Da bambino
accompagnato dai genitori, rimanevo affascinato dal cane (ma la leggenda parla
di lupo) di San Vito. Era un appuntamento perché il lupo era l’attore
principale di tutte le favole per bambini e fungeva da aiutante dei genitori
quando venivi minacciato per il tuo comportamento. Mai avrei pensato di
reincontrare da adulto San Vito a Praga nella maestosa cattedrale dedicata appunto
a questo santo (questa volta con un lupo) mentre correvo dietro alla ragazza
che facevo fatica a convincerla che il mio era il paese più bello del mondo. E
cosi la nostra statua marinese (unica che io ricordo) dipinta con i colori
tipici dell’est me la ritrovo davanti al convento pronta a ricordarti questi
due legami. L’altro legame era con il Padre Conventuale del tempo, che sapeva
catalizzare i giovani attorno a se in una atmosfera culturale rara che oggi
abbiamo definito “i ragazzi del 1959”. Il Padre Tuzzolino vittima e attaccante
del gruppo “madrice” che in un mare di totale indifferenza ci difese a spada
tratta guidandoci non solo in archeologia , ma in una serie di eventi che
crearono non poco imbarazzo nel “clan della madrice”. Come al solito usando l’arma
dell’indifferenza o del “copia incolla” (ieri si diceva appropriazione) certi
presunti intellettuali a matula insabbiarono questi eventi oppure se ne
appropriarono.
Ma
oggi mi ha colpito un'altra cosa. Già entrare in chiesa ti dà il senso della
pulizia e dell’ordine nel vedere tutto a posto , dalle tovaglie dell’altare, ad
altri dettagli. Non ci sono né veline né ridicoli velini che svolazzano a
destra e a manca super indaffarati che si spingono per ottenere visibilità .Passato
il primo stupore , dopo aver preso posto ti accorgi che il luogo non solo è
frequentato dalle stesse famiglie storiche,forse da centinaia di anni, che ne posseggono la
custodia e che senza accorgertene entri
in una atmosfera di concentrazione che ha quasi del mistico. Sei concentrato
nella funzione religiosa aiutato dal fatto che non c’è nulla che possa distrarti.
Del resto siamo venuti qui per il rito religioso e non per commentare abbigliamenti
altrui o pettinature alla moda o incrociare sguardi passionali. Non siamo
nemmeno diretti ad un corso di danza per esibirci… I lettori si vede che hanno
provato non solo i microfoni ma anche le letture e , quello che stupisce che
non leggono ma “proclamano” la Parola di Dio. Il celebrante ha un linguaggio misurato,
semplice ma efficace. Non grida e soprattutto non corre come si dice oggi a “mitraglietta”…
L’assemblea è molto concentrata e ci coinvolge in un riservato raccoglimento. E’
evidente la pigrizia del marinese che non vuole fare “i cento passi” che
servono per raggiungere il convento dove ovviamente non puoi fare passerella .
I pochi padri rimasti spero non si scoraggino perché non sono mai soli, e se si
guardano attorno si accorgeranno che gli sono compagni San Benedetto, San
Francesco, Santa Agnese, Santa Chiara e migliaia di altri confratelli che hanno
costruito conventi con lo scopo di “raccogliersi” in concentrazione mistica.
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