Questa intervista è stata pubblicata in occasione della venuta del prof.Pasquale Hamel a Marineo a suo tempo invitato dall'allora Ass.alla Cultura Nuccio Benanti . Lo storico intendeva ridimensionare il mito fredericiano .come accenna nell'intervista. Anche un amico marinese dissentiva dalla troppa retorica su Federico, ma da noi invitato al confronto non ha accettato di fare il pubblico ministero.
Come vedete il "filone Federico non si esaurisce.
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RIDIMENSIONATO
IL MITO DI FEDERICO II
Stupor Mundi, Puer Apuliae,
Papenkaiser, Amir
Federico II?
Saccheggiò il regno per finanziare le sue lotte imperiali.
Guglielmo il Malo
e Guglielmo il Buono? Non è proprio così.
Più che cultura
musulmana parlerei di quella bizantina
Cefalà Diana
Centro Islamico ? Per metterci cosa ?
Costanza
Altavilla ? Permise a Enrico VI di massacrare l’élite normanna
intervista a
Pasquale Hamel
Lo
storico Pasquale Hamel verrà a Gennaio a Marineo per presentare il suo ultimo
saggio L’invenzione del Regno – dalla conquista normanna alla fondazione del
Regnum Siciliae. In attesa di questo incontro Il Guglielmo
ha avuto con lo studioso del mondo arabo e dell’Islam la conversazione
che riportiamo.
Professore, il suo recente libro L’invenzione del regno, che analizza
quasi cento anni di storia siciliana è centrato sulla figura di Ruggero
II, nonno di Federico II. Si sa che la dinastia degli Altavilla subì il fascino
della cultura islamica. E Ruggero?
Il
volume fa la storia della conquista normanna e del suo consolidamento.
Protagonisti ne sono sia Ruggero I, il cosiddetto gran conte che il figlio,
Ruggero II, primo re di Sicilia. Più che della cultura islamica, direi, che i
Normanni, in primo luogo Ruggero II, furono affascinati dalla cultura
orientale, soprattutto quella bizantina. L’immagine di Ruggero era quella di un
sovrano orientale..
Il sovrano si rese garante di una convivenza pacifica con gli arabi ?
Ruggero II, ma anche il padre, furono molto fermi contro le richieste delle
gerarchie ecclesiastiche e di molti cavalieri normanni di procedere ad una
conversione forzata degli islamici. Lo fecero per ragioni economiche in primo
luogo, ma anche per ragioni che potremmo definire di realismo politico.
Ruggero II è considerato un monarca moderno. In che senso?
A
Ruggero si deve una certa visione del potere avanzata. La sua attenzione alla
cultura, la sua dimensione non localistica, la organizzazione del regno,
la codificazione che dava certezza di diritto, la realizzazione di un sistema
amministrativo capace di offrire regole uniche in tutto il regno, sono segni
evidenti di grande modernità”.
Lo storico Francesco Renda ha ridimensionato il mito di Federico II. perché,
secondo lui, ha distrutto il regno di Sicilia.. Anche lei è così severo con il
monarca passato alla storia come Stupor mundi ?
Sono costretto a fare qualche precisazione. Renda è un buono storico moderno
che ci ha regalato lavori fondamentali soprattutto sulla Sicilia borbonica, per
tutti, il volume sulla cacciata dei Gesuiti dalla Sicilia. Non è tuttavia un
medievista. Debbo dirle che non è con Renda che devo essere d’accordo nel
giudizio negativo su Federico II, bensì è lui che è d’accordo con me. Sono
stato infatti io, ne pretendo la primogenitura in Sicilia, che ho messo in
chiaro il rapporto fra Federico e la Sicilia. Ricordo che, lo stesso Renda, un
giorno mi telefonò per dirmi che avevo ragione nel giudizio su Federico. Ma
andiamo a Federico. Primo, la Sicilia, il più ricco regno dell’occidente
mediterraneo, fu saccheggiata dall’imperatore svevo per finanziare le sue lotte
imperiali; secondo, la Sicilia, da centro di un regno ricco e florido, con gli
svevi e Federico, si ridusse ad essere periferia dell’impero; terzo, Federico
alterò in modo drammatico la composizione demografica dell’isola liquidando gli
ultimi Arabi attraverso quella che potremmo definire “pulizia etnica”
La storia viene continuamente rivisitata. E’ possibile che Guglielmo I il Malo
e Guglielmo II il Buono non fossero padre e figlio?
