Erano
le dieci del mattino del 5 novembre 1970. La città aveva ancora per intero il
fascino della terribile sconfitta appena subita. Il museo nazionale portava i
segni della mitraglia sovietica che gli studenti chiamavano “gli affreschi del
Griesko “ parafrasando il maestro spagnolo con il generale russo a capo
dell’armata di invasione. L’organo grande mandava la sua voce arrugginita o
arrabbiata mentre noi freschi di una lezione del tipo “educate i vostri figli
al socialismo”, “crescete in armonia nel comunismo” e insulti del genere
venivamo uniti in matrimonio e salutati con un perentorio scambiatevi il primo
bacio. Fu allora che protestai : passi per il comunismo e il socialismo ma
quello non era proprio il primo bacio… Usciti dal salone salutato l’interprete
stavo per prendere per mano colei che avrebbe condiviso con me almeno i
prossimi 42 anni quando una mano decisa
tira da parte la “signora” a cui stavo
per dare l’ennesimo primo bacio e mi intima prima in ceco poi per evitare
fraintesi in tedesco ed infine grazie all’interprete : Signore Lei non ha idea
di quanto noi siamo felici che lei entri nella nostra famiglia, ma nostra
figlia rimane a casa nostra fino a quando questo rito non avverrà in chiesa.” Ecco
sbotto fra me , la mano longa dei preti… ecco gli artigli del vaticano…ecco e
stavo per aggiungere un sacco di cose che scrivere non è elegante e posi lo
sguardo su quella che ora era mia compagna ma non ancora unita a me nel sacro
vincolo del matrimonio. Uscimmo manina nella manina mentre il grande orologio
mostrava i suoi personaggi ritmati dai suoi rintocchi. La piazza del Tyn o
Down Town o Stare Miesto come la chiamavamo tutti.
Allora passava il tram in piazza e vi salimmo sopra per scendere in un vecchio bar d’epoca che si chiamava “dva
Middlevek” (ai due Orsi) e li iniziammo con una bottiglia di Carpano- Punt e
Mes e finimmo a birra per terra. Ci toccò aspettare il 29 dicembre alla stessa
ora , questa volta, eleganti quanto il tempo concedeva con parenti ed amici
accampati da altri parenti ed amici affidarci alle parole di due preti
eccezionali il cui curriculum ti fa venire la pelle d’oca. Giorgio Reinsberg
(campo di concentramento nazista, un fratello morto nel campo, uomo che diceva
contemporaneamente la messa in varie lingue, pittore eccellente soprattutto
negli ex-libris e bastava che ti vedeva entrare in chiesa e passava dal ceco
all’italiano o al tedesco o al francese e tu gioivi perché ti sentivi qualcuno)
Antonin Mandl (una ventina d’anni in galera , graziato e ricondannato sempre dallo
stesso ministro per mezza dozzina di volte, spina nel fianco di comunisti e
preti della pace di tutte le razze; usciva da prigione e vi rientrava come noi
facciamo dal bar). Scegliemmo San Gallo per il suo romanico che ti avvicinava a
Dio . La vecchia signora che si era trattenuta la figlia aveva voluto dare alla
figlia come dote quella giornata di festa e “la sua scuola, che con tanti
sacrifici della nostra famiglia oggi è
dottoressa in Lingue”. Certo vedere a
pranzo quella ragazza che mi avrebbe guidato nelle scelte future ballare con il
prete Giorgio Reinsberg , lo stesso che durante il corso fidanzati le aveva
consegnato una specie di Kamasutra cattolico
… mi ingelosi un po’ ma solo perché lei era bellissima …Fuori i
carri armati passeggiavano per piazza Venceslao, i russi prendevano il caffè
nel bar di kafka e si fotografavano su Ponte Carlo come i nazisti avevano fatto
prima di loro. Era passato un anno dall’invasione ma era come fosse stato
quella mattina. I praghesi avevano deciso di vestire a lutto quell’anno e
mentre a Praga non esisteva un telefono funzionante noi dovemmo aspettare la
sera tardi per accorgerci che le donne boeme
vestivano a lutto dalle calze nere all’intimo. Quella sera finimmo in
una camera facendo finta di non accorgerci che eravamo una diecina fra
fratelli,cognati e parenti vari…
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