Allora è
facile commentare con sarcasmo quello che altri hanno fatto seriamente, con
senso di altruismo e disponibilità. Immaginate la scena : nel giro di un attimo
si mette a nevicare alla grande, grossi e larghi fiocchi di neve che giunti per
terra anzicchè sciogliersi si consolidano. Uno accanto all’altro, uno vicino
all’altro. Diventano subito prima un mantello, simile ad un candido abito da
sposa poi una coperta immacolata e cosi via si spingono in altezza… a vederli è
un gioco della natura. Li osservi e quando ti rendi conto di quanti sono è già
tardi. Il paesaggio è bellissimo da presepe: un bianco Natale. Per magia tutto
il grigiore che c’era prima scompare. Corso dei mille diventa a doppio senso di
circolazione…quelle poche macchine di sconsiderati sono sempre gli stessi che
tutti i giorni tornando a casa fanno l’inutile
giro della processione. La gente passeggia per il corso con nonni che
raccontano della nevicata del ’40 , bambini che fanno palle di neve che usano
come lecca lecca, papà che si rotolano nella neve con le loro donne che di colpo hanno recuperato una decina di
anni . L’atmosfera rende Marineo magica scacciando stress e pensieri.
Nessuno
inveisce ed io correggo imprecisioni dovute all’ansia sarcastica e irriverente.
Non è vero che la notte era scura e cupa. La luna illuminava il bianco che
sembrava panna e se fossi stato più attento avrei visto che da un lato c’erano un
pulman pieno di ragazzini scout con autista colto da malore, un altro pulman
con vecchi in transito, poi macchine di inesperti bloccati ovunque, ma dall’altro
(come dice Spataro) è scattato quell’indefinibile chiamato “solitarietà” e
allora vedevi quelli della Misericordia trasformarsi in navetta d’accordo con
quelli di Campofiorito che sembravano giocare a bandiera a passarsi quelli in difficoltà
portandoli addirittura sino a Chiusa e tornare a fare un altro giro (sembravano
quelli dell’elicottero della nave incendiata) avanti e indietro sino all’alba
sino a quando tutti erano a casa. Non è vero che gli assessori erano sotto le
coperte o a giocare a palle di neve. Antonino Greco era lì, La dottoressa
Salerno sembrava un amazzone e chissa quanti non ne ho visto. Poi ho visto che
questa gente dai locali della Misericordia d’incanto sono stati portati Al
Castello e il Pulizzotto li ha rifocillati. Lo spettacolo lo ha offerto il
telefonino che portava alle famiglie le notizie e questo succede quando non ne
hai di notizie e allora una telefonata tranquillizza la vita di chi ti aspettava e non ti
vede arrivare.
Ecco questa è
la mia Marineo, l’altra non la conosco non voglio conoscerla…
(FOTO DI FABRIZIO CANGELOSI E FLAVIA CANGELOSI)