giovedì 18 dicembre 2014

AH VECCHIO SCARPONE....


Sono passati anni ....si il vino ad alcuni fa perdere la memoria....

sabato 21 gennaio 2012

HIC SUNT.... BEONES


Si è riunito ieri sera il gruppo Hic sunt leones  per analizzare i punti all’ordine del giorno.
1)      Relazione del socio Provenzale: alimentazione inutile
2)      Relazione del socio Nino Colletti su: Influenze negative del vino che bevi  sull’udito del  tuo partner
3)      Ammissione del socio Pulizzotto nella confraternita dopo aver presentato il conto)
4)      Varie ed eventuali.
L’incontro avvenuto presso il locale La Suvarita è iniziato con qualche ritardo causa l’approvvigionamento del vino e la lunga cottura dei cibi in programma. Giovane cinghiale in umido già parzialmente scuoiato, agnelletto detto capretto al forno nascosto fra le patate. Legumi, verdure e funghi. Il socio Antonio Di Cristina ha presentato fra le portate il vino suonato di entella accoppiando Merlot e Savignon con agnello e cinghiale motivando abbinamenti e scelte con prove, esperimenti, e gargarismi da sommelier.
Raggiunto faticosamente il numero legale (è ignoto il numero dei soci) il Provenzale ha preso la parola spiegando che la qualità del cibo deve essere proporzionale alla quantità, semmai a discapito della qualità portando come prova le foto dei lager tedeschi dove si evidenziava che la qualità in quel momento non era certamente e necessariamente un’esigenza primaria.
Il socio Colletti, più volte zittito dal Di Cristina sul vino servito a tavola in quanto di provenienza ignota, ha spiegato le conseguenze del bere sull’udito della partner. Dimostrando con ampia facoltà di prova che più il marito beve più sorda diventa la sua compagna. Esempi come “La sorda di Sorrento”, “La sorda e smemorata di Collegno” e altri documenti hanno convinto della tesi del Colletti il quale ha invitato i soci a non moderare il vino ma bensì a regalare alle proprie consorti cotton  fioc e viaggi a Lourdes.
Vivaci discussioni ha destato l’analisi dell’ammissione del Pulizzotto abitante alla Rocca Bianca ora trasferitosi alla Suvarità dopo aver presentato il conto della serata. Fortunatamente un gesto definito da tutti necessario ed eroico ha ribaltato la situazione e considerata l’entità possiamo considerarlo ammesso, ovviamente che rispetti sempre gli equilibri amministrativi testé collaudati e accettati.
Nelle varie il Socio Carmelo Barbaccia aveva sollevato il problema se alcuni suoi clienti e soci avessero diritto di voto avendo il conto in rosso sangue nella sua banca, come l’accusa rivolta ai soci da parte dell’Arch. Guido Fiduccia il quale lamentava la mancata assegnazione alla sua ditta della ricostruzione delle Torri gemelle, contestato da Pippo Calderone, che dimostrava di averne più diritto in quanto impresario valente costruttore di borghi e trulli mai caduti . Pino D’Amato ha dedotto, dopo aver ascoltato, che spettava a lui la fornitura delle vetrate delle Torri gemelle sia che la appaltasse il Fiduccia che il Calderone.
Il Sanicola ha fortemente protestato per non aver rispettato i turni di intervento che in pratica avevano oscurato il Maurizio Calderone, ingegnere in logorroica  e il Rosario Cannella. Accolto il ricorso i due soci sono stati  invitati all’intervento  i quali non essendo presenti venivano richiamati. C’è voluto un po’ per estrarli da sotto il tavolo a cui si era aggiunto Ciro Staropoli con la bottiglia di grappa sfuggita all‘Antonio Di Cristina al quale era stata sottratta sia la bottiglia che la descrizione. Ritrovata la grappa il Di Cristina ha ripreso il corso dal secondo volume e cosi per gli altri quattro si è arrivati a tarda ora e si è dovuto rinunziare agli interventi del Maurizio Calderone, del Rosario Cannella e Ciro Staropoli che come è risaputo usano il metodo “io non parlo nemmeno se mi pento”.
Il socioDd'amato sta mettendo la cornice alla fotd
La riunione si è chiusa con il 23° vino meglio descritto dal Di Cristina nella sua enciclopedia del vino suonato alle pagine dal  148 al 658.

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