6-NUOVI ARRIVI IN LIBRERIA DICEMBRE 2016
PIERRE ROUX – MILLE ET UNE CHAMPIONS
2006-
VEDI RECENSIONE SUL GUGLIELMO DEL 28
DICEMBRE 2016
TUCIDIDE
LUCIANO CANFORA –Edizioni Laterza
Bari-2016 Euro 20 – pagg.360
Sarebbe un libro molto adatto a chi
ama i gialli. Mi ricorda Roberto Ridolfi per la sua sagacia , pervicacia e
preparazione. Questo Professore , da anni segue questo tema, non molla mai
l’osso. Per i non studiosi è difficile seguirlo perché parte dalla Guerra del
Peloponneso di Tucidide , entra in casa sua e ne difende onore e studi a
livello di “difesa dell’onore dello storico”. Ti trovi immerso in centinaia
pagine…. E devi seguirlo aiutandoti da quel poco che sai sulle cinque lingue in
cui si esprime (greco antico , francese, inglese, tedesco, italiano ) , si
perché , giustamente lui non ti dà la “traduzione” delle frasi in discussione, perché
a questo punto sarebbe una interpretazione. Si butta sugli ultimi duecento anni
di studi tucidididei e non si ferma davanti a nessuno dando colpi a destra e a
manca ai più grandi studiosi che incontra. Il tutto nasce dal secondo proemio
alla Guerra del Peloponneso e da una parte della biografia dello storico che lo
vuole condannato prima alla pena capitale e poi all’esilio per ventanni ,
periodo che lo si fa confondere con le disavventure di Senofonte, lui si
esiliato ecc.ecc.. Bacchetta molti storici classici per gli errori assorbiti e
quindi tramandati ma non si arrende trovando sempre analisi e studio dei testi
che da un lato lo fanno saccente ma dall’altro ti mettono davanti alla
“leggerezza” degli altri studiosi. Dicevo che andrebbe bene agli amanti del
giallo perché se sostituite i principali temi del giallo li troverete tutti
presenti in questa appassionante indagine filologica che sicuramente, per
non studiosi, diventa pesantissima ma se
avete la pazienza di seguirlo (anche nelle lunghissime e dettagliate note) vi
entusiasmerà. La sua difesa di Tucidide , eroica da un lato, lunga una vita, mi
fa immaginare che se oggi i due si incontrassero sarebbe facile vedere il Padre
della storiografia “inginocchiarsi” davanti al nostro Professore cosi come fa
un presunto e sicuro “ergastolano” salvato dal suo Avvocato. Luciano Canfora io
l’ho scoperto prima con il suo insuperabile La Biblioteca di Alessandria e poi
seguendo il Papiro di Artemidoro dove mi ha trascinato come fosse un santone
dentro la sua setta. Già nel caso del Papiro ho imparato a saper leggere il
Canfora che subito ti allontana con la sua conoscenza del mondo classico che sembra dirti : stia lontano non è materia
per lei, ma se ci sai fare e ti sai intrufolare non ne vuoi più uscire. A me è
mancata la traduzione seppur impossibile di alcuni passaggi di alcune
interpretazioni e la polemica sul significato delle parole e della loro
traduzione. Se per leggere questo libro ci vogliono almeno tre mesi contate di
usarne altrettanti se vi mettete ad analizzare i significati accessibili. Ora
dopo averlo finito mi è rimasto fra le mani e non riesco a consultare la Guerra
del Peloponneso senza questa “guida”.
Ps.Quando giovanissimo mi avvicinai
a Nicolò Macchiavelli mi fu guida proprio Roberto Ridolfi, toscano e forse
parente del Machiavelli. Non dico che lessi tutte le centinai di testi citati e
consultati dal Ridolfi, ma quasi tutti
perché la missione del Ridolfi (e poi sul Guicciardini e sul
Savonarola…) era quella di restituire opere e vita ad una verità mistificata. E
cosi come il Ridolfi rimane unico in rapporto al “suo illustre parente” cosi il
Canforà non è da meno con Tucidide. Ed io che ancora oggi corro alla ricerca
del suo vero Tucidide mi ritrovo
“affamato” di cotanti personaggi.
Io AGAMENNONE
Giulio Guidorizzi Einaudi pagg.202 Euro 14. 2016 Gli
eroi di Omero
IO SONO ACHILLE
David Malouf Frassinelli pagg.218 Euro 17.50 2010
Non credo sia una coincidenza almeno
per Io sono Achille di Malouf scritto anni prima del Io Agamennone.
Quest’ultimo è uscito con tutte le trombe che di solito sanno suonare i prof ed
è anche finito in una recita teatrale scritta forse mentre usciva il libro.
