ECCOVI LE MOTIVAZIONI , TANTO RICHIESTE, DEL
PREMIO ASSEGNATO A MONS. GIUSEPPE RANDAZZO
PIù TARDI AGGIUNGEREMO ALCUNE OSSERVAZIONI PUBBLICATE IN ALCUNI BLOG
X Premio Forum delle Associazioni Palermo 2014
Motivazione della Giuria giudicatrice
Nella rosa delle personalità di
cittadini illustri che hanno contribuito con la loro opera alla crescita
culturale della nostra società , secondo
le norme che regolano lo statuto del premio, la giuria ha scelto di soffermare l’attenzione sulla
personalità e l’operatività di coloro
che si sono distinti per la salvaguardia dei Beni Culturali della nostra
città e nel campo della loro valorizzazione e fruizione arrecando anche benefici economici e creando nuovi posti di lavoro per
i giovani che operano in tale ambito. La
figura e la personalità di Monsignor Giuseppe Randazzo e la sua attività a
favore del Patrimonio culturale dell’Archidiocesi di Palermo, connessa al Suo
ruolo di responsabile dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici assegnatogli
sin dal tempo del governo del Cardinale
Salvatore Pappalardo e continuato fino ad oggi , e come direttore del rinnovato
Museo Diocesano , è stata riguardata con
particolare attenzione da tutti i
componenti della giuria che ha
ampiamente considerato, discusso e giudicato favorevolmente il Suo curriculum
di intellettuale e operatore
culturale,che nell’ambito del suo status
di sacerdote ha saputo coniugare i valori religiosi con quelli della cultura
laica e concorrenti in abito politico e sociale con le esigenze delle
istituzioni da lui dirette. Va infatti ascritto
a suo merito l’ avere iniziato, da un lato l’ opera di riorganizzazione
delle strutture culturali istituzionali dell'Arcidiocesi , e dall’altro di
avere riaffermato il valore culturale del patrimonio ecclesiastico- monumentale della città . Dopo tanti
anni bui, culminati nel furto
della tela di Caravaggio dall'oratorio di San Lorenzo, questo patrimonio, lasciato
all’incuria e al degrado dovuto , dopo quello
provocato dai bombardamenti bellici del ‘43,
all’ inarrestabile abbandono del Centro Storico e del suo immenso patrimonio che necessitava di essere invece riordinato,
catalogato, valorizzato e reso fruibile nel
migliore dei modi, veniva finalmente riproposto all’attenzione della
società e della cultura dalla sensibilità operativa di
monsignor Randazzo che, parallelamente
all’azione di salvaguardia e tutela
invocata dalle Associazioni
culturali presenti in città e sensibili a tali problemi non ancora riguardati con l’adeguata
attenzioni dalle istituzioni bbliche ,diede
inizio al razionale processo di
riappropriazione , restauro e onservazione ancora in atto di monumenti e opere
d’arte già restituite o da restituire alla fruizione pubblica e museale con
quella particolare ed encomiabile attenzione a che le opere ,ove fosse possibile,
potessero tornare alle chiese o
agli originari luoghi di provenienza. Si trattava della necessità morale oltre che
politica di venire incontro al risanamento della città e all’esigenza dei cittadini che avevano a cuore le sorti di Palermo e del suo riscatto
dalla incultura e dalla mafia imperante. In quest'ultima direzione si
evidenzia il progetto “100 chiese
aperte” attuato con di Comune di Palermo
che, per la prima volta, garantì per un certo periodo la piena fruizione e
la conoscenza di chiese e oratori a quel
tempo ben poco posti all’attenzione
della cittadinanza e dei circuiti culturali se non per opera delle allora
poche Associazioni culturali che operavano con molte difficoltà.
Egualmente importante è stato il processo di sensibilizzazione da lui condotto
nei confronti dei responsabili di molti di quei beni, in
maniera da coinvolgerli per accedere ai contributi CEI o alla
utilizzazione di sponsor privati,
finalizzati all'installazione di adeguati
sistemi anti intrusioni, indispensabili per limitare l'inarrestabile ondata di
furti ed effrazioni. Allo stesso modo l'Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici da
lui diretto ha sistematizzato protocolli precisi per il disbrigo delle
principali pratiche per l 'accesso ad altri fondi CEI con finalità culturali, come quelli per i
musei, le biblioteche e gli archivi diocesani e degli ordini religiosi, nonché
per l'esecuzione dei restauri in ragione
degli accordi con la Regione e il
Comune. Tra tutti questi beni recuperati , indubbiamente, spiccano le chiese e
gli oratori che contengono le
opere di Giacomo Serpotta divenute ormai fattore di attrazione culturale e
turistica per la città poiché finalmente sono visitabili e fruibili in maniera
adeguata alla loro importanza non soltanto sul piano della cultura locale ma perché rappresentativi della cultura
italiana ed europea . Tra le tante iniziative culturali si citano il progetto di
apertura minimale con indagini del sarcofago porfireo di Federico II, diretto
personalmente, e le mostre sul
territorio e quelle , successive ai restauri delle grandi tele di Matthias Stom
e del Crocifisso di Van Dyck, allestite
a Palazzo Alliata di Villafranca che, dal 2009, è
stato riaperto ai visitatori.
Tali opere sono state restaurate nel Laboratorio del Museo diocesano che , secondo le norme vigenti, si propone
come fulcro dell'attività di restauro della Diocesi e ospita, già da alcuni anni, tirocinanti e allievi
restauratori in forza di una convenzione con il corso di Laurea in Conservazione
e restauro dei Beni Culturali dell'Università. Dopo circa due decenni
,nel 2004, il Museo ha infatti riaperto
i battenti con uN nuovo allestimento che lo qualifica tra i musei diocesani più
importanti tanto che nei 10 anni dalla
sua riapertura, si è segnalato per
la partecipazione a numerose mostre nazionali e internazionali cui il
museo ha aderito con prestiti che hanno
consentito la conoscenza del territorio oltre i confini nazionali e
per l'incessante
impegno volto al recupero e al
restauro delle collezioni museali e degli altri beni
della Diocesi, tramite fondi propri o operazioni di fundraising presso sponsor.
Ciò ha fatto sì che si restaurassero ad oggi ben più di 60 opere d'arte tra pitture , sculture e preziosi manufatti attinenti alle arti decorative, e
ha consentito l’ istituzione della collana scientifica editoriale “ Museo
diocesano di Palermo: studi e restauri",
diretta dal vicedirettore
Pierfrancesco Palazzotto, che ha già
prodotto otto volumi che illustrano le opere restaurate da Mauro
Sebastianelli e dagli allievi. Considerate
pertanto la Sua lunga e diuturna opera di operatore e le sue
benemerenze culturali, la Giuria all’unanimità , attribuisce la
decima edizione 2014 del “ Premio Forum
delle Associazioni” di Palermo a Monsignor Giuseppe Randazzo illustre
componente del Capitolo della Cappella Palatina , delegato arcivescovile per i Beni temporali e direttore del Museo
Diocesano di Palermo.
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