DOMENICA 11 DICEMBRE ORE 17 CHIESA MADRE
Volevo suggerire , prima di partecipare alla presentazione del nuovo libro di Leoluca Pasqua, di leggervi non solo questo commento ma ascoltare anche l'intervista che troverete cercandola su internet. Se poi avete avuto l'accortezza di leggere prima il libro ne apprezzerete maggiormente il valore.
Cliccando sul
link di Youtube troverete il video con l’intervista all’autore
Leoluca
Pasqua: Fatta per amore… La correzione fraterna, ed. Paoline, Milano, 2016
Nella prefazione l’autore ricorda la propria
madre e il suo sguardo che da solo lo correggeva quando era un adolescente un
po’ vivace. Questa immagine rispecchia perfettamente lo spirito del libro
perché chi ama non può non correggere ma lo fa per il bene del prossimo e in
modo da lui accettabile. Nel primo
capitolo del libro leggiamo alcune definizioni del termine correzione e quella
dal latino, il verbo corrigere, mi ha
ricordato le prime parole di San Giovanni Paolo II: “Se sbaglio mi corrigerete”. Sì, i grandi vogliono
essere corretti e non solo nell’uso della lingua straniera. Per dimostrare che
è la volontà di Dio don Leo riporta numerosi passi biblici. Uno per tutti lo
troviamo nella Lettera di San Paolo agli Ebrei 12,5-6: “…il Signore corregge
colui che egli ama…”. Nel Vangelo di San
Marco 18, 15-18 troviamo consiglio come fare la correzione fraterna nella
comunità – anche nella famiglia. Prima di tutto bisogna avvicinarsi al fratello
con umiltà ricordandosi bene l’esempio di Gesù della pagliuzza nell’occhio del
fratello e la trave nel proprio occhio (Lc 6,39-42) e con intelligenza: bisogna valutare se procedere subito o
attendere, capire bene dove sta l’errore, se è reale o presunto, se è di poco
conto o importante oppure se è frutto di dicerie. Per questo bisogna parlare
direttamente con il fratello (e non alle sue spalle) per evitare i pettegolezzi
e le calunnie.
Lo scopo principale della correzione
fraterna è il bene del fratello e quindi vale la pena di sopportare anche le
difficoltà che appaiono sempre quando vogliamo fare qualcosa di buono. L’autore
del libro elenca gli ostacoli alla correzione fraterna: l’indifferenza, oggi tanto diffusa, il veleno di tutte le relazioni
interpersonali , il falso rispetto
che minimizza l’errore, lo giustifica e poi magari sfocia nel pettegolezzo, la paura di offendere, di spezzare un
equilibrio faticosamente costruito nel tempo e di far nascere le inimicizie, il paternalismo che esprime il bisogno
di avere qualcuno da proteggere e da correggere, di ritenersi migliori degli
altri e intervenire sempre e comunque.
C’è anche la proiezione dei propri
difetti che non riconosciamo ma che magari correggiamo negli altri in modo
inopportuno con le continue sottolineature e giudizi. A volte vogliamo
risolvere il proprio problema puntando il dito sull’altro. A questo punto
bisogna parlare anche dell’accettazione della correzione fraterna da
parte nostra, del nostro lavoro su noi stessi, sulle nostre fragilità, guardando
prima i propri errori e poi quelli degli altri. Mi piace riportare una passo
di L. Manicardi che ho trovato nel
libro: “Solo chi ha imparato a discernere il male che abita in sé, potrà farsi
carico del male del fratello e curarlo come medico esperto. Esperto in base
alla propria esperienza di malato che è stato curato, di peccatore perduto”.
Se è faticoso praticare la correzione
fraterna è altretanto difficile accoglierla. Può apparire il sentimento di
rabbia, di negazione della propria responsabilità per non parlare della solita
frase: “ma tu chi sei per correggermi, pensa per te!” Si può arrivare
facilmente alla rottura del rapporto ma si deve sempre coltivare la speranza
che la correzione dovuta, fatta veramente con amore, diventi un seme che maturi
nel tempo e porti il bene del fratello. Questa speranza può essere alimentata
dalla certezza che nessuno è incorreggibile. Già nel suo titolo, la correzione fraterna, fa pensare solo all’ambiente
ecclesiale . Don Leoluca Pasqua fa notare che è indicata anche in altri
contesti relazionali e porta al risanamento della società perché migliorarsi
reciprocamente ci aiuta a ritrovare la propria dignità di uomini e donne. Egli
dice: “Ogni volta che correggiamo o ci lasciamo correggere contribuiamo a
risanare un pezzettino di questo mondo; se invece non lo facciamo lo rendiamo
sempre più falso e invisibile”. Il suo secondo
invito è ancora più forte: “Meglio correggere per operare il bene che tacere e
diventare complici del male”. Non
lasciamoci quindi contagiare dall’individualismo della nostra epoca, vediamo i
bisogni degli altri, anche quei spirituali, usando tutta la nostra fantasia.
Accorciamo quella distanza fra il progresso tecnologico di cui è stato capace
l’uomo e le sue capacità morali che a volte zoppicano.
Milano,
06.12.2016
Růžena Růžičková
ps.piccola nota. Appena abbiamo saputo che il libro era alle stampe ci siamo precipitati alle paoline a Milano che ci hanno rilasciato la scheda che abbiamo circa un mese fa pubblicato. Poi siamo riusciti ad averne qualche copia in anteprima . E di questo ne siamo contenti.
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