giovedì 27 dicembre 2012

GUIDA PER IL PRESEPE



Che luce....

Il progetto era quello di illuminare tutta la via San Francesco con delle stelle di natale in luminaria in un crescendo che visto  dove inizia la via si vedeva una stella sempre più grande che dava l’effetto di essere una dentro l’altra che finivano alla base della salita. Ci sarebbero state le “veline” (ovviamente in abiti castigati) che avrebbero guidato i visitatori spiegando messinscene, costumi e ambientazioni. Un accorgimento facile da attuare che vedemmo, assieme a Pino Taormina, a Milano mentre visitavamo una mostra di Georges De la Tour di pittura. Senza ressa guidati dalle laureande in storia dell’arte. 
E cosi avremmo notato che il falegname non era una comparsa ma un vero maestro d’ascia che ci avrebbe fornito notizie sia sul legno lavorato che sugli attrezzi usati. La tappa dal vasaio , da far invidia alla bottega di Eufronio con i suoi crateri neri a fondo rosso. Lo spazio inizialmente vuoto oggi è ricco di almeno cento vasi  tutti creati sul posto da un maestro che usa mani e argilla che sembra un prestigiatore creando magie artistiche uniche. E li vedi papà seduti con bambini mai sazzi di sapere che assistono e domandano rendendo felice il vasaio. E quel piccolo Rigoglioso che ricopre il suo ruolo alla perfezione senza lamentarsi senza piangere basta che  sia a portata di mamma. Ora non si chiede più il perché di due mamme tanto belle seppur di colore diverso. Lui a differenza degli adulti non legge il razzismo cretino di chi non sa leggere e non ha capito il significato dato da Salvatore a questa scelta. 
Ora nel salone , affidato a Ciro un mezzo-romano de Roma con Vito sotto i ferri, che diffida delle garanzie ricevute, che le forbici sono finte e non tagliano. E chiede a tutti di spiegargli di chi sono quelle ciocche di capelli bianchi per terra… E Ciro che spiega e Vito che diffida…Non ho potuto assistere alla taverna e allora vi descrivo quella dello scorso anno dove ragazzini adolescenti gozzovigliavano imitando maldestramente avventori semi-avvinazzati. Quest’anno la scena mi dicono fosse diversa con un interprete unico circondato da una cinquantina di fiaschi e altrettante damigiane e grosse botti sullo sfondo . Da ciascun contenitore partiva un tubo che si collegava agli altri terminando in un'unica condotta modificata a misura della sua bocca. Gli altri due erano il Di Scalfani che regolava il flusso e nel contempo sottoponeva a palloncino il malcapitato e il giovane impertinente o meglio irriverente che non sa giocare con i suoi coetanei e anzicchè insultare suo padre insulta chi gli potrebbe essere nonno.  Il “bevitor cortese” era preoccupatissimo e si domandava quanto tempo avrebbe impiegato a bere tutto quel vino (benedetto) e si domandava se era vino locale …
Grande successo hanno avuto i due confessionali e il vecchio coro della chiesa madre, ormai oggetto di venerazione perché persi e ritrovati e che rievocano confessioni irripetibili e canti di cori bianchi sul biancastro. Nessuno si era chiesto dopo cinquantanni     dove fossero finiti … E il laboratorio delle arti ! Anche questo luogo magico che basta il fatto di mostrare cavalieri, principi, principesse, streghe, draghi corpi intagliati insieme a teste abbozzate ti blocca chiedendoti in prestito la tua fantasia per inseguire storie d’amore antiche come il mondo…Se ci fate caso in un angolo è situato un privè un angolo creato apposta per il sindaco se per caso durante le sue frequenti visite  necessitasse di far pipì, perché è risaputo che uno del suo rango piscia solo sui pupi.

Nessun commento:

Posta un commento