Oggi 13 Dicembre Santa Lucia anniversario della morte di Federico
II, vi diamo una descrizione di un carnevale al tempo dello stesso Federico. Ce
lo descrive il prof. Felice Cammarata , già autore e curatore di una opera su
Federico II impreziosita con i dipinti di Madè che a suo tempo visitammo a Jesi
(città natale di Federico) non ricordo in quale ricorrenza. Non siamo esperti
in carnescialate come dicono i toscani e vi lasciamo il giudizio. A noi rimane
solo da segnalare che non si è ancora spento l’eco degli incontri su Federico
II svoltisi a Marineo, incontri previsti per una sola serata, che poi sono
diventati tre e che se ne prospettano almeno altri due.
Si
dice che in Sicilia il Carnevale più interessante sia il Mastro di Campo a
Mezzojuso, il più bello( la sfilata dei carri allegorici e delle auto
infiorate) quello di Acireale, il più antico quello di Termine Imerese: il “nannu”
e la “nanna”. Conosciuti anche a Palermo, sono presumibilmente risalenti ai
tempi di Federico II, poiché la commedia” De Paulino e Polla” del 1229 è stata
scritta in latino da Riccardo da Venosa per la corte imperiale. Paolino e Polla
sono due simpatici anziani che intendono sposarsi: L’arzilla Polla, reggendosi
con un bastone, va dall’avvocato Fulcone e lo incarica di convincere Paolino
alle nozze .La vecchietta divaga, parla dell’età della sua timidezza, della
dote e, per legge dell’imperatore, del dovere degli avvocati di assistere
gratuitamente i bisognosi. Fulcone si adombra e le dice che ritiene anche suo
dovere sapere e far conoscere a Paolino la consistenza della dote
dell’intraprendente fidanzata. Risposta:cento braccia di panno, sei conocchie di
filato e sette galline con il gallo ! Con
le sole uova Paolino può diventare ricco ! Pertanto chiede in controdote
sandali borse e cinghie di cuoio. Fulcone accetta l’incarico e contatta
Paolino, il quale divaga e fa un lungo discorso sulla morale, quasi una predica
con tono indisponentemente inquisitorio. Al che Fulcone lo prende a schiaffi !
Paolino risponde con il bastone … Poi si beve e si parla delle nozze ma Paolino
manifesta dubbi sulla propria virilità e sulle origini della fidanzata, discettando
sulla nobiltà del sangue e su quella dell’animo. Infine dà il suo assenso e
Fulcone si dirige verso l’abitazione di Polla ma, strada facendo, assalito dai
cani di un vicino podere, cade in un fosso, da dove viene tratto,per essere
trascinato in tribunale dal contadino, che , scambiandolo per un ladro, si
appella alle leggi di Federico II che proteggono gli agricoltori. Anche Fulcone
si appella al proprio imperatore … Chiarito l’equivoco il nannu e la nanna
sfilano felici e contenti.
Una
carnevalata d’altri tempi e per il Palazzo, in un latino che risente di Orazio
e Ovidio, esile ma agile, piacevolmente movimentata e molto dialogata, quanto
basta per uno spaccato d’epoca.
Felice
Cammarata
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