mercoledì 11 dicembre 2013

I CARTELLONI DEL TEATRO DEI PUPI



Il cartellone cosidetto dei cantastorie , Copiato  dal cinema come locandina da esporre all’ingresso  dove si proponevano le scene principali . La mancanza di artisti capaci ( per dipingere le storie dei paladini bisognava conoscere la storia dei paladini…) e il decadimento del teatro stesso ha trasferito in un limbo artistico questo strumento. Vorrei mostrarvi questa evoluzione. Dai cartelloni sul banditismo (Giuliano o Musolino totalmente sconosciuti oggi) siamo passati a nuovi personaggi.

 ALFREDO DREYFUS
L’Avvocato Piscopo conduttore di un circolo di avvocati di Milano(faceva parte del gruppo soccorso rosso) mi suggerisce un personaggio che nel 1989 compiva i suoi cento anni: Alfred Dreyfus  da tutti conosciuto come motivatore del famosissimo Je accuse. Se togliamo gli avvocati pochissimi conoscono la sua storia e allora per una sera divento cuntista. Abbiamo un prologo dove si mostra nella prima finestra la stanza di lavoro dove campeggia il quadro di Daumier “vogliamo libero Barabba” per anticipare la tragedia imminente. Una libreria ci fotografa il tempo: 1898. Nasce la Gillette , la Mischelin, Freud. E’ il tempo del Mulino del Po, del Capitale di Carlo Marx, di Oscar Wilde dei fratelli Lumiere. Si costruiscono le false prove del tradimento davanti gli occhi del popolo: il quadro del Pelizza da Volpedo  ce lo dice. Dreyfus è condannato e degradato e portato all’Isola del Diavolo meglio conosciuta come la Caienna. La disperazione della famiglia che la presenza della Menorah ci ricorda che sono ebrei. In quel tempo Gauguin dipinge quel quadro dai colori siciliani. La riscossa. Emile Zolà lancia il famosissimo Je accuse. La Francia si scuote. La libertà guida il popolo dice il dipinto alle spalle degli intellettuali francesi. La resa dei conti. L’onore recuperato mentre a Parigi si costruisce la Tour Effeil.

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