Ma
no, questo fa parte del gossip. Se storia ebbe Margherita di Navarra, il
riferimento è a Riccardo Palmer, questa fu molto dopo la nascita di Guglielmo
II. A proposito della rivisitazione storica. Anche qui un mito, quello del
cattivo sovrano e del buon sovrano. Guglielmo I non fu affatto un cattivo
sovrano, egli proseguì la politica del padre Ruggero per riportare a ragione i
riottosi feudatari. Guglielmo II non fu quel buon sovrano che il mito ci
tramanda. Oltre a dissanguare le finanze regie, avendo favorito il matrimonio
fra la zia Costanza ed Enrico VI, fu responsabile della fine del regno
normanno.
Andiamo alle cose più vicine a noi. Come lei ben sa nel nostro territorio sono
dislocate le terme arabo-normanne di Cefalà Diana. Tralasciamo la fruibilità
del luogo recentemente restaurato. Vorremmo sapere, per quanto possibile, se si
è accertata definitivamente l’origine arabo-normanna delle terme.
Sicuramente, nel luogo indicato, si trovava già una terme bizantina.
Di questi tempi è possibile un uso specifico degli ambienti con la creazione di
una biblioteca arabo-normanna, di un centro di cultura islamica, un museo che
possa raccogliere e concentrare tutto ciò che riguarda questo periodo storico?
Non mancano certo i luoghi a Palermo ma farlo in questo luogo sposterebbe
interesse nel territorio.
Ma
esiste una tale mole di reperti arabi che giustifichino tale creazione ? Entro
subito a gamba tesa. Dalle domande che lei mi ha posto emerge un riferimento
costante al mondo islamico come se la Sicilia fosse, o fosse stata, un presidio
avanzato e consolidato di quel mondo. La voglio sorprendere con una
affermazione paradossale: la Sicilia islamica non esiste. Mi spiego. Gli Arabi
sbarcarono in Sicilia nell’827 d.c. e ne completarono la conquista oltre un
secolo dopo. Un periodo caratterizzato da una feroce resistenza dei nativi
contro l’invasore. Un periodo segnato da stragi e violenze inimmaginabili. Gli
Arabi ebbero appena il tempo di insediarsi che, prima la crociata bizantina di
Maniace, poi l’arrivo dei Normanni nel 1061, posero in crisi il loro dominio.
Mi dica se un periodo così breve può essere tale da lasciare un’impronta
solida. Il discorso, a mio modo di vedere, è altro. Si sono scambiate molte
impronte bizantine o, in genere, orientali, per arabe e quelle poche vestigia
originali sono state esaltate oltre il necessario. Piuttosto, lo dico con piena
responsabilità, sarebbe opportuno che si tornasse a riflettere sulla cultura
bizantina in Sicilia, sul peso ch’essa ebbe non solo dalla sconfitta degli
Ostrogoti all’827, ma anche durante la dominazione islamica, visto che,
nonostante tutto, la Sicilia orientale e molte aree di quella occidentale
restarono greche.
La storia di Marineo è difficile da ricostruire. Scarne notizie (…inseguirono
gli arabi fin sotto i mulini di Marineo), e qualche altra debole
testimonianza. Non è che Lei può aggiungere qualche altro piccolo tassello ?
Onestamente, non mi sono occupato di Marineo, ma potrebbe essere
l’occasione per farlo.
Sta pensando a qualche altro studio da pubblicare? Ce lo dica in
anticipo…
Lavoro al secondo volume della storia della presenza normanna il Sicilia, si
chiamerà “la fine del regno” dal 1154 al 1193. Un periodo drammatico che da
Guglielmo I arriva a Tancredi e Guglielmo III con il massacro dell’elite
normanna da parte di Enrico VI con la correità dell’imperatrice Costanza.
Infine una curiosità. La sua è una famiglia di origine nordica e i suoi
antenati sono stati diplomatici. Questa carriera non l’ha mai interessato?
Certo che mi interessava moltissimo. Immagini che dopo filosofia ho fatto
giurisprudenza per seguire un corso di studi più coerente con questa vocazione.
Ragioni di famiglia mi hanno intercettato lasciandomi un po’ l’amaro in bocca.
Mariolina Sardo
PASQUALE HAMEL www.pasqualehamel.it
L'invenzione
del Regno - Dalla conquista normanna alla fondazione del Regnum Siciliae
1O61-1154
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Stiamo studiando come riprendere il discorso sulla storia di Marineo al tempo di Federico. Se Giovanni Perrone ci dà una mano ...riportiamo a Marineo il prof. Pasquale Hamel...
Federico.... continua...
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