BACCO TABACCO E …VENERE…
Dopo aver lasciato le perenni immondizie della fontana a lu crucifissu passando davanti all’antico convento-padre di Marineo sito accanto alla chiesa del crocifisso custode di quel
“gioiellino “ che sembra sia stato fatto da Chagal la cui magistrale
descrizione è dovuta allo storico marinese che domenica scorsa ha
inchiodato un centinaio di persone a bocca aperta mentre descriveva la
Marineo quasi sconosciuta ai marinesi, e sto per iniziare la salita a me
cara dove mi piace ascoltare le voci, le grida, e le imprecazioni che
ancor oggi si sentono nei pressi di lu cannolu di la Batia. Rumori che
il tempo non ha cancellato ma che le orecchie di chi li ha sentite da
fanciullo ha registrato e protetto . Insomma mi imbatto in un tizio che
barcollando procedeva verso la stessa strada che essendo in salita ne
accentuava il moto ondoso. Mi venne addosso ed entrambi rovinammo
a terra rotolando indietro per qualche metro. Lui sorrise mentre io
usai quella parola che ieri era volgare mentre oggi è correntemente
usata anche dalle nostre donne. Lui continuava a ridere mentre io mi
toccavo zigomi, rotule e gomiti. Troppo tardi mi accorsi chi fosse il
mio investitore e già lo avevo apostrofato duramente cosa che aumentò la
sua ilarità sino al punto di mandarmi a fare qualcosa in un paese senza
nome. “Barcolli come un ubriacone ! Se ti vede qualcuno siamo
rovinati…”. Lui non riusciva a trattenere le risa e messami una mano
sulla spalla mi disse :”Chi pratica lo zoppo… ora ti insegno !” . Non
capii subito se si riferiva allo zoppicare o all’andare ondeggiando fra
una cantunera e l’altra… Più volte tentammo di acchianari e alla fine
facemmo la fine di quell’animale che fa un passo avanti e due indietro
fino a quando giunti all’altezza del pietrone , unico testimone del
cannolu detto di la abbatia, si sedette proclamando : Io di qui non mi
muovo più ! Chiesi ragione del suo stato poco consono ad un medico e
patrono al 50 per cento. Si vede che se ne sbatteva di me e lo capii da
un gesto talmente eloquente che confermava il suo stato confusionario.
Allora mi immaginai un'altra lite con San Giorgio finita a tarallucci e
vino, poi mi corressi perchè era tempo di frantoi di olio e non di uva,
poi mi dissi che nessun medico ha mai negato “un bicchiere a pasto di
vino” e si vede che lui li ha raccolti per giorni ed ora li beve non più
a bicchiere ma a fiasco…
Allora
Ciro che cavolo è successo ? Non aspettai la risposta perché alzando
gli occhi inquadrai il portone dell’ex convento-padre , dell’ex caserma e
per quel giorno enoteca-taverna e
vidi un bel gruppetto che fiasco alla mano se ne usciva imitando
l’andatura di quello che si stava addormentando sul pietrone del cannolu
aspettando forse un nuovo mosè che facesse sgorgare vino da lu cannolu
di la batia. Ci soccorse San Giorgio che mollata la ragazza alla fontana
, posteggiato il drago all’abbeverare, appoggiata la lancia in un
angolo mi raggiunse prendendosi in carico l’uomo dicendomi: vai pure me
ne occupo io…. “A proposito come mai non ti sei scritto al corso tu che
sei l’unico definito ubriacone ?” . Oh Dio pensai vuoi vedere che il
direttore del corso è il manumanca ?” Allora mi ricordai delle parole
del parroco addolorato per i tradimenti e gli adulterii che avvengono in
paese e mi venne voglia di andarlo a trovare per comunicargli , e per
essere più credibile pensai di andarci con San Ciro. “Parroco sorridi le
nostre donne stiano tranquille ormai quando tornano a casa a tarda
notte i propri mariti, li annusano se sanno di donne, mentre ora sanno
solo di vino… ben sapendo che il pericolo non sta nell’ansia del marito
perché rientra tardi , ma nel pericolo che il marito possa rientrare
prima…
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