venerdì 9 dicembre 2016

LA CORREZIONE FRATERNA

DOMENICA  11 DICEMBRE ORE 17  CHIESA MADRE

Volevo suggerire , prima di partecipare alla presentazione del nuovo libro di Leoluca Pasqua, di leggervi non solo questo commento ma ascoltare anche l'intervista che troverete cercandola su internet. Se poi avete avuto l'accortezza di leggere prima il libro ne apprezzerete maggiormente il valore.

Cliccando sul link di Youtube troverete il video con l’intervista all’autore

Leoluca Pasqua:  Fatta per amore… La correzione fraterna,  ed. Paoline, Milano, 2016
  
 Nella prefazione l’autore ricorda la propria madre e il suo sguardo che da solo lo correggeva quando era un adolescente un po’ vivace. Questa immagine rispecchia perfettamente lo spirito del libro perché chi ama non può non correggere ma lo fa per il bene del prossimo e in modo da lui accettabile.  Nel primo capitolo del libro leggiamo alcune definizioni del termine correzione e quella dal latino, il verbo corrigere, mi ha ricordato le prime parole di San Giovanni Paolo II: “Se sbaglio mi corrigerete”. Sì, i grandi vogliono essere corretti e non solo nell’uso della lingua straniera. Per dimostrare che è la volontà di Dio don Leo riporta numerosi passi biblici. Uno per tutti lo troviamo nella Lettera di San Paolo agli Ebrei 12,5-6: “…il Signore corregge colui che egli ama…”.  Nel Vangelo di San Marco 18, 15-18 troviamo consiglio come fare la correzione fraterna nella comunità – anche nella famiglia. Prima di tutto bisogna avvicinarsi al fratello con umiltà ricordandosi bene l’esempio di Gesù della pagliuzza nell’occhio del fratello e la trave nel proprio occhio (Lc 6,39-42) e con intelligenza:   bisogna valutare se procedere subito o attendere, capire bene dove sta l’errore, se è reale o presunto, se è di poco conto o importante oppure se è frutto di dicerie. Per questo bisogna parlare direttamente con il fratello (e non alle sue spalle) per evitare i pettegolezzi e le calunnie.
   Lo scopo principale della correzione fraterna è il bene del fratello e quindi vale la pena di sopportare anche le difficoltà che appaiono sempre quando vogliamo fare qualcosa di buono. L’autore del libro elenca gli ostacoli alla correzione fraterna: l’indifferenza, oggi tanto diffusa, il veleno di tutte le relazioni interpersonali , il falso rispetto che minimizza l’errore, lo giustifica e poi magari sfocia nel pettegolezzo, la paura di offendere, di spezzare un equilibrio faticosamente costruito nel tempo e di far nascere le inimicizie, il paternalismo che esprime il bisogno di avere qualcuno da proteggere e da correggere, di ritenersi migliori degli altri e intervenire sempre e comunque.  C’è anche la proiezione dei propri difetti che non riconosciamo ma che magari correggiamo negli altri in modo inopportuno con le continue sottolineature e giudizi. A volte vogliamo risolvere il proprio problema puntando il dito sull’altro. A questo punto bisogna parlare anche  dell’accettazione della correzione fraterna da parte nostra, del nostro lavoro su noi stessi, sulle nostre fragilità, guardando prima i propri errori e poi quelli degli altri. Mi piace riportare una passo di  L. Manicardi che ho trovato nel libro: “Solo chi ha imparato a discernere il male che abita in sé, potrà farsi carico del male del fratello e curarlo come medico esperto. Esperto in base alla propria esperienza di malato che è stato curato, di peccatore perduto”.
   Se è faticoso praticare la correzione fraterna è altretanto difficile accoglierla. Può apparire il sentimento di rabbia, di negazione della propria responsabilità per non parlare della solita frase: “ma tu chi sei per correggermi, pensa per te!” Si può arrivare facilmente alla rottura del rapporto ma si deve sempre coltivare la speranza che la correzione dovuta, fatta veramente con amore, diventi un seme che maturi nel tempo e porti il bene del fratello. Questa speranza può essere alimentata dalla certezza che nessuno è incorreggibile.  Già nel suo titolo, la correzione fraterna, fa pensare solo all’ambiente ecclesiale . Don Leoluca Pasqua fa notare che è indicata anche in altri contesti relazionali e porta al risanamento della società perché migliorarsi reciprocamente ci aiuta a ritrovare la propria dignità di uomini e donne.   Egli dice: “Ogni volta che correggiamo o ci lasciamo correggere contribuiamo a risanare un pezzettino di questo mondo; se invece non lo facciamo lo rendiamo sempre più falso e invisibile”.  Il suo secondo invito è ancora più forte: “Meglio correggere per operare il bene che tacere e diventare complici del male”.  Non lasciamoci quindi contagiare dall’individualismo della nostra epoca, vediamo i bisogni degli altri, anche quei spirituali, usando tutta la nostra fantasia. Accorciamo quella distanza fra il progresso tecnologico di cui è stato capace l’uomo e le sue capacità morali che a volte zoppicano.
Milano, 06.12.2016                                                   Růžena Růžičková

ps.piccola nota. Appena abbiamo saputo che il libro era alle stampe ci siamo precipitati alle paoline a Milano che ci hanno rilasciato la scheda che abbiamo circa un mese fa pubblicato. Poi siamo riusciti ad averne qualche copia in anteprima . E di questo ne siamo contenti.

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