specchio è un fedele traditore.’
La
sua fede in Dio la poetessa la esprime con un’ammirazione parlando di
Lui come dell’autore della vita e la fonte della gioia e della
consolazione ma esprime anche i suoi dubbi quando ‘Basta!!! Io dico
anche a Dio…’ ma poi Gli dà un compito: ‘pensaci Tu che sai amare anche
il peccatore! Apri la mente ai tanti incoscienti. E ai governanti di
questa terra, altrimenti finisce male alla nostra, bella Italia.’ Qui
troviamo l’unico tono di pessimismo nelle poesie di Laura La Sala e li
noi due non siamo più tanto in accordo. Se ci pensa Dio al nostro
destino non può finire male, il pessimismo non aiuta mai neanche nei
tempi difficili come i nostri. Sono i tempi dei papi santi e quello che
c’è ora, Francesco, ci invita continuamente a essere allegri, gioiosi e
fiduciosi. Auguriamo alla nostra poetessa di trovare tanta ‘acqua’ da
colmare questa ‘arsura di vita’. Una delle benedizioni di Dio è di
essere ‘come un albero in riva al fiume anche in vecchiaia’. Laura La Sala è sicuramente aiutata perché è circondata da tanto affetto di familiari e amici che si merita con la sua delicatezza che troviamo anche nella sua poesia.
16.08.2014 Růžena Růžičková
EZIO SPATARO
E’
apparso senza che nessuno se ne accorgesse. Ha girovagato per il paese
percorrendo strade luoghi bagghi e quant’altro potesse servigli in un
prossimo futuro. Ha immagazzinato immagini e sensazioni in silenzio
fermandosi solo con chi gli rinnovava forti sensazioni. Doveva essere
una vacanza , breve ma intensa. Aveva preparato tutto per “presentare”
il suo paese il suo mondo alla sua compagna. Curato dettagli e scelto
luoghi da lui scelti a cui è particolarmente legato. Purtroppo il tutto è
stato rimandato al prossimo anno sperando in un momento migliore che
noi gli auguriamo di cuore. Avevo sperato che nel paese della “poesia
per estranei” , nel paese dove si tenta di estinguere i poeti (è o non è un caso (forse meglio coincidenza) il suicidio dell’attore che ha interpretato “capitano mio capitano”… Non
sono stato tenero in passato con i nostri poeti locali quando si
atteggiano a extraterrestri… ma l’uscita del lavoro della La Sala e la
presenza di Ezio Spataro continuano ad allontanarmi da questi mercanti
che a giorni balleranno su un palcoscenico “viscido e personale” come
pinguini sul ghiaccio , sempre i soliti guidati da una stella cometa di
cartapesta, creature sempre simili vuote chiuse in autoincensazione da
matrone imbellettate.
E’ ripartito il cantore di Marineo.
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