Viene suggerito come lettura dalle superiori in poi perché ormai questi classici
sono ammuffiti , superati. Emtrambi i due libri sono più dei “lamenti” che dei
temi. Mantre il primo , Io Agamennone,(forse scopiazzando l’idea del Malouf che
tra l’altro vive a Brisben in Australia dove vive mio figlio e dove scoprii una
piazza con le sculture di Pomodoro inneggianti appunto ai classici) possiede
quella cantilena mediterranea frutto di un dna facile da interpretare; il
Malouf ne manca malgrado le lodi sperticate della stampa di mezzo mondo.
Entrambi , gioco forza, divagano dimenticando per strada l’attore principale,
per poetare su sentimenti e natura. Conoscono alla perfezione il mito spesso
si intromettono (non mi è piaciuta lo soluzione di Ideo che accompagna Priamo)
, ma nel complesso se la cavano bene nel comporre un “nuovo” pasol usando le
vecchie tessere. Vale la pena di leggere entrambi anche perché sono stati
attenti, entrambi, a non lasciarsi prendere troppo la mano e quindi ve la
cavate con poche pagine.
Fra i due preferisco Io Agamennone ,
re sfigato nato in una famiglia orror e ammazzato dalla propria moglie e dal di
lei amante. Se fosse vissuto oggi
avrebbe rispettato la regola del femminicidio avendo trovato dopo dieci anni di
assenza la moglie a letto con l’amante.
L’ORO DI TROIA
Robert Payne Odoya 2016
già Feltrinelli 1960 pagg.254 Euro18
Quando “impazzivo” per Ceram e il
suo Civiltà Sepolte ,siamo alla fine degli anni cinquanta, iniziai parallelamente
a correre dietro a Schlimann a tal punto che i ragazzi del 1959 andavamo sulla Montagnola
con i libri di Padre Calderone (che possedeva Salvatore Scarpulla) cosi come
faceva Schliman sulla collina di Hissarlik. Qualche anno dopo lessi questa
biografia, fra le varie (ne posseggo e letto una decina) la più accettabile.
Ora me la sono ritrovata in libreria dopo cinquantanni riedita da altro editore
(dopo i cinquantanni cadono i diritti d’autore). Ovviamente non ho più
ritrovato la vecchia edizione della Feltrinelli e rileggere questa nuova
edizione che raccoglie foto e carte recuperate da “dovunque”. Mi è piaciuta
perché lascia tutte le cattiverie sullo Schlimann soffermandosi più sul
significato delle sue scoperte che sulle presunte “escamotage” del grande
scopritore. Una parte è quasi un diario sugli scavi di Troia e Micene e sulla
vita anche familiare di quest’uomo assatanato dagli scavi e da Omero.
TEUTOBURGO Valerio Massimo Manfedi
romanzo – Mondadori 2016 – Euro 20 pagg.360
TEUTOBURGO
Massimo Bocchiola, Marco Sartori
2005 quindi Oscar Mondadori 2014 pagg 334 Euro 11
Intanto non è possibile leggere il
primo senza il secondo. Ho letto per primo il romanzo perché avevo letto tanti
anni fa un saggio storico sul fatto di “Teutoburgo”. Saggio perso in libreria
che non riesco a trovare fra Ravenna (dove ritengo averlo portato) Marineo e
Milano. Questa strage paragonabile solo a Canne e Adianopoli sembrava
ridimensionare il mito di Roma, ma che causo solo un ridimensionamento delle loro
ambizioni in Germania. Mandredi lo conosciamo bene e migliora sempre di più in
ogni sua nuova opera. Sa usare i documenti e i fatti storici da vero maestro
per nulla succube dal dilagare di centinaia di scrittori stranieri ormai
padroni assoluti del romanzo storico. Divide i documenti dalle leggende e poi
le ricama assieme magistralmente usando il suo mestiere di archeologo. In
questo caso segue un percorso che ti porterà a Teutoburgo solo alla fine dopo
aver descritto alla perfezione la civiltà romana nei suoi minimi dettagli
facendone una premessa perfetta. Ha colmato le lacune sui principali personaggi
storici per portarti a Teutoburgo alla vigilia del fatto, dove Roma perse
le sue quattro legioni ovvero i suoi ventimila soldati in una imboscata incredibile.
Peccato che concluda speditamente il finale come se avesse premura.
Ma si deve avere a portata di mano
il Teutoburgo di Massimo Bocchiola e Marco Sartori altrimenti quello del
Manfredi è solo un Romanzo. Una anali perfetta e sistematica del fatto, del
luogo del tempo delle forze insomma una perfetta autopsia dove devi ricorrere
man mano che leggi il Manfredi. A tratti pesante ma obbligatoriamente pesante
altrimenti basterebbe il romanzo del Mandredi. Se Augusto piangeva :”Varo Varo
dove sono le mie legioni…” il colpo non fu da poco… Rinunziando a parte della
Germania Roma lasciò la porta aperta a innumerevoli invasioni e cosi nacque
anche il mito di Herman-Irminio-Sigfrido con l’Oro del Reno ! Ma questa è
un'altra storia e ve la raccontiamo un'altra volta