Grande
occasione per tutti i marinesi e non , a riunirsi durante la festa di
San Ciro. Ci si incontra, ci si saluta, si racconta quello che è
successo nel periodo trascorso dall’ultima volta, per alcuni dall’ultima
festa di San Ciro. Molto spesso giungono a Marineo in questo periodo
gli italo-americani e lì il racconto diventa esotico, dalle terre
lontane. Quest’anno coincide la festa di San Ciro con i festeggiamenti
di 30 anni del gemellaggio con la città francese di Sainte Sigolene e i
membri della delegazione ammirano anche la tradizione siciliana.
A
tutti quanti è rivolto l’invito di Padre Giacomino Ribaudo che ci ha
ricordato che un cristiano deve diventare povero in spirito e ricco solo
di Gesù Cristo. Ha ripetuto che tutto ci è dato da
Dio e quindi nessuno di noi si può vantare di possedere ciò che ha
ricevuto. Ha precisato che la povertà non è combattere i ricchi oppure
invito alla lotta di classi come abbiamo visto realizzato in alcuni
Paesi nel secolo scorso. Ha ricordato la relativa ricchezza nei Paesi asiatici che però non accompagnata dalla libertà religiosa e dal sostegno spirituale può essere ancora una povertà.
Infine ha citato le parole di Papa Francesco quando dice che la Chiesa deve uscire
in strada, non chiudersi in sacrestia. La Congregazione San Ciro come
se avesse risposto a tale invito con inserimento delle persone
diversamente abili nelle letture durante la santa messa.
Un
momento quasi divertente è stato accenno del predicatore al Padre Leo,
quando ha detto ai marinesi che sono fortunati di averlo e la gente l’ha
preso come una battuta. Invece la spiegazione è venuta subito: Padre
Leo posta i suoi parrocchiani a Gesù che è l’unico tesoro.
Padre Giacomino ci ha dato una bella lezione ora sta a tutti noi a metterla in pratica. Con aiuto di San Ciro.
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