Pino
Taormina ,ora mettendo in pausa il nostro rapporto personale, sono lieto che
abbia avuto il coraggio di scendere nell’arena “organizzando” questo evento.
Spero riesca ad intromettersi fra le due prime donne che ormai sistematicamente
allontano chiunque voglia frequentare questo luogo che basterebbe la loro
presenza (silenziosa o meglio muta) a sottolinearne il valore ma che diventa “fuori
luogo” quando “commentano”. Lo si è visto alla presentazione dell’ultima mostra
sull’emigrazione…
Non
ho visto in anteprima la mostra e debbo scriverne da “politico”. Cioè “a matula”.
Ma mentre il Taormina ha le carte in regola quando si occupa di musica e
cultura perde la cosa di vista quando diviene portavoce di detti altrui non
verificati, cioè quando fa politica…
Accodarla
all’incontro sul femminicidio mi pare azzeccato anche se avrei visto , fra i
relatori, anche se non tutte , quelle che ci hanno incantato con certe teorie più femministe che … Ora dobbiamo
sollecitarvi a visitare la mostra e a commentarla altrimenti si vaneggia il
lavoro del Taormina che spalleggiato dalla Fondazione ( la quale deve molto
alle due uniche figure storiche che la compongono, Katia e Pino evvero
Presidente ?) e che si avvia a sponsorizzare eventi che lo “impongono”, statuto e tradizione,
lasciando polli e artigianato a chi spetta. Ora speriamo che l’intervento della
Fondazione non sia il solito specchietto per allodole , dove con una manciata
di euro (una ventina) si può cavalcare la cultura quotidiana accumulando risorse
per eventi “personali” decisi da una sola famiglia e a solo favore loro a tal
punto che un certo Nuccio Benanti ha dovuto inventarsi un altra “creatura
locale” , poi soffocata sul nascere dall’acquisizione della solita piovra
culturale locale. “Creatura” che poteva essere inserita nell’evento settembrino,
ma rifiutato perché i “poeti locali avrebbero sfigurato l’evento internazionale
(se non è razzismo questo…). Oppure continuare l’ostracismo a nemici personali
politici seppur all’altezza se non superiori alla giuria…).
Andremo
alla mostra a condizione che il Taormina
non si lasci prevaricare e che sia lui a spiegarcene non solo i motivi ma , da
uomo d’arte, anche cosa si intende per “donna
come interprete universale” sperando che le sue motivazioni siano più elevate
dei miei pensieri…
ps. ci scuserà il maestro Salvo Pellitteri , ma è usanza di chi si occupa di cultura in questo luogo non farti avere mai una documentazione. Siamo stati educati cosi da chi nè è padre padrone. E quindi mentre loro si vantano di conoscenze estraterrestri (come è appunto l'arte) noi siamo sempre spettatori ignoranti o meglio che ancora ignorano. Torneremo sull'argomento non appena "avremo altro da dire".
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