sabato 22 dicembre 2012

POVERA TERRA MIA !



LA SICILIA

Carta del 1578 consultabile in redazione
La nostra terra
È la Sicilia bella;
china d’aranci
e di frutti squisiti.
Li cianuri su invasi
Di limonati,
ma la genti
sunnu all’esteru emigrati.
Ma iu vi dicu a vuatri:
turnati turnati
picchi
di la vostra matri terra
sariti aspettati.

(Princiotta Salvatore)

Con le poesie non si scherza. Tanto meno con i poeti. Sono inaffidabili. Ti traducono i sogni come sirene disoccupate che emergono in parte dall’acqua nascondendoti intelligentemente il resto del cielo... I poeti sono falsi rappresentanti dell’ amore, un amore impalpabile irraggiungibile. Ti ingannano su cose possibili ma che non raggiungerai mai.  Ti fanno credere che tutto è a portata di mano e ti nascondono che sono miraggi. La favola del ritorno a casa è lunga da tradurre e oramai nessuno la rispetta. Milioni e milioni sono andati verso un cammino della speranza …con solo biglietto di andata… Ormai non ritorna più nessuno perché dove sei andato …
La mia terra finge ormai di aspettare e ti rifiuta se non sei mediocre come coloro che hai lasciato. E quando un giovane parte bisogna fare festa grande e ammazzare il bue grasso perché è lui che soffre partendo lasciando a casa  fratelli pigri che non hanno saputo far crescere  “la matri terra” e quindi è meglio che non tornano.

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