sabato 13 dicembre 2014

CARNEVALE ALLA CORTE DI FEDERICO II





Oggi 13 Dicembre Santa Lucia anniversario della morte di Federico II, vi diamo una descrizione di un carnevale al tempo dello stesso Federico. Ce lo descrive il prof. Felice Cammarata , già autore e curatore di una opera su Federico II impreziosita con i dipinti di Madè che a suo tempo visitammo a Jesi (città natale di Federico) non ricordo in quale ricorrenza. Non siamo esperti in carnescialate come dicono i toscani e vi lasciamo il giudizio. A noi rimane solo da segnalare che non si è ancora spento l’eco degli incontri su Federico II svoltisi a Marineo, incontri previsti per una sola serata, che poi sono diventati tre e che se ne prospettano almeno altri due.

Si dice che in Sicilia il Carnevale più interessante sia il Mastro di Campo a Mezzojuso, il più bello( la sfilata dei carri allegorici e delle auto infiorate) quello di Acireale, il più antico quello di Termine Imerese: il “nannu” e la “nanna”. Conosciuti anche a Palermo, sono presumibilmente risalenti ai tempi di Federico II, poiché la commedia” De Paulino e Polla” del 1229 è stata scritta in latino da Riccardo da Venosa per la corte imperiale. Paolino e Polla sono due simpatici anziani che intendono sposarsi: L’arzilla Polla, reggendosi con un bastone, va dall’avvocato Fulcone e lo incarica di convincere Paolino alle nozze .La vecchietta divaga, parla dell’età della sua timidezza, della dote e, per legge dell’imperatore, del dovere degli avvocati di assistere gratuitamente i bisognosi. Fulcone si adombra e le dice che ritiene anche suo dovere sapere e far conoscere a Paolino la consistenza della dote dell’intraprendente fidanzata. Risposta:cento braccia di panno, sei conocchie di filato e sette  galline con il gallo ! Con le sole uova Paolino può diventare ricco ! Pertanto chiede in controdote sandali borse e cinghie di cuoio. Fulcone accetta l’incarico e contatta Paolino, il quale divaga e fa un lungo discorso sulla morale, quasi una predica con tono indisponentemente inquisitorio. Al che Fulcone lo prende a schiaffi ! Paolino risponde con il bastone … Poi si beve e si parla delle nozze ma Paolino manifesta dubbi sulla propria virilità e sulle origini della fidanzata, discettando sulla nobiltà del sangue e su quella dell’animo. Infine dà il suo assenso e Fulcone si dirige verso l’abitazione di Polla ma, strada facendo, assalito dai cani di un vicino podere, cade in un fosso, da dove viene tratto,per essere trascinato in tribunale dal contadino, che , scambiandolo per un ladro, si appella alle leggi di Federico II che proteggono gli agricoltori. Anche Fulcone si appella al proprio imperatore … Chiarito l’equivoco il nannu e la nanna sfilano felici e contenti.
Una carnevalata d’altri tempi e per il Palazzo, in un latino che risente di Orazio e Ovidio, esile ma agile, piacevolmente movimentata e molto dialogata, quanto basta per uno spaccato d’epoca.
Felice Cammarata

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